La terza virtù cardinale che esaminiamo nel nostro itinerario di Avvento è la carità, fondamentale per il cristiano come ricordava l’apostolo Giovanni: “Se uno dicesse: ‘Io amo Dio’, e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1Gv. 4,20).
La speranza è fondamentale nel contesto ma esistenziale ma anche nel cammino di fede. Affermava lo scrittore, poeta e saggista francese Charles Péguy: “Dice Dio: ‘La fede che preferisco è la speranza. La fede non mi stupisce (…). Ma la speranza, ecco quello che mi stupisce’. E sperare è difficile”.
Il periodo dell’AVVENTO per il cristiano è il “tempo forte” dell’attesa e della preparazione del Natale. Quattro settimane in cui il discepolo del Signore Gesù è invitato a assumere atteggiamenti e modalità idonee per accogliere nel proprio cuore, la notte di Natale, il “festeggiato”. La nostra proposta per questo Avvento 2021 è di riflettere sulle tre “virtù teologali”: fede, speranza, carità.
Accompagnare un famigliare malato o gravemente disabile nel periodo terminale della vita affinché “muoia con dignità” è un atto d’autentico e reale amore!
Il cristianesimo fornisce speranze e ragioni al timore della morte, poiché autorizza il credente a giustificare la morte come parte integrante di un cammino infinitamente più vasto; essa, non annulla la persona, ma la trasfigura mediante il perdurare dell’esistenza in tempi e in spazi differenti dagli attuali.
Vari autori affermano che l’atteggiamento che si assume d’innanzi alla morte trae origine principalmente dal comportamento perseguito nella vita, infatti ogni considerazione sulla morte richiama una determinata visione della quotidianità vissuta. Per questo troviamo due atteggiamenti divergenti: uno che fa riferimento all’attuale cultura secolarizzata, l’altro che guarda al cristianesimo.
Nel mese di novembre, che la tradizione ha dedicato alla commemorazione dei defunti, proporrò alcune riflessioni sulla morte ben conscio che dialogare sulla morte, cioè sull’unico evento certo al quale nessuno sfuggirà, è arduo, difficile e complesso e rischio, come ricordava Vittorio Messori nel testo “Scommessa sulla morte” di essere definito un “maleducato sociale”.
Ho letto occasionalmente una notizia che mi ha lasciato molto perplesso. L’ UNICEF, fondata nel 1946 per soccorrere i bambini vittime della guerra, oggi finanzia la diffusione di aborti e di contraccettivi. Eppure, raccolte per questa ed altre agenzie umanitarie, si svolgono anche nelle parrocchie. Vorrei conoscere la veridicità della notizia, e come posso soccorrere i bambini poveri ed ammalati dell’Africa, senza donare soldi per atti che non condivido. Giuseppe.
Può capitare di essere presi in giro perché credenti, soprattutto a scuola. Certo, non è per niente bello…ma cosa fare? Senti la risposta di don Alberto Ravagnati.
Commento alla Lettera “Samaritanus bunus” pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede che tratta la cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita. E’ di grande attualità in contesti societari, compreso quello italiano, dove il termine della vita sta rapidamente smarrendo valore e dignità, scordando che l’inviolabilità della vita è una verità basilare della legge morale naturale ed un fondamento essenziale dell’ordine giuridico.