ERRORI NELLA CURA: IL MEDICO RISCOPRA L’UMILTA’

Spesso i mezzi di comunicazione riportano errori diagnostici e terapeutici causati da medici.. Quali sono le cause e come evitarli? Giancarlo.

L’Institute Of Medicin (IOM) definisce l’errore medico: «la mancanza di completare un’azione come pianificata o l’uso di una strategia inadatta a raggiungere un obiettivo», e di conseguenza il danno «è causato dalle cure mediche piuttosto che dalla malattia di base o dalle condizioni del paziente».L’errore in medicina, che distinguiamo di carattere conoscitivo, applicativo ed operativo, si verifica per molteplici cause e, di conseguenza, anche le responsabilità sono eterogenee.

1L’errore conoscitivo è perpetrato indipendentemente dalla preparazione e dalla professionalità del sanitario dato che progressi scientifici e i farmaci non sono immuni da rischi. Da ciò, scaturisce l’esortazione all’ umiltà intellettuale del medico, dominando l’ebbrezza d’onnipotenza nell’esercizio della sua originale professione che lo autorizza all’accesso al corpo altrui per formulare sentenze di vita o di morte. Nel passato, la virtù dell’umiltà riconosciuta dono divino, era implorata con alcune orazioni: «Sostienimi, o Dio, in questo grande compito, affinché l’umanità possa beneficiarne, poiché senza il Tuo aiuto neppure la più piccola cosa potrà aver buon esito» (Preghiera quotidiana del medico di Mosè Maimonide 1135-1204). Per allontanare l’errore conoscitivo, si sollecita anche al cittadino la capacità di distinguere tra “medicina dei diritti” e “medicina dei desideri”, sfatando il mito dell’infallibilità della clinica, come pure quello della salute sempre e sicura. Alcuni percepiscono le patologie croniche ed invalidanti, i percorsi di vita scalfiti dalla fragilità e le morti in giovane età, un diritto negato di una felicità promessa. Per questo, si procede nell’investigazione del presunto errore medico.

1Il secondo errore è quello applicativo; si verifica quando una conoscenza di per sé adeguata e sufficiente, ma non del tutto consolidata, produce un danno. Anche questo è riferibile prevalentemente alla comunità scientifica più che al singolo professionista. L’unico parametro per evitarlo è porre attenzione ai risultati delle sperimentazioni cliniche e sui dispositivi medici, liberi dai condizionamenti che potrebbero indurre a sovrastimare o sottostimare i dati e gli esiti.

1L’errore operativo è lo sbaglio del medico. Può essere intenzionale, quindi doloso, o involontario, perciò colposo. Si verifica per negligenza, non osservando un comportamento di prassi; per imprudenza, agendo senza cautela; per imperizia essendo carente la competenza tecnica. Di conseguenza, la formazione di base e quella permanente, risultano primari nell’esercizio dell’arte medica. Ammoniva Fra Pierluigi Marchesi: «Senza formazione si può lavorare moltissimo, ma senza formazione non si può esercitare una professione. E in ospedale si deve lavorare con professionalità. Senza formazione non si fa assistenza, si rischia di passare oltre. Con la formazione, si dà più senso, non solo al proprio vivere professionale, ma anche umano». Per evitare di procurare dei danni è opportuno prima di agire, acquisire conoscenze precise e riferirsi, come metodo, alla prassi vigente con la massima cautela.

Da ultimo, non possiamo negare, che alcuni errori sono causati da situazioni contingenti, frutto dell’esasperante risparmio a tutti i costi: turni prolungati e stressanti del personale sanitario, apparecchiature difettose per carenza di manutenzione o non standardizzate, pazienti dimessi in situazioni cliniche critiche. Non a caso nell’ultimo decennio, i conflitti tra pazienti e medici si sono incrementati del 148%, con un costo annuale per la sanità di oltre 850 milioni di euro (262 per il prolungamento delle degenze; 175 per premi assicurativi; 413 per risarcimenti). Osservando il vertiginoso aumento delle denunce, e di conseguenza delle richieste di indennizzo, sorge il dubbio che a volte, si sfrutti la presunzione del danno per motivi meramente speculativi.

1Concludo ponendo all’attenzione, soprattutto dei medici, altri due argomenti che contribuiscono ad incrementare le denunce e che potrebbero ridursi con un maggiore impegno dei sanitari. L’ampliamento delle conoscenze, l’ iper-specializzazione, la frammentazione dei settori d’intervento, stanno annullando il medico di fiducia; di conseguenza, il malato, è disorientato nel totale anonimato e privo di riferimenti. Inoltre, la carenza del rapporto fiduciario e dialogico medico-paziente, preclude di pervenire a decisioni condivise.

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