John Jay College

L’Oscar al film Spotlight, la testimonianza resa a Roma in videoconferenza dal cardinale Pell di fronte a una commissione d’inchiesta del suo Paese, l’Australia, e le dimissioni di un membro della commissione vaticana sugli abusi, una ex vittima di molestie che attacca anche Papa Francesco, hanno riportato in primo piano il tema dei preti pedofili. In quello che si legge in questi giorni ci sono una verità e tre errori.

La verità è che la Chiesa ha avuto davvero un grave problema di pedofilia nel suo clero. Certamente è esistito, e in una certa misura esiste ancora, un negazionismo che ritiene tutti, o la grande maggioranza dei preti accusati vittima di semplici calunnie: è una posizione sbagliata, come più volte ha affermato Benedetto XVI, che fa male alla Chiesa. Papa Ratzinger non ha usato mezzi termini per denunciare la piaga dei preti pedofili: «vergogna», «scandalo», «sporcizia». Certamente Benedetto XVI, seguito poi da Papa Francesco, ha criticato le statistiche esagerate che parlano di migliaia o decine di migliaia di preti pedofili mentre sono stati nel mondo qualche centinaio. Ma, amava dire l’attuale Papa Emerito, se anche i preti pedofili fossero stati solo due sarebbero stati due di troppo, e alcuni episcopati – soprattutto in Irlanda, Australia, Stati Uniti – adottando per anni la posizione negazionista e limitandosi a trasferire da una diocesi all’altra i preti sospetti hanno arrecato alla Chiesa e alla società danni incalcolabili.

Ma questa verità – che va riaffermata, a scanso di qualunque equivoco, e che il cardinale Pell ha ammesso senza infingimenti – è presentata all’opinione pubblica, da giornalisti o disinformati o maliziosi, combinata con tre errori. LEGGI

2 marzo 2016

COMMENTI – Una verità e tre errori sulla pedofilia nella Chiesa