VITA – Microcefalia, l’aborto non è l’unica soluzione. Storia di Angelina e Gwen, due grandi “micromamme”

Entrambe hanno avuto figlie affette da microcefalie e alle donne dicono: «Non abortite. Sarà l’esperienza che vi proverà di più di tutta la vostra vita, ma sarà anche la più gratificante»

Quando Anika è nata un neurologo disse ai suoi genitori, Angelina e Jesse, che la piccola, essendo affetta da microcefalia, sarebbe morta quasi certamente entro l’anno e nel frattempo non sarebbe mai stata in grado di muoversi in modo autonomo, mangiare e bere da sola, mostrare emozioni, riconoscerli come genitori. Angelina e Jesse quel giorno si sono sentiti morire ma oggi, a sei anni di distanza, mentre Anika fa il diavolo a quattro da una stanza all’altra della casa, è tutta un’altra storia.

«NON STA MAI SEDUTA». «Adora muoversi in continuazione», racconta alla Cnn la madre. «Non sta mai seduta un attimo e non è malaccio per una ragazzina che non doveva neanche essere in grado di camminare». La famiglia vive in Kansas e la loro storia non è interessante solo per la rarità della patologia di Anika (ne sono affetti 12 bambini su 10 mila negli Stati Uniti), ma perché dimostra quanto sia ideologica la campagna mediatica e istituzionale a senso unico sul cosiddetto caso Zika.

LEGGI

Comments are closed.