«Ci siamo incontrati in questi ultimi mesi, ci siamo confidati le nostre idee e le nostre preoccupazioni. Abbiamo pregato e meditato in silenzio. Sviluppate attraverso sentieri differenti, le nostre riflessioni ci hanno quindi portato a scambiarci alcune lettere. La prossimità delle nostre preoccupazioni e la convergenza delle nostre conclusioni hanno fatto sì che, sull’esempio di sant’Agostino, prendessimo la decisione di mettere a disposizione di tutti i fedeli il frutto del nostro lavoro e della nostra amicizia spirituale» – Benedetto XVI e Robert Sarah
Libro esemplare per vedere e capire cosa significa sentirsi parte di un popolo e di una nazione: innanzitutto che si è disposti a sacrificare la propria vita per entrambi, e insieme, che si sperimenta la vera, profonda solidarietà umana.
Veronica, 15 anni, decide di raccogliere la sfida lanciata dalla prof di italiano: chiudere nel cassetto per un mese lo smartphone e provare e vedere come si vive senza Facebook, senza lnstagram, senza nemmeno Whatsapp.
Nel suo recente volume «Già & non ancora», don Piero Re medita sull’Avvenimento di Cristo, a partire dal mistero dell’Incarnazione del Verbo e dall’intimo desiderio del cuore di conoscere l’amore, e quindi Colui che ne è la sorgente. Un desiderio che oggi, nella cultura del vuoto in cui viviamo, è tanto più urgente riscoprire.
Oltre 500 pagine per imparare a rispondere alla dilagante marea anticattolica che si nasconde in centinaia di luoghi comuni diffusi e acriticamente accettati.
La storia di questi preti “è storia di un seme che – nella malattia, nella disabilità, nella sofferenza e nell’amore – germoglia e porta frutto, per il bene di tutti”, scrive De Carli nell’introduzione, prima di lasciare la parola ai 12 sacerdoti. E questo è davvero un libro nato dall’ascolto e dalla capacità di farsi prossimo a chi soffre.
Questo libro nasce dal desiderio di aiutare le persone a superare le immagini di Dio negative e malsane, che spesso hanno ferito la loro vita. Dinanzi alla situazione di queste persone abbiamo il dovere di chiederci: come è possibile fare una buona esperienza di Dio? È possibile annunciare Dio come una buona notizia?
Dall’homo oeconomicus al capitalismo, da Dio al dio-denaro. È sempre esistito un profondo intreccio tra economia e religione, tra mercato e spirito, ed esiste ancora, anche se abbiamo perso la capacità di vedere la dimensione religiosa dentro la vita economica e sociale.
La consapevolezza di una giovane madre surrogata che sotto la cupola argentea della foresta amazzonica lotterà per ritrovare se stessa e il senso profondo della maternità.
Il cristiano deve lottare contro il “modernismo” che una corrente di pensiero che ritiene la religione in generale e la fede cattolica in particolare un prodotto del subconscio umano. Viene così negata ogni manifestazione soprannaturale, in particolare la stessa divina rivelazione. Per questa ragione Pio X ha definito il modernismo la «somma di tutte le eresie», il cui sbocco finale è l’ateismo.