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Non si vota solo sul disegno di legge Cirinnà. Si vota anche sul destino delle adozioni. L’Italia deve decidere se sostenere e promuovere questo istituto che oggi è in gravissima crisi, oppure affossare definitivamente una scelta che rimane tra le più alte espressioni di solidarietà umana. Dare a un bambino che ne è privo la miglior famiglia possibile – e non il contrario – dovrebbe rappresentare anche un obiettivo politico nell’accezione più nobile. Invece, se il ddl sulle unioni civili passerà senza correzioni, soprattutto con l’articolo sulla stepchild adoption, tutto l’intero pianeta adozioni subirà un contraccolpo durissimo. Non soltanto in termini culturali, con il ritorno a una logica possessiva che trent’anni fa – era il 1983 – la legge sulle adozioni aveva tentato di cancellare. Ma soprattutto in termini numerici.

Le adozioni internazionali si dimezzeranno. Quelle nazionali continueranno nella loro stagnazione per un combinato disposto determinato da scelte politiche, cultura giuridica e malaburocrazia. Non vogliamo fare del terrorismo sociale. Vogliamo rilanciare un allarme che le maggiori associazioni del settore si sentono di esprimere, pur con varietà di accenti. E proprio per evitare discorsi demagogici, partiamo dai numeri.

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