Da trentacinque anni Ahongbonon si occupa di persone emarginate perché sospettate di essere indemoniate. «Gesù Cristo è presente nella loro carne».
«Nel terzo millennio il fatto che possiamo trovare persone in catene e incatenate agli alberi è inaccettabile, tutto questo si deve fermare. E lo ripeterò ancora e ancora. Finché ci sarà anche solo un essere umano in catene allora l’intera umanità sarà in catene». Sono quasi trentacinque anni che Gregoire Ahongbonon passa le sue giornate a liberare letteralmente dai ceppi i malati di mente, che in alcuni paesi dell’Africa occidentale ancora oggi vengono emarginati e incatenati perché sospettati di essere indemoniati. La storia di questo ex meccanico libertino del Benin che è stato anche sull’orlo del suicidio prima di riconvertirsi al cristianesimo, e la cui fama è cresciuta di anno in anno insieme alla sua opera, è ora raccontata anche in un reportage della britannica Bbc. LEGGI