Gay Pride a Disneyland il 1° giugno: una cultura dissacratoria vede le lobby Lgbtq occupare spazi di comunicazione sempre più vasti
Le nuove liturgie di casa Topolino non cresceranno una generazione più libera e felice, giocare con l’abolizione della differenza sessuale «spegne la funzione del bambino “portatore del nuovo”». Intervista a Claudio Risé
La casa madre di Topolino ha deciso che metà dei suoi personaggi dovrà essere Lgbtq, e al bando chi non crede che i bambini vadano trattati (in tutti i sensi) come adulti. Cioè la maggioranza degli americani
ADDIO, TOPOLINO: PER IL DIVERTIMENTO DEI NOSTRI BAMBINI TOCCHERÀ RIVOLGERCI ALTROVE, ALMENO PER IL MOMENTO
Ormai, come si è ben capito, la Disney è sempre più in prima linea nell’affermare e propagandare i dogmi Lgbt. Dopo il bacio gay nell’ultimo cartone animato su Buzz Lightyear (storico personaggio di Toy Story) è arrivata anche la presa di posizione dei vertici della casa cinematografica nel voler a tutti i costi inserire, entro poco tempo, fin oltre il 50% di personaggi dichiaratamente Lgbt e appartenenti alle varie minoranze.
NON PERMETTIAMO AI DIRIGENTI LGBT DELLA DISNEY DI USARE L’AZIENDA PER INDOTTRINARE I NOSTRI FIGLI! C’È SOLO UN MODO PER IMPEDIRE CHE LA DERIVA DELLA DISNEY SIA IRREVERSIBILE: IL BOICOTTAGGIO ECONOMICO!
Pro Vita & Famiglia ne ha parlato con Alberto Contri, manager con oltre cinquant’anni di esperienza nel settore della comunicazione, past president della Fondazione Pubblicità Progresso e docente universitario di Comunicazione Sociale.
Chiedere agli uomini se sono incinti. È questo ciò che dovrebbero fare medici e personale sanitario al Walton Center NHS Trust di Liverpool. L’indifferentismo sessuale dei moduli, dove non c’è più maschio e femmina, porta a questi ibridi assurdi.
Il Parlamento europeo ha deciso di bypassare il dibattito e la successiva votazione in plenaria su una direttiva – stilata dopo una richiesta della Commissione Europea – che contiene riferimenti al gender in sostituzione del sesso biologico e che riguarda il divario retributivo tra uomini e donne e le conseguenti misure di trasparenza salariale
Dopo la condanna in Appello contro il circolo Mieli, parla alla Bussola l’avvocato della scrittrice Silvana De Mari: «Dietro la sentenza motivazioni sociologiche, c’è il sospetto di ambiti che non possano essere criticati», dice Giovanni Formicola: «A processo abbiamo sostenuto che il Circolo Mario Mieli finanziato dallo Stato pone come modello positivo un cantore di pedofilia e coprofagia e non ha mai preso le distanze da quelle posizioni. In Cassazione sarà una buona battaglia per la libertà di espressione: la De Mari ha esercitato un diritto di critica, anzi, un dovere».