Osservatorio Cardinale Van Thuan

Anche dopo la tragica strage di Bruxelles – in continuità dell’apocalittica serie di attentati terroristici jihadisti a Charlie Hebdo del gennaio 2015 e al Bataclan del novembre 2015 – circola l’espressione: «siamo in guerra». Si tratta però di una guerra civile, secondo le famose indicazioni di Carl Schmitt, in quanto gli attentatori sono in genere europei. Di nuove generazioni, ma europei. Una nuova guerra civile europea, dopo quella raccontata da Ernst Nolte?

Alla complessità dei problemi (e dei poteri) che stanno dietro a simili tragici eventi ce n’è uno da mettere in particolare luce. Ciò che disarma l’Occidente è la sua filosofia di vita e in particolare il modo in cui considera la religione e le religioni. É questo che lo rende debole e vulnerabile e che spiega come sia possibile che esso si sia creato dei nemici in casa e accetti di essere colonizzato dall’interno.

L’Osservatorio Cardinale Van Thuân ha appena pubblicato due testi sul problema delle “Nuove guerre di religione”, il VII Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo dal titolo Guerre di religione, guerre alla religione e il libro Le Nuove guerre di religione (Cantagalli). La tesi generale che vi si sostiene è proprio questa: l’Occidente fa una sua guerra alla religione e, in questo modo, si disarma di fronte agli attacchi terroristici a sfondo religioso, soprattutto quelli di matrice islamica. Si sa che dietro questi fenomeni non c’è solo la religione, ma è superficiale negare che lo jihadismo sia una religione.

L’Occidente, e l’Europa in particolare, ha condotto una guerra contro la religione cristiana e cattolica in particolare. LEGGI

29 marzo 2016

TERRORISMO – Il relativismo che apre le porte alla loro dominazione