Gli italiani amano lavorare da casa, comprare e pagare le bollette sul web: ma pensano che stare così tanto in rete faccia male
Ieri 24 milioni di persone sono state “liberate” dal governo per tornare a una vita (quasi) normale. In città si registrano ancora casi positivi, ma il Partito comunista ha deciso che può bastare. I cinesi festeggiano per le strade, ma non tutti: «Ho perso due mesi della mia esistenza»
«La comunicazione non verbale è determinata dalle espressioni del volto. Con la mascherina è necessario un maggiore sforzo per identificare una determinata emozione e ci permettono di metterci in empatia con l’altro. Quando abbiamo la mascherina indosso una buona fetta della comunicazione viene meno». La Bussola intervista lo psicologo Andrea De Nuccio sulle conseguenze deleterie dell’uso prolungato di mascherine.
Paolo Bonfanti, primario di Malattie infettive al San Gerardo di Monza: «È una condizione diffusa, ha una gravità variabile e non ci sono terapie ad hoc. Servono centri specializzati e linee guida»
Studio dell’Università Federico II e del Ceinge di Napoli: tre mutazioni genetiche alla base delle forme più lievi della malattia. I dati sono ora disponibili online a tutti i ricercatori del mondo
Malgrado l’allentamento (tardivo) delle restrizioni dall’1 maggio, ampie fette della società italiana – dai sindacati alla Cei – continuano a essere acquiescenti all’emergenzialismo sanitario di matrice governativa. Una situazione senza eguali all’estero, che si spiega sia con la propaganda martellante “dall’alto” sia con il Dna “corporativista” del nostro Paese.