6 ottobre 2025 

(solo parziale per motivi tecnici)

Prossimo aggiornamento settimanale, il 216°, DOMENICA 12 ottobre 2025

EDITORIALE

Anziani: come accostarli e quale futuro per loro?

Nei giorni scorsi abbiamo celebrato due Giornate Mondiali importanti: il 1 ottobre quella delle persone anziane e il 2 ottobre quella dei nonni. Per questo l’editoriale di questa settimana sarà dedicato agli anziani rispondendo a due domande: come accostarli? quale futuro per loro? anche perché la popolazione del nostro Paese è tra la più longeva d’Europa con una speranza di vita di  78 anni per gli uomini (era di 74 nel 2000) e 84 per le donne (80 nel 2000).

Il più delle volte, affrontando le tematiche riguardanti l’anziano, accentuiamo gli oneri sociali ed economici, elementi da non sottovalutare, scordando che questa categoria ha sostenuto lotte e sacrifici per lo sviluppo della società e la gestione della famiglia. Di conseguenza, è doveroso offrire loro l’accoglienza e la solidarietà che nel corso del tempo hanno donato, sconfiggendo il paradossale e velato rischio di colpevolizzarli per le esigenze che la loro età comporta.

Dio stesso, mediante l’anziano, realizzò alcune tappe fondamentali della Storia della Salvezza. Abramo anziano e Sara sterile, in età avanzata ottengono il dono del figlio Isacco dando concretezza al popolo eletto (cfr Gn. 18,1-11); Simeone e Anna, nel tempio di Gerusalemme, per primi riconobbero il Messia, sottolineando la sua missione salvifica (cfr Lc. 2,22-38).

Per prima cosa dobbiamo evidenziare che non esiste «la vecchiaia» ma «le vecchiaie», essendo l’invecchiamento un fenomeno strettamente personale. Anche le condizioni psico-fisiche sono variegate, passando da un’indipendenza totale ad una completa non autosufficienza. Troviamo il molto anziano (dopo gli 85 anni) autosufficiente sia in casa che fuori, che non tollera l’emarginazione, reclamando la permanenza sulla scena sociale, mentre altri, anche se giovani anziani (dai 65 ai 74 anni), seppure indipendenti per le piccole attività quotidiane sono bisognosi di supporto per quelle più impegnative, mentre alcuni, con scarsa capacità di movimento, necessitano un aiuto continuo.

Inoltre, non esiste una psicologia ma varie psicologie dell’anziano. Nelle senilità le differenze non riguardano unicamente le peculiarità genetiche, ma la situazione attuale e, soprattutto, la storia vissuta costruita da incontri e da perdite, da gioie e da dolori, da successi e da fallimenti; per questo, tanti affermano, che s’invecchia come si è vissuto.

La maggioranza degli anziani soffrono un problema comune; il dramma della solitudine e dell’isolamento, non come scelta di vita, ma conseguente alla rottura dei precedenti equilibri personali e sociali; abbandono del ruolo professionale, morte del coniuge, perdita degli amici… Per questo, alcuni sociologi, hanno definito la solitudine la «peste del 2000». Ammoniva la santa madre Teresa di Calcutta: «Noi crediamo che la povertà consista solo nell’aver fame di pane, nell’essere nudi per mancanza di vestiti, nell’essere privi di un’abitazione di mattoni e di cemento. Esiste una povertà più grande: quella di non sentirsi amati, non sentirsi desiderati; sentirsi emarginati».

Suggerisco quattro modalità per offrire all’anziano una degna qualità di vita, partendo dalla convinzione che è indispensabile accostarlo considerandolo nella sua globalità, reputandolo un valore da onorare e da servire, stimandolo un dispensatore di sapienza e, quindi, un maestro nella famiglia e nella società.

1.Accogliere la diversità rispettandola

Rispettiamo la dignità dell’anziano accogliendo le sue menomazioni, le trasformazioni, non sempre condivisibili e comprensibili, dell’umore e degli atteggiamenti, rammentando che a volte i gesti non comunicano quello che recepiamo da una lettura superficiale, nascondendo il desiderio di affetto e una diffusa paura. Una particolare accortezza richiedono le modalità di accostamento e, soprattutto, l’abusata abitudine di rivolgersi immediatamente con un tu non sempre accettato. Chi assume questo linguaggio, nella maggioranza dei casi, non è mosso da mode giacobine ma dal desiderio di familiarizzare. Però, questo comportamento, può generare nell’anziano un senso di subalternità e l’impressione di scarsa considerazione.

2.L’aiuto che sollecita

Chi si pone a fianco dell’anziano deve stimolarlo a valorizzare il presente e le sue potenzialità,  incitandolo a superare sia la tendenza centripeta che lo ingabbia nelle sue vedute rendendolo amorfo nei riguardi della realtà, sia la tentazione di considerarsi «una nave in disarmo». È dannoso sostituirsi a lui imponendo delle soluzioni o rimpiazzandolo nelle attività che può svolgere, seppure con lentezza.

3.La speranza che sostiene

Incontrando l’anziano dobbiamo proporgli momenti e spazi di speranza in un clima di apertura verso gli altri e verso le cose, sostenendolo nel ragionare positivamente, opponendosi al pessimismo che scaturisce dalle difficoltà nel recepire le nuove ed eversive istanze dei tempi contemporanei.

4.Apprezzare la loro esperienza

Per gli anziani dobbiamo essere i custodi delle loro esperienze e della loro memoria storica, a volte molto ricca di significato, che rischiamo di smarrire. Nella loro esistenza hanno accumulato un ricco patrimonio di esperienze di vita che permangono come un tesoro sempre attuale e valido. Una società, indifferente alla storia e ai valori degli anziani, non potrà programmare un futuro sereno essendo come un albero senza radici.

Se pensassimo maggiormente che nella terza età non gradiremmo essere trattati anonimamente e quasi con disprezzo, immediatamente modificheremmo alcuni atteggiamenti che assumiamo nei confronti degli anziani, iniziando dai nostri genitori e dai nostri nonni.

 Don Gian Maria Comolli

LA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 

XXVII domenica del Tempo Ordinario –  5 ottobre 2025

LA FEDE  (Lc. 17, 5-10)  

Il Vangelo di questa domenica ci invita a riflettere sulla nostra fede evidenziando l’importanza di questa ma anche la rarità.

Dobbiamo premettere che è facile illudersi di credere come pure banalizzare la fede. Tante persone, dopo una prova o una difficoltà, concludono: “Non credo più; ho perso la fede!”. Ma spesso non hanno perso la fede, bensì l’illusione di credere poiché la fede è qualcosa di molto serio. Quante volte, invece, si banalizza e si ridicolizza il credere anche con certe battute di cattivo gusto sui cristiani, sui preti e sulla Chiesa. Unicamente chi ha vissuto il buio e ha ritrovato la fede dopo una faticosa ricerca percepisce tutto il miracolo di questo dono. Un esempio sono i convertiti che Bernanos chiamava “persone scomode” perché sferzano la mediocrità e conservano sempre lo stupore dinanzi alla fede.

Due domande per la nostra riflessione.

Che cos’è la fede?

La fede principalmente non è una serie di verità da credere poiché questa è una conseguenza della fede ma non è la fede. È importante conoscere e giustificare le verità del cristianesimo ma non basta, poiché primariamente la fede deve appoggiare su qualcosa d’altro. La fede ha come riferimento Gesù Cristo, la sua persona, l’incontro con Lui e l’abbandono fiducioso alla Sua Persona e secondariamente in determinate idee da Lui insegnate. Di conseguenza, la fede, quando è autentica, trasforma profondamente la persona orientando e trasformando totalmente la vita. Solo quando mi accorgo e percepisco che Cristo è vivo, che Cristo è qui, che Cristo è nella Parola del Vangelo, che Cristo è nell’Eucaristia, che Cristo è nel sacerdote, che Cristo è nel fratello e nel bisognoso, solo allora percepisco cos’è la fede.

Cosa è accaduto agli apostoli per percepire di possedere una fede fragile, quasi infantile?

La motivazione la troviamo nell’insegnamento che avevano appena ascoltato sulla ricchezza, sull’abbandonarsi alla Provvidenza, sul saper rinunciare a qualcosa anche di caro, sull’indissolubilità del matrimonio, sul perdono… Gli apostoli si sono accorti di essere distanti, con la loro vita e il loro comportamento dalle esigenze del Vangelo, da ciò che il Maestro stava insegnando. Gesù, a prima vista, non risponde direttamente al quesito degli apostoli, non offre consigli pratici ma pone l’accento sulla potenza della fede, sopratutto di quella semplice e genuina: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: “Sii sradicato e trapiantato nel mare”, ed esso vi ascolterebbe». La sproporzione tra la quantità richiesta e il sorprendente effetto pro­dotto, indica che è immensa la forza della fede quando è vissuta con convinzione e costanza.

E’ un esempio santa Monica, madre di sant’Agostino, che con la preghiera intensa, pregnata da grande fede, riuscì ad allontanare il figlio dalla via del male che sembrava avere avuto il sopravvento ed ottenere da Dio il dono della conversione. Nell’ultimo colloquio con il figlio confida: «Una sola cosa mi faceva desiderare di vivere ancora un poco: vederti cristiano cattolico prima di morire. Dio m’ha concesso più e meglio: vederti disprezzare le gioie terrene e servire Lui solo» (Confessioni).

Sono un esempio anche i genitori che soffrono il dramma dei figli che hanno abbandonato la fede ma continuano a perseverare con la loro fede e la loro preghiera.

Buona domenica

 ATTUALITA’

Figli di un “Dio minore” 

In questi giorni tutti siamo rivolti alla tragedia di Gaza. E facciamo bene piochè sta provocando centinaia di morti, soprattutto bambini. Ma mi chiedo: tutti gli altri bambini uccisi sono “figlio di un dio minore”? Mi riferisco a quelli uccisi dalle 56 guerre in corso nel mondo che dall’inizio del 2025 hanno provocato milioni di morti, in particolare quella del Sud Sudan.  Ebbene, questa guerra interna, sta causando una gravissima crisi umanitaria con milioni di profughi e una diffusa insicurezza alimentare, quindi da considerare come una delle peggiori catastrofi umanitarie del mondo: 12 milioni di sfollati e quasi 25 milioni di persone a rischio fame.

E poi, lasciatemolo dire, il dramma dell’aborto. Dall’inizio del 2025 oltre 34milioni di bambini uccisi nel mondo di cui circa 60 milioni in Italia (cancellazione di una città come Como). Le indignazioni per tutto ciò ne ho sentite davvero poche poiché sono figli di “un dio minore”!

Il “contatore” degli aborti

Controlla in tempo reale il numero degli aborti nel mondo dal 1 gennaio 2025

Oggi siamo a 34.26.000

VERIFICA IL CONTATORE

Quando le scienza è “messa a tacere”

Abbiamo più volte evidenziato che l‘inizio di una vita umana oggi non è più determinato dalla religione ma dalla scienza affermando che la prima fase della vita inizia con l’incontro dello “spermatozoo maschile” e l’ “ovocita (o oocita) femminile” nella tuba uterina (o tuba di Falloppio) attorno al quattordicesimo giorno del ciclo mestruale originando il “processo del concepimento”, cioè l’inizio  dell’avventura umana di un individuo detentore di un “nuovo” DNA composto da ventitré cromosomi dello spermatozoo e ventitré cromosomi dell’ovocita che guiderà lo sviluppo di una nuova persona. Ebbene, un DNA geneticamente differente dall’uomo e dalla donna che lo hanno concepito, quindi dotato di una “vita propria”. È questo il momento di “non ritorno” poiché i due patrimoni genetici hanno costituito un individuo intersecandosi a vicenda. Verità ben ribadita da manuali di embriologia e da scienziati. Interessante ad esempio l’articolo del professor Angelo Vescovi presidente del Comitato Nazionale di Bioetica apparso sulla Stampa del 8 dicembre 2023 dal titolo “La vita inizia con il concepimento; è una rigorosa verità scientifica”. Di conseguenza ogni aborto, i 33.325.000 dall’inizio dell’anno compiuti nel mondo e gli oltre 60mila attuati ogni anno in Italia, per chiamarli con il loro nome sono OMICIDI autorizzati dalle varie leggi nazionali. Realizzati  con i nostri soldi.

Quello che inoltre è messo a tacere, e questo è gravissimo, sono i rischi soprattutto a livello mentale che corrono le donne che abortiscono. Interessante ma ovviamente taciuta una ricerca di Auger N et al, “Induced abortion and implications for long-term mental health: a cohort study of 1.2 million pregnancies”, Journal of Psychiatric Research, Volume 187, July 2025, Pages 304-310), pubblicata sul Journal of Psychiatric Research. La ricerca ha studiato 28.721 aborti indotti e 1.228.807 nascite negli ospedali del Quebec, Canada, tra il 2006 e il 2022  e ha rilevato che agli aborti sono associati tassi più che doppi di ricoveri ospedalieri per problemi di salute mentale delle madri, in particolare per  disturbi psichiatrici, abuso di sostanze e tentato suicidio.

Wesley Smith del National Review  sottolinea che lo studio è notevole e per le sue dimensioni e portata, e per la sua pubblicazione su una rivista medica mainstream, sottoposta a revisione paritaria da parte di autori non identificati come pro-life. Da ultimo evidenziamo che dal 1993 al 2018, sono stati condotti almeno 75 studi che hanno esaminato il legame tra aborto e salute mentale. Due terzi di questi studi hanno mostrato una correlazione tra aborto e conseguenze negative sulla salute mentale (depressione, ansia, abuso di sostanze e comportamenti suicidari), rispetto alle donne con gravidanze indesiderate che scelgono di partorire.

La follia dell’OMS

Se non si parlasse di vite umane uccise l’ultima presa di posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sarebbe ridicola. Sto parlando dell’inserimento delle pillole abortive nell’elenco dei “medicinali essenziali” ma la differenza è che mentre ogni farmaco dovrebbe debellare una patologia questi ultimi uccidono bambini innocenti nell’utero materno. Un’ assurdità un medicinale che uccide ma purtroppo difeso dall’odierna ideologia che  pone l’interruzione della gravidanza come un diritto della donna che deve poter sempre autodeterminarsi.

E concludo ricordando il parte ciò che ho ribadito nella precedente riflessione. Ha ribadito la ginecologa Ingrid Skop del Charlotte Lozier Institute che i farmaci abortivi “hanno un tasso di complicazioni quattro volte superiore a quello dell’aborto chirurgico e fino a una donna su cinque avrà una complicazione e una su venti dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico”. E così conclude la dottoressa per sottolineare il dramma delle donne : “Uno studio recente dal titolo ‘Patients experiences with pain and bleeding in first-trimester abortion care’  ha rilevato che più di un terzo delle donne che hanno fatto uso di farmaci abortivi non era preparata all’entità del dolore e del sanguinamento a cui ha dovuto far fronte”. 

Quando riusciremo a fermare questa follia? Perché anche l’Italia non segue l’esempio degli Stati Uniti di Donald Trump, interrompendo tutti i finanziamenti all’OMS e ritirandosi da questa organizzazione che promuovendo uccisioni ha tradito la sua mission?

Ebbene, coloro che dovrebbero occuparsi e preoccuparsi della salute dell’umanità, coordinando gli sforzi dei singoli Stati inserendo mifepristone e misoprostolo nell’elenco dei farmaci essenziali del 2025 nuovamente hanno attentato alla salute delle donne lasciando perdere tutti i consigli alla prudenza giunti dalle organizzazioni pro-life di diversi Paesi.

 

LETTERA APERTA – COSA HANNO COMPRESO GLI STUDENTI DELLO SCIOPERO A FAVORE DI GAZA DELLA SCORSA SETTIMANA?

Voglio ringraziare di cuore ciascuno di voi per il tempo dedicato al mio ultimo post , per le tante visioni soprattutto in linkedin (oltre 33.000)  e per i vostri commenti alcuni molto interessanti.  Essendo molto faticoso  a rispondere a ciascuno di voi personalmente, prendo in considerazione alcuni temi che tanti hanno sottolineato, non certamente perché gli altri sono meno importanti ma per una questione di spazio e per non mettere ulteriormente a prova ulteriormente la vostra pazienza. Farò tre osservazioni.
 
1.Mi dà fastidio che tanti criticato le mie osservazioni con la scusante che sono “prete”. Pur essendo prete, sono cittadino italiano, pago le tasse come tutti i cittadini, a partire dall’IMU, quindi ho diritto come tutti alla libertà di pensiero.

2.E’ inutile che ce lo neghiamo. Dalla fondazione della Costituzione a oggi sono trascorsi decenni con cambiamenti epocali, e allora cari Sindacati, sarebbe il caso di progettare altre metodologie di sciopero altrimenti rischiate di rimanere schiavi del passato che non difende più nessun diritto del lavoratore. Serve creattività ma voi purtroppo vi siete chiusi nelle vostre comode e anche arricchetti “nicchie”.

3.Per quanto riguarda l’argomento specifico lo rapporto con la scuola. Non avrebbe avuto più valore, al posto dello sciopero, un’ ora di discussione (non pagata) nelle classi sul dramma di Gaza di cui ragazzi e adolescenti conoscono ben poco? Modalità diversa e molto più costruttiva di fare sciopero!

Grazie dell’attenzione.

Il libro della settimana 

P.Crepet, IL REATO DI PENSARE, Mondadori, pp. 180, euro 19

 

Paolo Crepet psichiatra, sociologo e scrittore, da anni ci provoca e ci stimola a riflettere con lucidità critica sul nostro tempo. In questo nuovo saggio invita a difendere la libertà più autentica: quella di un pensiero libero e coraggioso, capace di resistere all’omologazione. (APPROFONDISCI)

LA NOSTRA BIBLIOTECA

https://www.gianmariacomolli.it/category/libri/

 

Il film della settimana

LA DONNA NELL’OMBRA (2025)

Sara (Teresa Saponangelo), la protagonista del noir thriller psicologico italiano di maggiore successo di Netflix, è una donna «vera», una donna che si può incontrare per strada senza notarla: capelli grigi non curati, struccata, sempre apparentemente dall’altra parte della strada rispetto a ciò che accade in quel momento davanti ai suoi occhi. In realtà lei si rivela, tra tutti, l’unica in grado di osservare e comprendere gli eventi e le persone con acutezza e precisione, anche grazie alla sua eccezionale capacità di leggere il labiale a distanza.

I NOSTRI FILM

https://www.gianmariacomolli.it/category/film/

 

LE DOMANDE AL DON (31)

La sperimentazione sugli animali

La “sperimentazione sugli animali” a cui molti si oppongono è un argomento che riguarda tutti noi, poiché la vita umana ha raggiunto livelli di benessere sempre maggiori usufruendo anche delle sperimentazioni cliniche sviluppatesi prevalentemente dagli ultimi decenni del secolo scorso e nei primi del XXI° secolo. Inoltre, qualcuno, in un determinato periodo della vita, potrebbe sentirsi rivolgere dal medico che lo sta curando magari per una grave patologia:  “Di un po’, ti dispiacerebbe unirti ad altri pazienti per darci una mano nel fare una ricerca molto importante che stiamo intraprendendo?”. E noi, sgomenti per la nostra salute, con un potere di scelta minimo avendo magari ancorato tutte le nostre speranze a chi ci rivolge la richiesta, potrebbe risponde prontamente “sì”. Ecco perché da medico ritengo la sperimentazione sugli animali un piccolo gradino di sicurezza in più per l’uomo. Lei cosa ne pensa? Vittorio

LA RISPOSTA DEL DON

Faccio una premessa per non risultare un tuttologo (ruolo che non mi piace). Rispondo a questa interessante domanda essendo stato per dieci anni responsabile della segreteria tecnico-scientifica del Comitato Etico dell’ospedale San Giuseppe di Milano e presidente dei Comitati Etici per la sperimentazione degli ospedali Predabissi di Melegnano (Mi), IRCCS Eugenia Medea di Bosisio Parini (Lc) e San Giuseppe di Milano. Ciò mi ha obbligato, forse il termine è errato, a studiare e approfondire l’argomento.

ECCO LA RIPOSTA

LE VARIE RISPOSTE DEL DON

 

PERCHE’ NON DIVENTI VOLONTARIO?

UN BREVE CORSO PER COMPRENDERE CHI E’ IL VOLONTARIO

Presentazione settimanale di un’associazione di volontariato

AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue)

LA MISSION

AVIS è un’associazione privata, senza scopo di lucro, che persegue un fine di interesse pubblico: garantire la disponibilità di sangue e dei suoi emocomponenti a tutti i pazienti che ne abbiano necessità.

L’ATTIVITA’

AVIS conduce la propria mission attraverso la promozione del dono, la chiamata dei donatori e in alcuni casi anche la raccolta diretta di sangue, d’intesa con le strutture ospedaliere pubbliche.

DIVENTA VOLONTARIO

1.300.000 Volontari – 3.300 Sedi

APPROFONDISCI

Ricerca Sede

CONOSCI L’AVIS

 

ALCUNE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

 

ALCUNE FRASI PER LA RIFLESIONE

IL “PROTETTORE” DEL BLOG

Il Protettore di questo blog è il BEATO GIUDICE ROSARIO LIVATINO assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990 che è stato non solo un “uomo pensante” ma anche un magistrato modello e una persona di grande e autentica fede: «Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili». Quindi. come affermò san Giovanni Paolo II un “martire della giustizia e indirettamente della fede”. Pur partecipando alla Messa ogni giorno, forse nessuno ha notato la sua azione religiosa ma l’effetto di quell’azione, cioè la testimonianza. Dunque una fede non da mostrare nelle forme ma da rendere leggibile nella testimonianza. E, ogni suo documento, al termine, era siglato con STD (SUB TUTELA DEI). Il mio auspicio è che anche i molti visitatori di questo blog, seguendo il suo esempio, si pongano “sub tutela Dei” e testimoni, anche con le argomentazioni da uomini pensanti, di principi e di valori fondamentali alla nostra società e alle future generazioni. GRAZIE.
Per conoscere il beato Livatino:

-La vita

-«L’uomo che ho ucciso, Livatino, – ha affermato: oggi mi aiuta a coltivare la speranza»

-Un commento sul Giudice Livatino

 

In LINKEDIN con 8.434 collegamenti e 10.019 follower, troverete un proseguo del Blog con aggiornamenti quotidiani oltre il commento al Vangelo del giorno

(ultima settimana impressioni: 58.864) – VISITA

Oppure visita FACEBOOK. 27.883 follower

Visite blog DELL’UOMO PENSATE

Dal gennaio 2019: 3.089.656

Ultima settimana: 40.695

RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE ONLINE

Gli articoli poco evidenziati o contro-corrente

     Dall’Italia e dal mondo

Fatti, commenti, opinioni, idee…

 

Italia e opinioni

Mondo e opinioni

ARCHIVIO

Papa Leone XIV, Cattolicesimo e Chiesa 

Alcuni discorsi di Papa Leone XIV e commenti

Notizie della Chiesa

Giubileo

ARCHIVIO

Famiglia

Scuola

ARCHIVIO

 Testimoni

STORIE DI MOLTI TESTIMONI

 SOSTIENI CHI “FA IL BENE” ANCHE A NOME TUO 

 

Il Blog dell’ “Uomo pensante” vuole combattere stereotipi e pregiudizi, non sta dalla parte di nessuno ma si basa unicamente sulla verità dei fatti e si propone di essere il più inclusivo possibile. Come potete notare, nonostante i numeri soddisfacenti di entrate giornaliere, non vi è nessuna pubblicità per non essere manipolato dagli inserzionisti. Per questo, se presto un servizio che ritenete buono, chiedo la vostra generosità nei confronti di chi fa il bene anche a “nome vostro”.
Evidenzio due situazioni: i sacerdoti e un prete mio caro amico che gestisce una comunità di persone fragili.

I sacerdoti

I sacerdoti sono un dono perché donano la loro vita agli altri. Dona anche tu. Il tuo bel gesto nei confronti dei sacerdoti è riconosciuto anche dal sistema fiscale. Una donazione, infatti, è deducibile dal reddito annuale se effettuata a favore dell’ICSC (Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero) attraverso: carta di creditoconto corrente postalebonifico bancario.
Per le donazioni tramite conto corrente postale o bonifico bancario usare la causale “erogazione liberale art. 46 L.222/85”. Le donazioni per i sacerdoti sono deducibili dal reddito annuale fino a un massimo di euro 1.032,91.
Un sacerdote vive con molto meno di quello che si crede. E fa molto di più.
Dal 1984 è stata soppressa la retribuzione statale ai sacerdoti e il loro sostentamento è affidato esclusivamente alla tua generosità. In Italia esistono più di 35.000 sacerdoti che donano la propria vita agli altri. Con ogni tua offerta puoi garantire a queste persone una dignitosa sussistenza e contribuire alle loro missioni quotidiane, sempre rivolte ai più sofferenti. Basta un piccolo contributo per dare sostegno a tanti.
Mentre le offerte che fai direttamente in chiesa aiutano esclusivamente il sacerdote della parrocchia, le donazioni presenti in questo sito sono ripartite equamente tra tutti i sacerdoti per assicurare loro una vita decorosa.

GUARDA IL VIDEO

Don Giusto Della Valle

Don Giusto Della Valle è un sacerdote, mio caro amico, della diocesi di Como e attualmente è il parroco di San Martino a Rebbio, un quartiere di Como. Oltre che essere parroco ospita circa 50 persone immigrate a cui fornisce vitto e alloggio. Per questo suo grande impegno è conosciuto e apprezzato in tutta la città. 

Una testimonianza

“Nell’estate 2017, in piena emergenza migranti, ho incontrato Don Giusto Della Valle, una persona eccezionale impegnata a togliere le sofferenze. Il dramma delle migrazioni mi ha da sempre angosciato e da tempo desideravo poter fare qualche cosa per loro. Con lui ho cercato un immobile da ristrutturare così da poter ospitare minori stranieri non accompagnati e l’abbiamo individuato a Rebbio (Como), in via Giussani 35. L’immobile apparteneva al “Collegio delle Missioni Africane” noto anche come “Missionari Comboniani” ed il ricavato della vendita serviva loro per sostenere l’ospedale da loro gestito di Mapuordit nel Sud Sudan, danneggiato alla guerra: una bellissima combinazione. Nel corso della progettazione del nuovo immobile la politica italiana sulla migrazione è cambiata e di conseguenza abbiamo riorientato il progetto verso i bisogni della comunità. La Casa oltre che ad essere aperta al quartiere e alla città dovrà essere un luogo d’educazione e integrazione ed potrà offrire un riparo ai minori non accompagnati, alle mamme in difficoltà con figli e ai piccoli di qualsiasi nazionalità, con attenzione particolare alle situazioni di maggiore fragilità. Un piano dell’immobile suddiviso in quattro appartamentini ed è a disposizione di nuclei familiari che vivono momenti di fragilità umana ed economica. Il cantiere di casa “Caracol” è terminato a fine 2019 e l’attività sociale gestita dalla parrocchia di Rebbio e da Symploké (nata dalla Caritas diocesana di Como) è iniziata nel corso della primavera 2020” (Carlo Crocco, Presidente della Fondazione MDM).

Un video

Como, il meraviglioso cuore di don Giusto fa innamorare i musicisti della Scala: concerto strepitoso per la solidarietà

DONA A DON GIUSTO:  IT48K0843010904000000093297

Pillola di Saggezza Mensile