A NATALE chiediamo a Gesù e viviamo il dono della PACE

NATALE GIORNO DI PACE.

“In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia».E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc. 2,1-19).

Non conosco quali emozioni saranno presenti nel vostro cuore la notte di Natale, nè quali doni spirituali chiederete al Signore Gesù nel segreto del vostro intimo e nell’umile preghiera di fronte al presepio che auspico venga allestito in tutte le case. So solo, con certezza, per l’incrollabile sicurezza della fede che il Natale del Signore che sarà nuovamente annunciamo anche nel 2016 sopravvive ai secoli, e quindi risuonerà per noi lo stesso annuncio di duemila anni fa: “Odie Cristus natus est, odie apparuit begninitas e umanitas salvatori nostri dei: gaudete!”. (Oggi, Cristo è nato, oggi è apparsa la bontà e l’umanità di Dio nostro salvatore, gioite!). Il figlio primogenito della Vergine di Nazareth, generato prima di ogni creatura; il figlio della stessa sostanza del Padre, Dio da Dio, luce da luce, per noi uomini e per la nostra salvezza, oggi è disceso dal cielo e si è fatto uomo. La bontà e l’amore di Dio si sono nuovamente manifestati: esultiamo!

A Gesù possiamo domandare tanti doni: la gioia, il perdono dei peccati, l’amore, una casa, un lavoro, il benessere per la famiglia, la salute…; insieme chiediamo uno che li comprende tutti: il dono della pace.

Non unicamente la pace definibile “grande”, cioè quella internazionale che riguarda i rapporti tra i popoli e le nazioni, senz’altro importante ma che, il più delle volte, non può essere stipulata da noi. Ma la pace “semplice” e “piccola”, quella per le nostre famiglie, per le nostre comunità, per i nostri luoghi di lavoro e per nostre istituzioni; quella dei nostri incontri personali e delle nostre relazioni…Quella pace che si chiama fraternità, concordia, perdono, amabilità, tenerezza, gentilezza… E che san Paolo celebrava come bene sensibile e spirituale ma nello stesso tempo immanente e trascendente (cfr.: 1Ts 5, 13); quella pace che alimenta la vita cioè l’amore. Disse il beato papa Paolo VI: “la via della pace è I’uomo, la via della pace è il cuore dell’uomo”.

Impregniamoci nel giorno di Natale, e ovviamente anche dopo, a essere uomini e donne di pace, ricordandoci tre passaggi:

Primo: “L’uomo di pace” è in pace con se stesso!

E’ l’uomo saggio che si accontenta di quello che possiede, gode delle piccole cose, nota il bene, sopportare le difficoltà con fortezza, ascoltare molto… Segue sempre, e a tutti i costi, il cammino della verità, della giustizia, dell’amore, del dovere compiuto sull’esempio di Gesù, l’uomo della pace per eccellenza, che ammirava le luminose bellezze del creato, gli spazi infiniti dei cieli, il sorriso dei bambini ma anche accettava gli oscuri risvolti del male, il grigiore della vita quotidiana, le sofferenze degli ammalati, il tradimento degli amici… E poiché aveva dimistichezza con il cuore dell’uomo non si turbò, non fu inquieto o ansioso, non cessò di amare possedendo il dominio di se stesso.

Secondo: L’uomo di pace offre a Dio lo spazio che gli compete nella fede, nella preghiera, nella disponibilità, nell’osservanza dei comandamenti e degli insegnamenti evangelici.

Non c’è pace  Dio; allontanandoci dal Creatore siamo unicamente inquieti! Cristo, dominava sé stesso, possedendo nella sua vita un centro cui riferirsi: il Padre. Al termine di lunghe e intense giornate di lavoro a contatto con uomini ammalati, bisognosi e inquieti, incontrava il Padre che gli donava pace del cuore. Anche noi dobbiamo ritagliare lo spazio per incontrarlo quotidianamente nella preghiera, settimanalmente nell’Eucarestia, periodicamente nella confessione.

Terzo: L’uomo di pace vede gli altri: i poveri, i sofferenti, gli emarginati, le persone sole, le vecchie e nuove povertà della nostra epoca.

Gesù, era un uomo di pace, poichè aveva come fratelli i semplici e li esortava alla misericordia, al perdono e all’amore, accettava le loro sofferenze, aveva compassione di tutti i dolori. E portando la pace, infondeva fiducia.

Ecco perché il Natale è la festa della speranza e della pace!

Ma occorre “farne l’esperienza”: Dio a Natale si è inserito nel nostro mondo, nella nostra storia e nella nostra vita e l’ha trasformata.

Affermava san Giovanni Crisostomo ai cristiani del suo tempo: “Che giova a te, se Cristo nasce mille o diecimila volte a Betlemme, ma non nasce nemmeno una volta nel tuo cuore?”. La stessa domanda è rivolta a noi oggi; non possiamo eluderla, perché dalla risposta che daremo: dipende il nostro futuro, il senso della vita, la serenità nella vita e il modo di vivere intensamente e con significato l’esistenza.

Buon Natale.

 

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