Più si avvicina la cerimonia di insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, più emergono i segnali di un grande riallineamento conservatore nella politica e nella società. Segnali inequivocabili soprattutto se confrontati con tante cose che abbiamo visto succedere solo pochi anni fa.
A restare delusi sono stati quanti seguitano a proporre Trump quale male assoluto e pericolo mondiale.
Ieri Donald Trump ha nuovamente giurato come presidente degli Stati Uniti. La campagna elettorale è finita. Già firmati i primi ordini esecutivi.
Il 47esimo presidente annuncia l’inizio di una nuova era dell’oro per l’America. Militari anti-migranti alle frontiere, stop al green deal, la bandiera Usa su Marte.
La cerimonia avviene davanti al presidente della Corte Suprema John Roberts e si svolge di fronte al Campidoglio, il parlamento americano.
Il secondo mandato di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, che inizia oggi, si presenta come una svolta storica a prescindere da come la si giudica. Via ogni rigidità ideologica e approccio alle crisi internazionali con spirito pragmatico, accettando il multipolarismo.
Il precipitoso ritiro dall’Afghanistan e la tardiva decisione di non candidarsi alle elezioni 2024 sono due vicende ancora controverse. Solo il tempo potrà giudicare appieno il presidente che lascia.
Il cardinale: per la popolazione un momento di liberazione, è stato un periodo orribile. Le tensioni tra Chiesa ed Ebraismo? Un’occasione per rafforzare il dialogo.
Con una Messa il vicario generale del Papa per la diocesi di Roma ha aperto nella basilica di San Giovanni in Laterano il Giubileo del Mondo della Comunicazione indicando l’esempio della “comunicazione mite”, “che collabora con la verità”, di Gesù.
Francesco incontra i giornalisti per il Giubileo della comunicazione, consegna il discorso e ricorda che la “comunicazione è divina”. “Mettetevi a fianco degli emarginati. Giornalisti siano liberati”.