IX sezione civile del Tribunale di Milano

La sentenza emessa il 19 marzo scorso da Giuseppe Buffone, giudice della IX sezione civile del tribunale di Milano, che ha stabilito che i figli di una coppia separata devono frequentare la scuola statale e non una paritaria come chiesto dalla madre, continua a far discutere.

E’ stato scritto ampiamente pertanto non torneremo sulla cronaca della vicenda né sui dettagli giuridici, se non per introdurre brevemente il tema che ci interessa, e cioè l’interpretazione del senso della sentenza proposta dal quotidiano La Repubblica, secondo cui “La scuola pubblica rappresenta una scelta neutra, mentre la privata potrebbe orientare il minore verso determinate scelte educative o culturali in genere”.

Per motivare la propria decisione, in realtà, il giudice Buffone ha “semplicemente” sostenuto una ontologica superiorità della scuola statale rispetto a quella non statale, affermando apoditticamente come “non si possa affatto dire che la scuola privata risponda al preminente interesse del minore, poiché vorrebbe dire che le istituzioni di carattere privato sono migliori di quelle pubbliche”. Non sia mai!

Al quotidiano di cui sopra non è parso vero: ha preso la palla al balzo e, per spiegare le ragioni di questa pretesa superiorità, ha dato voce ad una opinione tanto diffusa quanto infondata, e cioè che la scuola statale sia meglio della non statale perché pluralista, neutra, e dunque al riparo da ogni rischio di indottrinamento. LEGGI

 

3 aprile 2016

EDUCAZIONE – Statale o non? La scuola neutra non esiste