In tutta l’Europa i valori cristiani sono sotto attacco: adesso tocca all’UK con l’aborto senza limiti, fino alla nascita del bambino.
In tutta Europa c’è un attacco forte a tutti quei valori che finora abbiamo avuto il coraggio di definire non negoziabili. E che invece da un po’ di tempo non solo sembrano pienamente negoziabili, ma sono anche apertamente calpestati e capovolti nel loro significato più profondo.
Questioni eticamente sensibili come l’inizio e la fine della vita, l’identità sessuale di ognuno di noi, tutto è messo sotto pressione nella vecchia Europa, che ha dimenticato le sue radici cristiane e subisce l’ennesimo tentativo di un ribaltamento non solo di principi e valori, ma anche di quegli elementi fondamentali della legge naturale, su cui per secoli è stato modellato il diritto positivo.
In Italia con il ddl Zan corriamo il rischio di dover votare il dissolvimento totale della identità sessuale, ridotta a mero desiderio individuale. Non più uomini o donne, ma solo ciò che io mi sento di essere oggi sia pure in contrasto di ciò che ero ieri o che sarò domani. In Francia con la nuova legge sulla bioetica una donna omosessuale potrà accedere alla Pma a carico dello Stato e la sua compagna potrà essere dichiarata madre biologica, naturale, del bambino che nascerà, in totalità parità di diritti. Anche se il bambino avrà esclusivamente il patrimonio genetico di una delle due. In Spagna l’eutanasia si appresta a diventare legge di Stato e in Gran Bretagna si chiede di poter estendere l’aborto fino al momento in cui il bambino nascerà. Di fatto abolendo qualsiasi differenza tra aborto e infanticidio.
Questa proposta di legge in discussione al parlamento britannico stabilisce la decriminalizzazione dell’aborto fino al nono mese. La modifica alla legge sulla criminalità viene proposta dalla deputata Johnson. È una proposta che segue di pochi giorni quanto appena deciso al Parlamento europeo con l’ultima risoluzione sulla salute riproduttiva, in cui l’aborto è stato definito un diritto. Il testo qualifica l’interruzione di gravidanza come un servizio medico essenziale, attacca l’obiezione di coscienza e rende molto più difficili le campagne in difesa della vita. La risoluzione, presentata dal deputato socialdemocratico croato Matic, di fatto mentre considera l’aborto un diritto, apre la porta alla maternità surrogata. Inutili le proteste del mondo cattolico, sia quelle avanzate da parlamentari di tutti i Paesi dell’Ue che quelle più espressamente rappresentate dalla Conferenza episcopale europea. Niente ha potuto fermare questa drammatica evoluzione dell’aborto, che in pochi anni è passato da reato perseguibile per legge a diritto in piena regola.
In questo clima culturale che pervade l’Europa in questi giorni, vediamo come la storia e la tradizione di secoli di visione cristiana vengano progressivamente accantonati e ribaltati e i cattolici in particolari corrano il rischio di essere messi nell’angolo, in nome di una falsa cultura dei diritti individuali che schiacciano i soggetti più fragili e più deboli. Dai bambini appena concepiti agli anziani; dai disabili alle persone gravemente ammalate. Viene quasi il dubbio che mentre si parla tanto di lotta all’omofobia e alla trans-omofobia, noi dovremmo denunciare il massiccio attacco che scaturisce da una cristiano-fobia, radicale, contagiosa e progressiva.
I vescovi cattolici di Inghilterra e Galles hanno lanciato da giorni un appello accorato perché i fedeli si mobilitino per fermare questo emendamento che introduce in Gran Bretagna l’aborto fino al momento della nascita senza alcun limite. I cinque milioni di fedeli cattolici, presenti in Inghilterra, si stanno mobilitando per sensibilizzare i loro deputati, chiedendo loro di opporsi all’emendamento. Ma in realtà la lobby abortista in Inghilterra vuole a tutti i costi decriminalizzare l’aborto perché teme che il governo possa porre un limite, o perfino interrompere gli aborti di tipo farmacologico, noti anche come aborto medico o chimico. Se l’aborto non sarà più un crimine, l’aborto chimico diverrà una prassi e un modo abituale di mettere fine alla vita del figlio. Per questo motivo, se l’emendamento non dovesse passare, la lobby abortista in Inghilterra tornerà alla carica, appena possibile, con nuovi tentativi di legalizzare l’interruzione di gravidanza fino al momento della nascita. Esattamente come in Italia, in Francia, in Spagna e in tutta la vecchia Europa la lobby che propugna teorie gender, eutanasia, utero in affitto, ecc. continuerà la sua decisa operazione di decostruzione di un sistema di valori secolari, che affondano le loro radici nella legge naturale, prima ancora che nel Vangelo!, per sostituirlo con un diritto meramente individuale, autoreferenziale e certamente ben poco solidale; un diritto che ha sostituito la relazione di cura verso gli altri con un egocentrismo centrato sul desiderio, quel che mi piace e quel che voglio, oggi, qui e ora.
Paola Binetti
Il Sussidiario
6 Luglio 2021