Unioni Civili alla Camera

Centinaia di emendamenti verso la bocciatura in Commissione: il Pd vuole blindare il testo. Ma si eleva già in tutta Italia la protesta dei sindaci obiettori

Unioni civili, atto secondo. Dopo l’approvazione grazie a un maxi-emendamento del ddl Cirinnà in Senato, seguita a un ginepraio di polemiche, il testo è ora approdato alla Camera, precisamente in Commissione Giustizia.

Anche qui, ad accompagnarlo, un mare di emendamenti. Circolano notizie contrastanti sul numero preciso. C’è chi parla di 940 e chi di 899 richieste di modifiche. Ciò su cui non sembrano esserci dubbi, è la volontà del Governo di blindare il testo così com’è.

Dalle prime votazioni emerge una bocciatura di tutti gli emendamenti. Gran parte dei quali sono stati presentati dalla Lega Nord, seguita da Forza Italia. I due partiti di centro-destra avrebbero proposto al Governo di ritirarne una prevalente percentuale, a patto però che si decidesse unanimemente di imbastire una franca discussione su almeno alcuni aspetti precipui sollevati.

Tuttavia la relatrice del testo a Montecitorio, la dem Micaela Campana, ha rigettato la proposta. La chiusura del Governo a ogni discussione ulteriore sul ddl Cirinnà è spiegata da diverse fonti interne alla Camera dalla volontà del presidente Renzi di far approvare la legge al più presto, possibilmente entro il 5 maggio.

Il suo timore, infatti, sarebbe che il dibattito sulle unioni civili, dimostratosi molto divisivo, possa entrare nella fase calda della campagna elettorale per le amministrative. L’altro rischio, stando all’analisi di alcuni deputati, deriva dagli equilibri molto precari all’interno del Partito Democratico. Alcuni emendamenti, del resto, portano la firma di parlamentari dem e sono finalizzati a riportare il testo alla versione originaria, con la stepchild adoption.  LEGGI

8 aprile 2016

UNIONI CIVILI (51) – La battaglia si sposta alla Camera