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VITA – Non abortiteli, non è vero che i bambini down sono destinati ad essere infelici

Lo statistico Roberto Volpi  sui nuovi test per individuare la trisomia 21: «Più cresce la capacità diagnostica, più diminuisce quella di accoglienza».

In Inghilterra le famiglie dei bambini affetti da sindrome di Down hanno protestato contro l’introduzione da parte del sistema sanitario nazionale del nuovo test sul Dna materno, che porterebbe gli aborti di questi bambini dal 90 al 92 per cento. «In Italia invece nessuno parla per smascherare un immaginario falso sulla condizione di queste persone, mentre occorrerebbe un battaglia culturale e di testimonianza», spiega a Roberto Volpi, statistico e autore di un volume  recentemente pubblicato da Lindau La sparizione dei bambini down. Un sottile sentimento eugenetico percorre l’Europa.

Le famiglie in protesta contro l’introduzione del test sono allarmate dal numero di aborti (oltre il 90 per cento) e dalla sparizione dei bambini malati. Qual è la situazione in Italia?
Premetto che i dati, come in Gran Bretagna e in Danimarca, non sono certi, questo perché i registri da regione a regione non sono uniformi e spesso hanno dei requisiti di attendibilità bassi. Ma si possono fare dei calcoli veritieri. In Europa, ogni 100 bambini Down individuati, 65 vengono abortiti. In Italia, facendo i calcoli a partire dai registri della Toscana e dell’Emilia Romagna, siamo a circa il 90 per cento di bambini Down abortiti. Sono numeri in linea con paesi come Spagna o Danimarca.

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