Jacques Testart contro la nuova tecnica inglese. Sotto le espressioni oscure come “bambino con tre Dna” si camuffa «ciò che è semplicemente una clonazione di embrioni».
«Ci sono ottime ragioni per opporsi» alla «fabbricazione di un bambino con tre genitori». A scrivere questa tribuna su Libération non è un opinionista qualunque ma Jacques Testart, uomo laico e di sinistra, “padre” del primo bambino nato in provetta in Francia nel 1982.
«RAGIONI SCIENTIFICHE». Lo scienziato si è voluto opporre alla pratica in via di approvazione in Inghilterra: sfruttando il dna di tre genitori genetici, si dice, si permetterà a donne portatrici di malattie mitocondriali gravi di avere bambini senza trasmettere le loro patologie.
«Ci sono ragioni scientifiche per opporsi», scrive Testart: «Quali prove abbiamo dalla sperimentazione sugli animali (sempre più bistrattata) che non ci saranno effetti collaterali per i bambini? Poiché i mitocondri vengono trasmessi a tutti i bambini dalle loro madri dal principio fino alla fine dei tempi, quali conseguenze potrebbe avere questo cambiamento ereditario, prima manipolazione storica del materiale genetico germinale nella nostra specie?».
«BAMBINO-PRODOTTO». Il biologo francese si fa però anche altre domande sui «limiti – o meglio sull’assenza dei limiti – nella manipolazione dell’umanità: il bambino viene sempre di più concepito come una combinazione di elementi biologici vari (gameti estranei alla coppia, utero in affitto, sostituzione di mitocondri). Quando il “‘bambino-prodotto” non può più essere davvero quello della coppia, non sarebbe meglio accettare il fatto della sterilità, astenendosi dal procreare o ricorrendo all’adozione, piuttosto che cercare di aggirare gli ostacoli con acrobazie sempre più problematiche?».
«DALLA PARTE DELLA COMPASSIONE». Ma, si dirà, sono pochissimi quelli che ricorreranno alla tecnica dei tre Dna. Per Testart, questa argomentazione non è per niente «rassicurante», perché «un solo caso particolare può portare a una sollevazione parlamentare e a nuovi sviluppi, portati avanti da sostenitori desiderosi di posizionarsi in modo risoluto dalla parte della compassione». Per il padre della fecondazione assistita francese, i «”bambini con tre Dna” possono aprire in modo discreto, e sempre nel nome della compassione, la via della clonazione umana».
RISCHIO CLONAZIONE UMANA. Come nel caso della pecora Dolly, «primo mammifero “clonato”», secondo Testart con questa tecnica gli embrioni potrebbero essere clonati e «questa manipolazione avrebbe anche grandi chance di successo». Ma «questa è forse una buona ragione per camuffare sotto le espressioni, oscura di “bambino con tre Dna” o innocua di “sostituzione mitocondriale” , ciò che è puramente e semplicemente una clonazione di embrioni?». No, per lo scienziato, che vede in questa tecnica un modo per cominciare a percorrere una strada finora inesplorata nella bioetica internazionale: «La clonazione umana».
Leone Grotti
Tempi.it, 17 febbraio 2015