UNIONI CIVILI (34) – Un incoerente di nome Matteo Renzi

“Lo striscione “Renzi ci ricorderemo“, opportunamente segnalato da Mario Adinolfi sabato scorso al Familiy Day, dice tutto perché in quella enorme piazza c’ erano anche diversi che votarono Pd (e anche non cattolici) e d’ ora in poi “ricorderanno”: lo stesso Adinolfi fu tra i fondatori del Pd e oggi non ha più rinnovato la tessera. Adinolfi ha ricordato pure che al Family day del 2007 aveva aderito anche Renzi, da presidente della Provincia di Firenze e come “politico cattolico”.

A quel tempo – lo ricordiamo noi – Renzi dichiarava che quella delle «coppie di fatto» non era «la questione prioritaria su cui stare mesi a discutere. Mi sembra un controsenso rispetto alle vere urgenze del paese».
Aggiungeva che erano «provvedimenti ideologici» e che «toccano la minoranza delle persone. Basti pensare all’ assoluta inutilità dei registri civili nei Comuni che ne hanno approvato l’ istituzione».
Diceva anche dell’ altro: «La famiglia è la cellula della società non perché lo dicono i cattolici, ma perché è il fondamento di un modo di stare insieme. E se il matrimonio è un sacramento per chi crede, per la comunità è comunque un istituto del diritto e come tale impone assunzione di responsabilità davanti alla società».
Si riferiva all’ art. 29 della Costituzione. Sul Family day del 2007 dichiarò: «È difficile capire perché c’ è uno sguardo carico di ideologia sulla famiglia. Tutto ciò che viene detto dalla Chiesa viene visto come ingerenza. Non c’ è bisogno di essere cattolici per difendere la famiglia. Quando non si coglie il fatto storico di un milione di persone in piazza si commette un errore gravissimo».
Vedremo ora se da premier Renzi compirà l'”errore gravissimo” di non cogliere “il fatto storico” di “due milioni di persone in piazza”.

Stavolta infatti non solo sta dall’ altra parte, ma è addirittura lui il promotore di una legge peggiore di quella del 2007. Come sia avvenuta una tale metamorfosi non si sa, ma appare evidente che per il potere Renzi è pronto a tutto.”

Antonio Socci

Libero Quotidiano.it, 31 gennaio 2016

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