Come si è visto in California, dare sempre la colpa al climate change svia l’attenzione da ciò che si potrebbe e dovrebbe fare. Gestione delle foreste e cura della disponibilità d’acqua.
In un anno casi raddoppiati: 273 poliziotti feriti negli scontri. Il Coisp: “C’è un disegno eversivo”.
Le ultime violenze di immigrati di seconda generazione o illegali. Per accoglierli è stato fatto tanto. Ma non è bastato a frenare un’ostilità alimentata dalla delegittimazione della propaganda che dipinge un’Italia razzista e fascista.
Fino a un mese fa il pretesto era Gaza, adesso è Ramy. Nonostante gli appelli del padre a non strumentalizzare, nelle piazze si cerca “vendetta” contro polizia e carabinieri. L’allarme dei servizi.
Il caso Ramy ha creato disordini di piazza, di fatto sobillati da certa stampa che ha volutamente scambiato i malviventi per aggrediti.
Secondo l’ultima rilevazione Demos, tra gli elettori del centrodestra più del 70% crede che “una parte della magistratura sia politicizzata” e agisca perseguendo obiettivi “politici”
Essere – e non solo fare, come ricordava Rosario Livatino – magistrato oggi, nella complessa società in cui si vive, appare una responsabilità di non poco momento. Vi è sotteso l’impegno a dare una risposta, anche a sé stessi, sul proprio ruolo.
Sarà mai possibile, in Italia, una discussione seria sulla separazione delle carriere? Al momento, c’è poco spazio per l’ottimismo, in verità. I toni quasi epici con i quali l’A.N.M. sta lanciando una non meglio precisata “mobilitazione” politica e culturale, spacciando questa riforma ordinamentale come un sovvertimento costituzionale, lasciano pochi spazi.
Paulo Sérgio Pinto de Albuquerque è professore ordinario di Diritto Penale e Diritti Umani all’Università Cattolica di Lisbona. Intervista.
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Sulla separazione delle carriere tra giudici e PM11 gennaio 2025/ Nessun commento
di: Bruna Capparelli
magistratura
La separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri rappresenta ormai da anni un tema centrale nel dibattito sulla riforma della giustizia italiana. Tale proposta, sostenuta da una parte dell’opinione pubblica come misura per rafforzare la terzietà del giudice, solleva interrogativi sulla sua effettiva capacità di risolvere i problemi strutturali del sistema giudiziario e sulla sua compatibilità con i principi costituzionali.