21 giugno 2025  

(Prossimo aggiornamento, il 203°, SABATO 28 giugno 2025)

Il buon POLITICO

Dal 20 al 22 giugno la Chiesa celebrerà il Giubileo dei Governanti, per questo dedicherò a loro l’editoriale di questa settimana proponendo delle riflessioni riferendomi a Papa Francesco, e più in particolare, mi soffermerò sul messaggio che ha voluto trasmettere nell’Enciclica “Fratelli tutti” al capitolo quinto (numeri 176-197).

Una carità sociale e politica

Il Papa introduce il tema della politica prendendo atto di come molti percepiscono questo aspetto della vita societaria e si pongono alcune domande. “Per molti – afferma il pontefice -la politica oggi è una brutta parola, e non si può ignorare che dietro questo fatto ci sono spesso gli errori, la corruzione, l’inefficienza di alcuni politici. A ciò si aggiungono le strategie che mirano a indebolirla, a sostituirla con l’economia o a dominarla con qualche ideologia. E tuttavia, può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza una buona politica?” (176).

La politica di cui c’è bisogno

La politica di cui c’è bisogno, sottolinea il Papa, è quella che dice “no” alla corruzione, all’inefficienza, al cattivo uso del potere, alla mancanza di osservanza delle leggi (cfr. 177).
La politica di cui c’è bisogno, prosegue il Pontefice, “non deve sottomettersi all’economia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia”. Al contrario, è la politica che deve possedere una visione ampia affinchè l’economia sia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda al bene comune. L’economia non può e non deve sostituirsi al potere reale dello Stato! (cfr. 177).
La politica di cui c’è bisogno, conclude Francesco, è quella che supera l’ interesse immediato progettando un bene comune a lungo termine (cfr. 178).
Abbiamo bisogno, ammonisce il Papa, di “una politica che pensi con una visione ampia, e che porti avanti un nuovo approccio integrale, includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisi” (177).
Abbiamo bisogno, conclude Francesco, di “una sana politica, capace di riformare le istituzioni, coordinarle e dotarle di buone pratiche, che permettano di superare pressioni e inerzie viziose” (177).

L’amore politico

Il Papa, dopo aver descritto i compiti della politica, ne elogia la grandezza: “è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune” (180). Ma per procurarsi questa nobiltà, la politica deve, oltre che superare l’individualismo, possedere come fondamento “la carità”, che qui il Papa chiama: “carità sociale” essendo l’esercizio di questa arte, una delle forme più alte dell’amore, dell’altruismo e della fratellanza.
Ebbene, la carità sociale, cioè quella che dovrebbe guidare i rapporti sociali, economici e politici fa amare il bene comune, ovvero, il bene di tutte le persone, apprezzate sia come individui e come popolo.

Amore efficace

La carità che con il suo dinamismo universale può costruire un “mondo nuovo”, deve procedere con la “verità” che va oltre il sentimentalismo soggettivo, preda delle emozioni e delle opinioni contingenti dei singoli.
E, la verità, rammenta il Papa, deve essere accompagnata dalla “ragione” e dalla “fede”. Unicamente la verità così interpretata consente di affrontare i problemi odierni e di innovare sia organizzazioni sociali che ordinamenti giuridici (cfr. 183/185).

L’attività dell’amore politico

Il Papa ricorda che l’amore può essere suddiviso in due tipologie.
L’amore “elicito”, cioè la carità personale e concreta diretta alla singola persona; ad esempio la vicinanza con il fragile, ma esiste pure un’altra tipologia di amore: quello “imperato”, cioè quegli atti di carità “che spingono a creare istituzioni più sane, ordinamenti più giusti, strutture più solidali” (186).
E’ questo l’amore che dimostriamo alle persone che non conosciamo, organizzando e pianificando progetti e programmazioni per migliorare le varie condizioni di vita.

I sacrifici dell’amore

Inoltre, nel politico, non può essere assente un amore preferenziale per gli ultimi che vanno “riconosciuti e apprezzati nella loro immensa dignità, rispettati nel loro stile proprio e nella loro cultura, e pertanto veramente integrati nella società” (187) superando il modello “funzionalista” che osservando unicamente il risultato produce la “cultura dello scarto”.
Ebbene, compito della politica, è ricercare soluzioni all’esclusione sociale ed economica affinché ogni essere umano possa diventare artefice del proprio destino.
Quali le sfide da affrontare? Essendo l’Enciclica rivolta al mondo, il Papa rievoca alcune minacce universali: dall’esclusione sociale al commercio di organi e di tessuti umani, dalla prostituzione allo sfruttamento sessuale dei piccoli, dal lavoro schiavizzato al traffico di droghe e di armi (cfr. 188), senza scordare la “tratta”, una vergogna per l’umanità” e la “fame”, che è un crimine, essendo l’alimentazione è un diritto inalienabile (cfr. 189).

Amore che integra e raduna

Da ultimo, ribadisce il Papa, la buona politica si esprime nella totale apertura al confronto e al dialogo con tutti, anche con gli avversari politici, per identificare convergenze perlomeno riguardo alcuni temi, compiendo rinunce a favore del bene comune (190). Ma, ciò richiede, “il valore del rispetto, l’amore capace di accogliere ogni differenza, la priorità della dignità di ogni essere umano rispetto a qualunque sua idea, sentimento, prassi e persino ai suoi peccati” (191).

Più fecondità che risultati

Il politico, svolgerà il ruolo affidatogli con lo stile descritto, se non scorderà che egli stesso è un “essere umano” chiamato a vivere l’amore nelle sue quotidiane relazioni interpersonali (cfr. 193) senza omettere “la tenerezza”, cioè “l’amore che si fa vicino e concreto (…). Il movimento che parte dal cuore e arriva agli occhi, alle orecchie, alle mani (…). La strada che hanno percorso gli uomini e le donne più coraggiosi e forti” (194).
Così conclude il Papa. “In mezzo all’attività politica, i più piccoli, i più deboli, i più poveri debbono intenerirci: hanno diritto di prenderci l’anima e il cuore. Sì, essi sono nostri fratelli e come tali dobbiamo amarli e trattarli” (194).

Due conclusioni

Per il politico.

Di fronte a un ruolo così complesso ma contemporaneamente elevato, il politico non può rimanere indifferente ma interrogarsi: “A che scopo? Verso dove sto puntando realmente?”. Dopo alcuni anni, riflettendo sul proprio passato, la domanda non sarà: “Quanti mi hanno approvato, quanti mi hanno votato, quanti hanno avuto un’immagine positiva di me?”. E poi le domande più dolorose: “Quanto amore ho messo nel mio lavoro? In che cosa ho fatto progredire il popolo? Che impronta ho lasciato nella vita della società? Quali legami reali ho costruito? Quali forze positive ho liberato? Quanta pace sociale ho seminato? Che cosa ho prodotto nel posto che mi è stato affidato?” (197).

Per il cittadino cristiano.

Dobbiamo pregare per i nostri governanti! È questo un consistente supporto che i cittadini donano a chi gestisce il bene comune come più volte richiamato dallo stesso Papa Francesco nelle sue omelie mattutine pronunciate dalla Cappella di Casa Santa Marta fino a definire “un peccato da portare in confessione non pregare per i governanti” (18 settembre 2017).
Pregare, anzitutto, affinché i politici si pongano certe domande… Pregare affinché Dio, il Governatore della Storia, doni agli eletti dal popolo: “la saggezza per governare”.
E, il nostro pensiero, si rivolge al re Salomone che ben comprendendo la sua piccolezza e mediocrità di fronte ad un incarico oneroso, così invocava Dio: “Dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono, perché io sono uomo debole e dalla vita breve, incapace di comprendere la giustizia e le leggi. Inviala dai cieli santi, mandala dal tuo trono glorioso, perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica e io sappia ciò che ti è gradito” (cfr. Sap. 9,1-18).

Don Gian Maria Comolli

PS. Sotto questo articolo troverete la “Preghiera del buon umore” scritta dall’Inglese Sir Thomas More, latinizzato in Thomas Morus e italianizzato in Tommaso Moro, ex Lord Alto Cancelliere di Gran Bretagna e ucciso da Re Enrico IV quando impose il giuramento dell’atto di successione, che oltre il riconoscimento del divorzio da Caterina d’Aragona e del matrimonio di Anna Bolena comportava la proibizione di ubbidire al papa (1534). Moro non accettò e fu decapitato. (Approfondisci)

LA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 

22 giugno 2025 – SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO  – (Lc. 9,11b-17)

Celebriamo questa domenica la solennità del Sacratissimo Corpo e Sangue di Cristo, cioè di quel pane e di quel vino che in ogni Messa, mediante le parole del sacerdote, si trasformano nel corpo e nel sangue di Gesù.
Tra le tante cose che potremmo dire sull’Eucarestia porrò in evidenza un concetto molto importante quello di memoriale. Gesù disse, durante l’Ultima Cena con i suoi apostoli: “Fate questo in memoria di me”.

La memoria è una delle facoltà più misteriose e più grandiose dell’uomo; senza memoria, cesseremmo di essere noi stessi, perderemmo la nostra identità.
Ma, non solo l’individuo, anche il gruppo umano, cioè la famiglia o la nazione hanno le loro memorie. Allora, la ricchezza di un popolo, non si misura dalle riserve auree quanto dalle memorie che conserva nella sua coscienza collettiva.
Questo ricchissimo retroterra umano circa la memoria ci dovrebbe aiutare a comprendere meglio l’Eucaristia per il cristiano. Essa è un memoriale poiché ricorda l’evento a cui ormai tutta l’umanità deve la sua esistenza: la morte e la risurrezione di Gesù.
Ma, l’Eucaristia, ha qualcosa che la distingue da ogni altro memoriale. Essa è una “memoria” e una “presenza” contemporaneamente; una presenza reale e non solo intenzionale poiché ogni Messa rende realmente presente Gesù in mezzo a noi, anche se nascosto sotto i simboli del pane e del vino. Di conseguenza, chi non partecipa alla Messa della domenica, non solo non incontra il Signore Gesù, ma recide pian piano le sue stesse radici, e senza radici si vive male!

La memoria si può trasformare facilmente in una sterile e paralizzante nostalgia. Il memoriale eucaristico, cioè la Messa, non appartiene a questa specie di ricordi; al contrario la Messa ci proietta in avanti. Non a caso, dopo la consacrazione, acclamiamo: “Annunciamo la tua morte, Signore. Proclamiamo la tua risurrezione. Nell’attesa della tua venuta”.
Un’ antica antifona, attribuita a san Tommaso d’Aquino, dal titolo “O sacrum convivium” definisce l’Eucaristia il sacro convito in cui “si riceve Cristo, si celebra la memoria della sua passione, l’anima si riempie di grazia e a noi viene dato il pegno della gloria futura”.

Buona domenica

 

IL “CONTATORE” DEGLI ABORTI

Controlla in tempo reale il numero degli aborti nel mondo dal 1 gennaio 2025

Oggi siamo a 21.158.000

VERIFICA IL CONTATORE

 

LA “DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA”

L’obiettivo del libro non è solo quello di illustrare e attualizzare i temi e riflessioni intorno a molteplici argomenti, ma soprattutto quello di stimolare molti a “rimboccarsi le maniche” affinché ognuno possa offrire il proprio contributo alla costruzione di una società “alternativa”, dove Dio e la vita dell’uomo siano nuovamente rispettati, venerati e onorati.

Ha affermato Papa Leone XIV sabato 11 maggio incontrando i Cardinali e spiegando loro perchè il nome “Leone”. «Diverse sono le ragioni (…)  ma principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; E OGGI LA CHIESA OFFRE A TUTTI IL SUO PATRIMONIO DI DOTTRINA SOCIALE per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».

CONOSCI IL TESTO

BREVI VIDEO RIGUARDANTI IL PRIMO CAPITOLO

 

BIOETICA

Le librerie espongono vari testi sui temi bioetici redatti da autorevoli studiosi. Abitualmente, però, si passa oltre valutandoli complessi e reputando gli argomenti rivolti agli “addetti ai lavori” (bioeticisti, ricercatori, scienziati…). Al contrario, il testo che vi presento, si propone di superare questo pregiudizio, narrando la bioetica con un linguaggio semplice e chiaro, pur conservando intatto il rigore scientifico.
Il libro, dopo aver posto le basi del discorso etico e bioetico, esaminerà i momenti fondamentali della vita, ponendo l’attenzione ad alcune problematiche esistenziali e sociali affinchè la vita umana sia rispettata in tutte le sue fasi dal concepimento alla morte naturale.

CONOSCI IL TESTO

ALCUNI VIDEO CON INTERVISTE A “TV PADRE PIO” SUGLI ARGOMENTI PRINCIPALI DELLA BIOETICA

UN LIBRO ALLA SETTIMANA

J. De Saint-Cheron, CHI CREDE NON È UN BORGHESE. PERCHÉ LA SANTITÀ È ALLA PORTATA DI TUTTI, LEV (Libreria editrice Vaticana), pp. 176, euro 16


Sagace pamphlet che ha fatto discutere moltissimo i media francesi e ha ottenuto un ottimo successo di vendite, con ben tre ristampe in pochi mesi. Appoggiandosi a Blaise Pascal, Flannery O’Connor, Gilbert K. Chesterton, ma facendo i conti anche con Friedrich Nietzsche e Michel Houellebecq, l’autore rivendica per il cristianesimo la qualifica di «vero realismo», capace di proporre all’uomo e alla donna di ogni tempo l’unico orizzonte serio di vita: la santità. 

LA NOSTRA BIBLIOTECA

https://www.gianmariacomolli.it/category/libri/

 

UN FILM ALLA SETTIMANA

ATTO DI FEDE ( 2019 ) 


Tratto dal romanzo “The Impossible: The Miraculous Story of a Mother’s Faith and Her Child’s Resurrection” di Joyce Smyth. Da una storia vera, l’elogio della fede incrollabile e combattiva di una madre al capezzale del figlio. 

I NOSTRI FILM

https://www.gianmariacomolli.it/category/film/

 

LE DOMANDE AL DON (17)

Il cristianesimo “amico” della scienza

Il biologo molecolare Edoardo Boncinelli nel libro «La scienza non ha bisogno di Dio» (edito da Rizzoli), e molti scienziati affermano che tra Dio e scienza non esiste nessun rapporto. Altri sostengono che la Chiesa, nel corso dei secoli, dimostrò scarsa sensibilità alla rilevanza del progresso scientifico, ed ancora oggi ostacola la scienza assumendo posizioni ostili nei suoi confronti. Qual è il suo parere?  Bruno.

LA RISPOSTA DEL DON 

La domanda di Bruno è molto ampia; di conseguenza, porrò la mia attenzione unicamente sulla seconda parte. Per questo ho ritenuto idoneo intitolare il quesito: «Il cristianesimo “amico” della scienza», augurandomi di contribuire ad eliminare alcuni preconcetti. Prosegui la lettura.

LE VARIE RISPOSTE DEL DON

 

VOLONTARIATO

Perchè non diventi volontario?

Un breve corso per comprendere chi è il volontario

 

Presentazione ASSOCIAZIONI VOLONTARIATO e TERZO SETTORE

Chi desidera far conoscere la propria associazione o ente può mandare una mail: gmcomolli@fatebenefratelli.eu oppure chiamare il 339.7674746.

AVO (Associazione Volontari Ospedalieri)


L’AVO, Associazione Volontari Ospedalieri, fondata a Milano nel 1975 dal Professor Erminio Longhini, eminente medico decorato nel 2004 con medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e deceduto il 4 novembre 2016, oggi conta circa 240 sedi che operano in oltre settecento tra ospedali e altre strutture di ricovero, diffuse su tutto il territorio nazionale.

FINALITA’

Le finalità dell’Associazione sono molto efficacemente descritte nello Statuto e in particolare nell’articolo 2:
a) promuovere a livello nazionale l’azione diretta delle AVO locali e delle associazioni federate per la prestazione di un servizio volontario, qualificato e gratuito a favore degli ammalati al fine di assicurare una presenza amichevole offrendo loro calore umano, dialogo e aiuto per lottare contro la sofferenza, il disagio, la solitudine e l’isolamento, con esclusione di qualsiasi mansione tecnico-professionale di competenza esclusiva del personale sanitario medico e paramedico;
b) collaborare, attraverso il servizio prestato dai singoli volontari, con le diverse strutture ospedaliere, socio-sanitarie, socioassistenziali, territoriali o alternative, integrandone anche l’attività per perseguire obiettivi di umanizzazione senza sostituirsi nei compiti e nelle responsabilità delle strutture stesse.”

STRUTTURA

Conferenza delle Regioni

Le AVO Italiane

CONTATTI

Sede Legale: Via G. Dezza 26, 20144 Milano
Mail: segreteria@federavo.it

ALCUNE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO e DI TERZO SETTORE

 

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Il Blog dell’ “Uomo pensante” vuole combattere stereotipi e pregiudizi, non sta dalla parte di nessuno ma si basa unicamente sulla verità dei fatti e si propone di essere il più inclusivo possibile. Come potete notare, nonostante i numeri soddisfacenti di entrate giornaliere, non vi è nessuna pubblicità per non essere manipolato dagli inserzionisti. Per questo, se presto un servizio che ritenete buono, chiedo la vostra generosità nei confronti di chi fa il bene anche a “nome vostro”.
Evidenzio due situazioni: i sacerdoti e un prete mio caro amico che gestisce una comunità di persone fragili.

SACERDOTI


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I sacerdoti sono un dono perché donano la loro vita agli altri. Dona anche tu. Il tuo bel gesto nei confronti dei sacerdoti è riconosciuto anche dal sistema fiscale. Una donazione, infatti, è deducibile dal reddito annuale se effettuata a favore dell’ICSC (Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero) attraverso: carta di credito, conto corrente postale, bonifico bancario.
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Un sacerdote vive con molto meno di quello che si crede. E fa molto di più.
Dal 1984 è stata soppressa la retribuzione statale ai sacerdoti e il loro sostentamento è affidato esclusivamente alla tua generosità. In Italia esistono più di 35.000 sacerdoti che donano la propria vita agli altri. Con ogni tua offerta puoi garantire a queste persone una dignitosa sussistenza e contribuire alle loro missioni quotidiane, sempre rivolte ai più sofferenti. Basta un piccolo contributo per dare sostegno a tanti.
Mentre le offerte che fai direttamente in chiesa aiutano esclusivamente il sacerdote della parrocchia, le donazioni presenti in questo sito sono ripartite equamente tra tutti i sacerdoti per assicurare loro una vita decorosa.

 

DON MAURIZIO UDA

<Siamo saliti a Garzola, frazione di Como, attuale residenza di don Maurizio Uda. Con don Maurizio abbiamo visitato la sua casa su tre piani ascensore interno e stanze pregevolmente arricchire da stucchi sul soffitto e grandi finestre su un panorama stupendo. La villa è dotata di tante stanze che don Maurizio ha aperto a chi per molti motivi si trova in momenti particolari della propria vita. Don Maurizio ha sgombrato le stanze e le ha riadattate con letti a castello per gli ospiti. Eravamo in tredici ma con don Maurizio e i suoi ospiti ci siamo trovati in un attimo in una tavolata di venti persone. E così abbiamo conosciuto persone fragili che dopo aver perso il lavoro sono cadute nella dipendenza dell’alcool. Alla nostra tavola anche chi dopo un periodo di detenzione e sconto della pena ritrova la libertà ma non l’autonomia di una vita dignitosa trovando solo porte chiuse. Ad esempi, una giovane famiglia singalese e un africano che fuggono da situazioni difficili. Mario ha cucinato la pasta a cui don Maurizio ne ha aggiunta visto il numero dei commensali, poi secondo, frutta e dolce hanno concluso il pranzo domenicale. Questo è don Maurizio> (da https://www.masci-como.it/blog/2024/01/23/domenica-a-garzola/).

 

IL “PROTETTORE” DEL BLOG

Il Protettore di questo blog è il BEATO GIUDICE ROSARIO LIVATINO assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990 che è stato non solo un “uomo pensante” ma anche un magistrato modello e una persona di grande e autentica fede: «Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili». Quindi. come affermò san Giovanni Paolo II un “martire della giustizia e indirettamente della fede”. Pur partecipando alla Messa ogni giorno, forse nessuno ha notato la sua azione religiosa ma l’effetto di quell’azione, cioè la testimonianza. Dunque una fede non da mostrare nelle forme ma da rendere leggibile nella testimonianza. E, ogni suo documento, al termine, era siglato con STD (SUB TUTELA DEI). Il mio auspicio è che anche i molti visitatori di questo blog, seguendo il suo esempio, si pongano “sub tutela Dei” e testimoni, anche con le argomentazioni da uomini pensanti, di principi e di valori fondamentali alla nostra società e alle future generazioni. GRAZIE.
Per conoscere il beato Livatino: 

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-«L’uomo che ho ucciso, Livatino, – ha affermato: oggi mi aiuta a coltivare la speranza»

-Un commento sul Giudice Livatino

 

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