Presentazione testo: La Chiesa cattolica in Unione Sovietica dalla Rivoluzione alla Perestrojka

A 100 della rivoluzione bolscevica in Russia

In questi giorni si commemorano i 100 della rivoluzione bolscevica in Russia. Da quel lontano 1917, per più di 70 anni, i cristiani dei paesi dell’ex-Unione Sovietica hanno vissuto e patito la persecuzione, la Chiesa cattolica ha conosciuto un altro periodo di martirio.

Il prossimo 8 novembre a Roma, la notizia era già conosciuta ma è stata riprodotta con dettagli e precisione da Asia News, sarà presentato a Roma il libro del prof. Jan Mikrut, sacerdote e storico che ha coordinato uno dei più ampi studi mai condotti sulla storia della Chiesa nel ‘900, dal titolo “La Chiesa cattolica in Unione Sovietica dalla Rivoluzione del 1917 alla Perestrojka”.

Questo libro presenta le straordinarie testimonianze di tanti martiri delle comunità cattoliche, sia di rito cattolico latino sia di quello greco-cattolico, davanti ad un regime che pensava di cancellare ogni vestigio di religione.

Fra queste testimonianze c’è quella di Mons. Tadeusz Kondrusiewicz, attuale arcivescovo di Minsk in Bielorussia, già vescovo della Madre di Dio a Mosca.

Mons. Kondrusiewicz è un amico da più di 20 anni, ho avuto il privilegio e l’onore di lavorare e collaborare con lui da quando è stato inviato da Papa Giovanni Paolo II come amministratore apostolico di tutta la Russia Occidentale, poco dopo la caduta dell’ex-Unione Sovietica.

Con lui abbiamo lavorato prima a Mosca, poi in Bielorussia, quando è stato nominato da Papa Benedetto XVI arcivescovo di Minsk. Luci sull’Est, l’associazione madre dell’Osservatorio sulla Cristianofobia, ha collaborato alla costruzione di chiese, stampa di libri e materiale religiosi, pellegrinaggi e tante altre cose.

 Delle tantissime testimonianze raccontate da Mons. Kondrusiwicz, vorrei condividerne con te una veramente speciale, da far venire la pelle d’oca.

 Vedrai di che pasta erano fatti questi cattolici che hanno patito la persecuzione. E come davanti a loro dobbiamo inchinarci e toglierci il cappello. E soprattutto ringraziare la Provvidenza per la loro fedeltà.  Tanti di loro sono stati innalzati alla gloria degli altari, ma la maggior parte sono degli sconosciuti eroi della fede, la cui fedeltà è conosciuta soltanto da Dio.

Noi in Italia abbiamo il privilegio di poter andare a messa quando vogliamo, normalmente abbiamo sempre una chiesa a non più di qualche centinaia di metri. Ma per i cattolici dell’ex-Unione Sovietica non era così. Quando c’era una chiesa, questa era lontana, e spesso ci si impiegava una giornata per raggiungerla. Ma nella maggior parte dei casi, le chiese semplicemente non c’erano. Quasi tutte erano state brutalmente e barbaramente distrutte.

Ma passo la parola a Mons. Kondrusiewicz:

“Mai mi dimenticherò – racconta Mons. Kondrusiewicz – della cerimonia di benedizione della prima pietra della nuova chiesa nella città di Marx sul Volga, che avvenne nei primi anni ’90 (dopo da caduta della Cortina di Ferro).

“Prima della liturgia mi si avvicinarono delle persone anziane pregandomi affinché mettessi un semplice mattone al posto della pietra angolare.

 “Quando chiesi il perché di tale desiderio, visto che di solito tutti desiderano che la pietra angolare provenga da un qualche luogo santo, allora mi raccontarono una storia davvero commovente.

 “Durante le persecuzioni religiose in URSS la vecchia chiesa della città di Marx andò distrutta. Gli abitanti di quella città però portarono nelle proprie case dei mattoni provenienti dalle rovine (di questa chiesa).

 (Queste persone misero questi mattoni) nei posti ben in vista e per lunghi decenni pregarono davanti a quei cotti. Così, proprio grazie a quei mattoni, la fede poté conservarsi ed essere tramandata ai giovani.

 ‘Vogliamo che la nuova chiesa in costruzione conservi un legame con quella vecchia, distrutta’, mi dissero”.

 Ma ci rendiamo conto della bellezza di questo fatto? Per questi cattolici, i vecchi mattoni della chiesa distrutta dal regime barbaro erano tutto quello che rimaneva! E davanti a questi mattoni pregavano di nascosto per mantenere la fede.

Dopo decenni di sofferenza e di martirio, loro hanno potuto riacquistare la libertà religiosa (ma per i cattolici questa libertà ancora non è totale: soffrono ancora delle discriminazioni, non si sono impossessati di tutte le loro antiche chiese, i preti hanno difficoltà ad ottenere il visto, ma questo è un altro discorso di cui l’Osservatorio sulla Cristianofobia dovrà anche occuparsi).

 Stavo per finire, ma vorrei anche condividere con te quest’altra testimonianza.

 È sempre Mons. Kondrusiewicz che scrive, questa volta si tratta della vicenda del cardinale Kazimierz Świątek, un “uomo di leggenda”, come lo chiamò Papa Giovanni Paolo II.

Semplice sacerdote, fu incarcerato nel 1944 a Minsk, in Bielorussia e condannato a dieci anni di lavori forzati in Siberia. Dopo la caduta della Cortina di Ferro, Papa Giovanni Paolo II lo fece vescovo e poi cardinale nel 1994. È mancato nel 2011, alle veneranda età di 94 anni.

 Lui narra così il suo arresto e la sua prigione, prima di essere inviato in un gulag nella Siberia:

 “Ero detenuto nella prigione di Brest. Insieme a me vi era una mosca. Mi portava conforto e un po’ di gioia con il suo ronzio. Dopo un certo tempo, la mosca però si sedette sul parapetto e smise di dare dei segni di vita. (E così) rimasi solo!”

 Non fosse un fatto tragico, sarebbe quasi ridicolo essere contento di avere come compagna una semplice mosca.

Anche la Chiesa greco-cattolica in Ucraina ha vissuto una situazione simile ed è stata costretta ad operare in clandestinità, rimanendo fedele alla Santa Sede, malgrado tutte le pressioni e persecuzioni.

Ma noi, in Italia, abbiamo veramente imparato questa lezione? Abbiamo imparato che la nostra fede va difesa?

 In questi tempi di persecuzioni ai cristiani, questa è una domanda legittima che ti faccio, e la faccio anche a me.

Siamo disposti a difendere ed a lottare per la nostra fede, siamo disposti ad andare in soccorso ai cristiani che oggi sono perseguitati, soprattutto nei paesi dove regna l’Islam di matrice radicale?

È proprio questo quello che cerca di fare l’Osservatorio sulla Cristianofobia, sensibilizzare l’opinione pubblica per far emergere quella che è una vera e propria strage silenziosa, perché troppo spesso taciuta dai media e dalla politica!

Silvio Dalla Valle
Responsabile Campagna Osservatorio sulla Cristianofobia

 

1 novembre 2017

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