Un nuovo attentato si aggiunge alla lunga lista di attacchi contro la Chiesa cattolica in Nicaragua. Un gruppo di ignoti ha profanato l’immagine del Santuario di Santa Rita da Cascia a Teustepe: “Domenica 16 agosto dell’anno in corso, qualcuno ha provato a bruciare l’albero (che per 250 anni aveva sostenuto la venerabile immagine di Santa Rita in una casina di vetro); grazie a Dio si è bruciata solo la parte inferiore, ma in seguito la casetta che proteggeva l’immagine è stata presa e scossa al punto che l’immagine è stata totalmente danneggiata”, si legge nel comunicato ufficiale della parrocchia.
Romania, Ungheria e Polonia, tre delle più sbeffeggiate ed insultate nazioni europee dal circo mass mediatico, sono un esempio di serietà ed impegno in favore della memoria cristiana europea e della solidarietà verso i cristiani perseguitati del mondo. E’ forse per questo impegno che l’assalto a questi tre paesi ed ai loro leaders è così accanito e furibondo? Il sospetto è più che fondato, coloro che adorano una società senza identità (“aperta” o meglio evanescente) non possono sopportare chiunque altro difenda il cristianesimo.
Il 22 agosto è stata la giornata che l’Onu dedica alla Commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sul credo religioso. Un evento che si tiene per il secondo anno e che si colloca in una realtà, resa ancora più difficile dalle problematiche connesse alla pandemia di Covid-19.
Il video è per stomaci forti: in un vociare confuso e sconnesso si sentono bestemmie inframmezzate a brandelli di preghiere e avemarie maccheroniche. L’obiettivo è fisso sulla testa del crocifisso appena fatta saltare con un colpo di mazza. All’alba della domenica, di quel crocifisso non rimarranno che brandelli caduti a terra.
L’attentato compiuto nella cattedrale il 31 luglio deve allarmare chiunque abbia a cuore la libertà religiosa.
Il sacerdote è stato ucciso con colpi di arma da fuoco durante una sparatoria sull’autostrada. La diocesi: “un atto vile”, “un buon pastore completamente dedito alle sue pecore”.
Una molotov, la cappella ridotta a una bocca di fuoco, il crocifisso sfigurato dalle fiamme. Perseguitata e irrisa dai paramilitari di Ortega la chiesa nicaraguense non vacilla né dimentica le parole di Giovanni Paolo II
Una molotov, la cappella ridotta a una bocca di fuoco, il crocifisso sfigurato dalle fiamme. Perseguitata e irrisa dai paramilitari di Ortega la chiesa nicaraguense non vacilla né dimentica le parole di Giovanni Paolo II