Il quinto caso di suicidio assistito, quello di Vittoria a Treviso, pone domande sull’uso strumentale della difesa della libertà di coscienza.
Rumorose proteste di gruppi pro-aborto contro la presenza nell’organismo comunale nato per dar voce a tutte le donne dell’associazione per la promozione della vita umana. «Un brutto clima».
È scioccante che il reparto di Ostetricia-Ginecologia dell’Ospedale di Urbino sia considerato “un faro” e una “eccellenza” per le modalità “efficienti” con cui, in collaborazione coi consultori locali, vengono soppresse vite nascenti con l’aborto chimico tramite pillola RU486.
Un aborto farmacologico al passo coi tempi è possibile, anche nelle Marche. Il reparto di ginecologia e ostetricia dell’Ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno, infatti, ha iniziato a somministrare i farmaci abortivi fino alla nona settimana di gestazione, come previsto dalle Linee di indirizzo ministeriali dal 2020, che fino ad ora non risultano applicate in questa Regione. Lo rende pubblico Pro-choice rete italiana contraccezione aborto
Secondo l’ultima rilevazione Demos, tra gli elettori del centrodestra più del 70% crede che “una parte della magistratura sia politicizzata” e agisca perseguendo obiettivi “politici”
Essere – e non solo fare, come ricordava Rosario Livatino – magistrato oggi, nella complessa società in cui si vive, appare una responsabilità di non poco momento. Vi è sotteso l’impegno a dare una risposta, anche a sé stessi, sul proprio ruolo.
Sarà mai possibile, in Italia, una discussione seria sulla separazione delle carriere? Al momento, c’è poco spazio per l’ottimismo, in verità. I toni quasi epici con i quali l’A.N.M. sta lanciando una non meglio precisata “mobilitazione” politica e culturale, spacciando questa riforma ordinamentale come un sovvertimento costituzionale, lasciano pochi spazi.
Paulo Sérgio Pinto de Albuquerque è professore ordinario di Diritto Penale e Diritti Umani all’Università Cattolica di Lisbona. Intervista.
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Sulla separazione delle carriere tra giudici e PM11 gennaio 2025/ Nessun commento
di: Bruna Capparelli
magistratura
La separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri rappresenta ormai da anni un tema centrale nel dibattito sulla riforma della giustizia italiana. Tale proposta, sostenuta da una parte dell’opinione pubblica come misura per rafforzare la terzietà del giudice, solleva interrogativi sulla sua effettiva capacità di risolvere i problemi strutturali del sistema giudiziario e sulla sua compatibilità con i principi costituzionali.
Secondo il regolamento europeo sulla privacy è illegittimo chiedere di inserire gli appellativi riferiti al genere di chi vuol comprare un servizio.