Accorata supplica urbi et orbi, ai militanti tutti della vaccinocrazia e ai loro avversari, disertori e latitanti: finiamola con quest’infinita coda alla vaccinara. Lo dico a prescindere dalle singole convinzioni e dalle scelte in tema di vaccino. Abbiamo avuto la pandemia, abbiamo avuto la ricaduta, non se n’è ancora andata, temiamo che torni virulenta. Sono diciotto mesi, dico diciotto, che ne parliamo in maniera esagerata e ossessiva, che viviamo all’ombra del contagio e dei suoi rimedi. Perfino durante una guerra, eccetto i momenti più tragici, non si vive così sotto psicosi come facciamo noi con questo maledetto covid. In guerra si convive con le bombe, con le notizie dal fronte, con gli attacchi aerei e i combattimenti. Ma si fa anche altro, la vita continua. Il covid, invece, è diventato cronico ma resta il fatto del giorno, di ogni santo giorno.
La presentazione di Repubblica. del rapporto Gimbe: sul palcoscenico dei giornali italiani, Repubblica s’è scelto da tempo l’angolo prospettico dell’allarme permanente Leggi
È legittimo discutere sui provvedimenti governativi in materia di vaccini e green pass, ma è necessario stare attenti ad alcuni slogans che implicano principi etici su cui riflettere seriamente. Leggi
Ieri i funerali di De Donno, il medico pioniere della cura al plasma contro il covid. La procura di Mantova stabilirà le cause del suicidio, ma è da sciacalli presentare il suo lavoro come fallimentare. Ha dato fastidio perché ha gridato che il covid si sconfigge curandolo.
Il green pass è la prova che un individuo, avendo ricevuto almeno una dose di vaccino, ha molte meno probabilità di contagiarsi e trasmettere il virus rispetto a chi il vaccino non l’ha fatto. Lo Stato tutela la libertà di non vaccinarsi; non quella di mettere in pericolo gli altri. Leggi