Dal 2017, anno di approvazione della legge sulle cd. Dat, la n. 219, abbiamo denunciato il pericolo del piano inclinato sul quale il nostro Paese si avviava: l’eutanasia era ormai legale. Ancora, in questi giorni, capita di incrociare manifesti pubblicitari dell’associazione “Luca Coscioni” che inneggiano alla disponibilità della vita dicendo che è diritto di ciascuno decidere se e quando morire.
CINQUE ANNI DOPO AVER LEGALIZZATO IL SUICIDIO ASSISTITO, LE HAWAII (USA) HANNO RIDOTTO DRASTICAMENTE IL PERIODO DI ATTESA PER I FARMACI LETALI
La Corte d’assise d’appello di Catania ha condannato Emilio Coveri (Exit-Italia), per aver rafforzato il proposito suicidario di una donna. Giusta la condanna, ma una parte della motivazione è curiosa e rivela la deriva pro-eutanasia del nostro ordinamento.
Quando si tratta delle pratiche di morte medicalmente assistita coloro che ne difendono la legalizzazione ritengono quasi sempre che non esista il cosiddetto “pendio scivoloso”, cioè il rischio che si cominci a praticare la morte assistita per chi la richiede e si finisca per somministrarla anche a chi non l’ha mai richiesta, e perfino coloro che ne riconoscono gli effetti ritengono che non sia sempre convincente come argomento.
I costi sanitari in Canada sono scesi dopo che la morte assistita è diventata legale.
Molte persone come la Turner chiedono il suicidio assistito perché non vogliono essere un peso per gli altri o perché temono sofferenze future: ma qualcuno che dimostra loro un po’ d’amore è una sufficiente ragione per vivere.
Il messaggio della XXII «Giornata Nazionale del Sollievo».
Dopo la pandemia l’agenda del reset sanitario tocca l’eutanasia. La Regione Veneto guidata da Zaia dovrà garantire un percorso fine vita a chi ne farà richiesta. In Consiglio regionale passa una mozione della minoranza che viene votata con due soli voti contrari. Un tradimento degli elettori di centrodestra che hanno votato contro l’eutanasia e una vittoria delle lobby eutanasiche.
Eutanasia Francia, via libera dalla commissione della CESE (Consiglio Economico) sul suicidio assistito ma è scontro sull’obiezione di coscienza per i medici
21 mesi dopo l’arresto cardiaco che ha causato gravi danni cerebrali, il 58enne ricoverato in una struttura della provincia di Oristano potrebbe morire per il distacco dei supporti vitali.