OBIEZIONE DI COSCIENZA
«Forse non ci rendiamo conto delle conseguenze che questa legge avrà, non solo per il diritto di famiglia, ma per tutto l’ordinamento, cambiando la vita di ogni cittadino». Alfredo Mantovano, magistrato, spiega le conseguenze delle unioni civili sulla libertà di quanti dissentono. La libertà di coscienza non è tutelata dal testo.
Cosa dice la norma sull’obiezione di coscienza?
La legge Cirinnà non prevede l’obiezione di coscienza come, invece, avviene per altre leggi, come quella sull’aborto. Questa assenza è pericolosa, dato il comma 2 della norma che stabilisce che l’unione sia costituita di fronte a un ufficiale di Stato e a due testimoni, con un rito identico al matrimonio. C’è poi il comma 28: quest’ultimo prevede la trascrizione nei registri italiani del cosiddetto matrimonio fra persone dello stesso sesso, non solo dell’unione civile, contratto all’estero. Che ne sarà dell’ufficiale di Stato che ritiene che queste unioni siano in contrasto con la sua deontologia e per cui il matrimonio è solo fra uomo e donna? La legge non risponde. Dobbiamo aspettarci che accada quello che avviene già all’estero?
Cosa avviene?
Alla presenza di norme simili alla Cirinnà ci sono stati ufficiali di Stato licenziati se non arrestati, come Kim Davis negli Stati Uniti, per non aver riconosciuto come matrimonio quello fra due persone dello stesso sesso. Altri hanno dovuto chiudere i loro negozi a causa di multe ingenti per essersi rifiutati di prestare servizio durante la celebrazione di queste unioni. Alcuni sono stati licenziati per le loro opinioni in merito. Infine l’inglese Lillian Ladele, licenziata dopo essersi opposta alla registrazione di un’unione civile con la sua firma, è stata giudicata colpevole anche dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo proprio sulla base del fatto che legge non prevede l’obiezione di coscienza. LEGGI