Le Dat consentono già di interrompere qualsiasi trattamento terapeutico e di sostegno vitale, ma se il Ddl Bazoli verrà approvato si estenderà la possibilità del suicidio assistito a tante categorie ritenute “improduttive” e “costose”. Lo Stato, così, aiuterà i fragili a sentirsi più fragili. E il ruolo del medico ne uscirà ulteriormente stravolto.
Nella sua Carugate, in Brianza, lo straordinario spettacolo musicale sull’avventura di Massimiliano Tresoldi, risvegliato dopo 10 anni di “silenzio”. Dando a tutti una lezione di gioia e di vita piena
I fautori di eutanasia e suicidio assistito hanno sempre presentato casi in condizioni disperate, ma l’obiettivo – com’è evidente nel Ddl Bazoli – è quello di includere tantissime persone ben lontane dalla malattia terminale. La maggior parte degli anziani si trova nella condizione richiesta dal Ddl. E i protocolli e le procedure non danno alcuna garanzia.
IL SUSSIDIARIO – ALAIN DELON SCEGLIE L’EUTANASIA/ L’ultimo copione di chi non sa accettare la realtà
Alain Delon ha scelto l’eutanasia. Pronto a recitare fino all’ultimo e fare da testimonial della dolce morte. Ma è una scelta di chi rifiuta la realtà
Samantha D’Incà, la donna trentenne rimasta in coma dopo un intervento chirurgico, è stata “lasciata andare” per volontà della famiglia. Il padre, nominato amministratore di sostegno, ha deciso di interrompere le cure e l’alimentazione, poi di somministrare la sedazione profonda. In meno di una settimana Samantha è morta. Ma non era moribonda, poteva vivere.
La dolorosa vicenda di Samantha D’Incà, la 30enne bellunese in stato vegetativo, per la quale i genitori hanno chiesto e ottenuto l’autorizzazione al trattamento di fine vita – con relativa interruzione di cibo e idratazione e l’avvio della sedazione – pone una serie di problematicità e si presta alle facili strumentalizzazioni. A commentare il caso con Pro Vita & Famiglia è il presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, Filippo Maria Boscia che, con l’occasione, ha ricordato qual è il discrimine che rende lecita la pratica della sedazione profonda.
A Belluno è morta Samantha D’Incà, dopo 14 mesi in stato di minima coscienza: aveva 30 anni e non aveva fatto nessun testamento biologico
Dopo il varo della legge sulla “morte volontaria medicalmente assistita alla Camera, si alzano le prime voci critiche da alcune sigle di ispirazione cristiana. Che chiedono interventi sul testo.