Palù (Aifa): la protezione è superiore ai rischi«Il comitato per la sicurezza dell’agenzia ha segnalato che esiste una relazione diretta tra questo vaccino e un effetto avverso. Si tratta di una trombosi venosa profonda cerebrale che si accompagna alla diminuzione di piastrine nel sangue. Sono forme rarissime, un caso su un milione nella popolazione normale. Adesso sono state osservate con una frequenza maggiore, circa 1-2 ogni 100mila vaccinati. Sono stati analizzati 86 casi di cui 19 fatali, a fronte di 20 milioni di vaccini.
Giorgio Palù, presidente di Aifa e componente del comitato tecnico scientifico (Cts) da virologo analizza le motivazioni che hanno portato gli organismi internazionali del farmaco a modificare la strada del vaccino AstraZeneca.
Su quale base l’Ema ha aggiornato le informazioni?
«Il comitato per la sicurezza dell’agenzia ha segnalato che esiste una relazione diretta tra questo vaccino e un effetto avverso. Si tratta di una trombosi venosa profonda cerebrale che si accompagna alla diminuzione di piastrine nel sangue. Sono forme rarissime, un caso su un milione nella popolazione normale. Adesso sono state osservate con una frequenza maggiore, circa 1-2 ogni 100mila vaccinati. Sono stati analizzati 86 casi di cui 19 fatali, a fronte di 20 milioni di vaccinati».
Come mai questa associazione emerge solo adesso?
«Un evento così raro non poteva essere rilevato nella sperimentazione clinica ma solo quando è stata avviata la vaccinazione di massa, su grandi numeri. Non c’è stata mancanza di accortezza da parte delle autorità regolatorie. Le agenzie americana Fda ed europea Ema hanno rilasciato l’autorizzazione all’impiego su larga scala con la premessa che venisse esercitata una attenta sorveglianza del rapporto tra rischi e benefici».
Spieghi questo concetto tecnico che fatica ad essere compreso da chi ha molta paura di vaccinarsi.
«Sopra i 60 anni se prendi il Covid hai 3 possibilità su 100 di morirne, rischio che cresce con l’età. I vaccinati con AstraZeneca avrebbero sulla base dei dati riportati una possibilità su 100mila di sviluppare una trombosi rara con prognosi grave. In pratica il beneficio della protezione data dalla profilassi è infinitamente superiore al pericolo».
Spiegazioni?
«Ancora non sappiamo se i casi di trombosi venosa cerebrale sono legati alla genetica. Resta in piedi al momento l’ipotesi che si tratti di una reazione autoimmunitaria. Ma siamo nel campo delle ipotesi».
La pillola è sul banco degli imputati?
I vaccinati con Astra-Zeneca avrebbero sulla base dei dati riportati una possibilità su 100 mila di sviluppare una trombosi rara con prognosi grave
«Nessun collegamento. Non c’è alcuna ragione per affermare che gravidanza e anticoncezionali con estroprogestinici siano fattori predisponenti».
L’Ema ha lasciato le autorità nazionali libere di scegliere. L’Italia ha indicato di utilizzare in via preferenziale il vaccino sopra i 60 anni. Scelta giusta?
«Concordo in pieno»
Chi ha già fatto la prima dose può avere il richiamo con un preparato diverso?
«Avremo tempo di valutarlo. La vaccinazione è appena partita e per il richiamo si può aspettare tre mesi. Nel frattempo gli studi su questi eventi saranno stati approfonditi».
Dopo tanti contrordine come convincere la gente di ogni età, giovani e anziani, a non perdere la fiducia in AstraZeneca visto che tra l’altro in un primo momento l’Italia aveva dato l’indicazione di restringere la somministrazione del vaccino agli under 55?
«Mai come in questo caso la scienza ha corso per procurarci un presidio essenziale per la salute senza violare nessuna regola biologica, etica e medica. E un’ulteriore prova per aver fiducia nella scienza, negli enti e nelle agenzie che attuano la sorveglianza sulla sicurezza dei medicinali. Ricordiamo quanti farmaci banali, fra i quali la stessa aspirina, abbiano subito prima una riduzione e poi una limitazione d’uso. Una comunicazione da parte di Ema trasparente, in diretta, alla società civile deve far capire che non c’è da temere. La medicina si rivolge a entità biologiche, la specie umana, dove ogni singolo individuo è diverso. Non si può dunque escludere l’esistenza di una predisposizione individuale».
Come mai le trombosi cerebrali venose non sono state segnalate in associazione a vaccini a Rna che pure hanno come bersaglio la stessa proteina virale di quello AstraZeneca?
«C’è stata qualche segnalazione rara, ma non di questo tipo».
Margherita De Bac
Corriere della Sera
8 Aprile 2021