17 maggio 2025

(Prossimo aggiornamento sabato 24 maggio 2025)

Credo la CHIESA una, santa, cattolica e apostolica

L’editoriale della scorsa settimana ha approfondito l’importanza del Papa e perché gli dobbiamo fedele rispetto e obbedienza. Oggi, poiché Papa Leone XIV domenica 18 maggio inizierà solennemente il suo pontificato, rifletteremo sulla Chiesa prendendo come spunto la frase della Professione di fede che tratta dell’argomento.

Fino a questo momento affermiamo sempre “credo in”: Dio Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo… Ora, “la formulazione” cambia in “credo la”. Anche se apparentemente la diversità può apparire irrilevante, in realtà è sostanziale. “Credere in” significa riporre la propria vita e la propria fiducia nelle mani di colui in cui si crede, aprendosi esistenzialmente a lui e accogliendolo nella propria vita. “Credere la Chiesa” significa avere la certezza della sua natura, che si manifesta nella sua unicità esclusiva, nella sua santità, nella sua cattolicità e nella sua apostolicità. Affermando: “Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica” noi affermiamo degli “attributi” che “qualificano” la Chiesa nel suo essere e nel suo esprimersi. Ma, con questi quattro termini esprimiamo anche le “dimensioni” che strutturano la natura della Chiesa e sono fondamentali, poiché se ne togliamo uno viene a mancare un elemento costitutivo del suo “essere Chiesa”. Ebbene, questi sono i “pilastri” su cui si regge l’intera piattaforma ecclesiale.

Chiesa “Una”

L’unico fondamento della Chiesa è il Signore Gesù che esprime il suo desiderio che in questa Istituzione si realizzi l’unità: “che tutti siano uno come tu, Padre, in me ed io in te” (Gv 17,20). L’unità, pertanto, fa riferimento al “Mistero di Dio” che pur nella diversità delle tre persone, è Uno! Unità dice, innanzitutto, “relazione tra diversità” che non si contrappongono, ma che si arricchiscono intrecciandosi.
L’unità, tuttavia, non va intesa come somma di individui, ma come “intreccio di relazioni partecipate”. In essa riscontriamo l’unica fede, l’unico battesimo, l’unico Dio, l’unico Cristo (cfr.Ef. 4,5). In questo contesto la diversità non è in contrasto con l’unità, ma trova in essa la sua piena maturità che si trasforma in ricchezza. L’unità, pertanto, è valorizzazione piena delle singole diversità. E, l’unità della Chiesa, è data dall’unicità di Dio che, pur diversificato in tre persone, è uno.
La Chiesa, pertanto, a dispetto delle sue divisioni interne prodottesi nel corso della storia, è ontologicamente “unità”. E, tale unità, non è frutto della volontà umana, ma fa parte della natura stessa della Chiesa. I credenti, invece, sono chiamati a realizzare sacramentalmente, cioè visibilmente, quella unità già presente ontologicamente. La Chiesa, pertanto, rimane “una” anche tra le divisioni, poiché essa è per sua natura “una”, e l’unità è un suo elemento costitutivo, che è presente in essa come un dono che attende di essere colto e testimoniato nella sacramentalità della storia. “L’unità”, quindi, non manca nella Chiesa e tra le chiese; è assente, invece, la capacità di convertirsi a questo dono, sempre disponibile, dell’unità di Dio; un dono che ci sta davanti e che attende di essere accolto.

Chiesa “Santa”

Parlando di santità della Chiesa, questa non va intesa in termini di “distinzione” o di “contrapposizione al mondo”, quasi che la Chiesa sia solo santa e il mondo solo peccatore. Anche se, il concetto di santità, contiene in sè un’idea di separazione e di alterità.
Il termine, deriva dal latino “sancire”, che significa anche “dedicare, consacrare” e, quindi, “riservare e separare dal resto”. Inoltre. parlando di santità nella Chiesa, questa non va intesa in “termini di privilegio”. Per comprendere questa caratteristica dobbiamo primariamente fare riferimento a Dio: la Chiesa è santa, perché santa è la sorgente da cui essa sgorga. La santità della Chiesa, pertanto, si recepisce nell’ambito della sua relazione con Dio: “Siate santi perché io, il Signore vostro Dio, sono santo” (Lv. 19,2).
Poiché la santità della Chiesa va letta in rapporto a Dio comprendiamo il significato biblico del termine. Dio è santo essendo totalmente altro rispetto al mondo e all’uomo, e non è riconducibile nell’ambito dell’esperienza umana. Dio è perché il suo agire avviene in modi completamente diversi da quelli dell’uomo, anzi esattamente contrapposti: “Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri ” (Is. 55,8-9).
Ebbene, per la Chiesa, la santità non è un privilegio ma la dimensione entro cui si muove e vive, cioè la dimensione stessa di Dio. Essa è invitata ad essere santa, cioè a “riflettere” nella propria vita quella santità divina che la permea nella sua più profonda intimità; una santità che non è fine a se stessa, ma è chiamata ad estrinsecarsi.
La Chiesa, dunque, è santa ed è chiamata a santificare! Ma attenzione: santità non significa “esenzione dal peccato” poiché questo appartiene alla dimensione della storia, è sinonimo di fragilità; per questo appartiene anche alla Chiesa.
La Chiesa è santa ma è formata da peccatori; ecco, allora, che i Padri della Chiesa, in particolare sant’Ambrogio, l’ha definita: “casta meretrix”, indicando con ciò questa convivenza di colpa e santità. Quando, il sacerdote nella prece Eucaristica afferma: “Padre veramente santo e fonte di ogni santità, santifica …”, non dobbiamo mai scordare che la sorgente di ogni santità e santificazione è sempre e unicamente Dio.

Chiesa “Cattolica”

Il termine “cattolica” deriva dal greco “catoliké” e significa “universale”. Anche “la cattolicità della Chiesa” si aggancia sempre alla sua fonte primaria che l’ha generata: il “Cristo morto-risorto”, che proprio in questa esperienza salvifica abbraccia, misteriosamente e realmente, l’intera umanità: “Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32).
Unica condizione per parteciparvi è “il credere”, un credere aperto a tutti, indipendentemente dalla propria collocazione storica e culturale.
La Chiesa, dunque, è “universale” essendo strumento universale di salvezza, così come pensato da Dio, ed è aperta a tutti, a qualunque popolo si appartenga. Ebbene, l’espressione “cattolica”, benché contenga in sè anche un’accezione quantitativa ed estensiva, non va intesa in senso di “estensione confessionale” poiché ciò sarebbe riduttivo della vera universalità di cui la Chiesa è portatrice. La Chiesa è Cattolica poiché va bene per tutti gli uomini, di ogni razza, colore, Paese d’origine, in ogni tempo e circostanza.
Ciò vale per il cinese o per il Nord Coreano internato in una prigione di regime, per il cacciatore africano, per la prostituta dei Paesi dell’Est Europa.
Nessuno è escluso, nessun peccato può limitare la libertà dell’uomo di aderire a Cristo tramite la sua Chiesa.
Mi ha sempre colpito, in Piazza san Pietro, trovarmi accanto il portoghese e l’argentina, e sapere di essere lì per l’identico motivo.
Prima del cristianesimo ogni popolo aveva il suo Dio, e non vedeva ragione di andare a procacciarsi altri fedeli; unica eccezione il buddismo, che però si può considerare più una filosofia che una religione. L’espansione dell’Islam, invece, è avvenuta quasi ovunque sul filo di una spada…
Unicamente la Chiesa “cattolica” ha come “fondamento costitutivo” l’annuncio ad ogni uomo del messaggio del Signore Gesù ad ogni uomo santo o peccatore, ricco o povero, saggio o semplice, intellettuale o analfabeta… Nessuno può accampare scuse per rimanerne fuori!

Chiesa “Apostolica”

Io sono stato ordinato sacerdote dal vescovo della mia diocesi: mons. Teresio Ferraroni ma conosco perfettamente chi erano i suoi predecessori immediati. Quindi, potrei giungere andando indietro nel tempo, fino al primo vescovo della diocesi di Como, più di millecinquecento anni fa. Ma, potrei andare ancora più indietro, giungendo a colui che mandò a Como, il primo vescovo, giungendo fino agli apostoli i testimoni del Risorto.
Lo stesso vale per il Papa il successore di Pietro. Noi conosciamo esattamente e puntualmente tutti i Papi che si sono succeduti nei secoli che magari non sempre sono stati degni, ma pur nella loro pochezza personale e nel peccato che talvolta li hanno caratterizzati, -non hanno mai tradito o contraddetto il “depositum fidei”. Ebbene, una tradizione ininterrotta confermata da una autorità: questo si intende con apostolicità. Nessuno, si può improvvisare sacerdote o vescovo, e amministrare i sacramenti, senza che la sua investitura arrivi tramite questa catena che ha attraversato i secoli.
La Chiesa è stata fondata dal Signore Gesù su Pietro, il pescatore di Galilea, e sempre Cristo ha affermato che mai, l’Inferno, sarebbe prevalso su di essa.
E, “il germe”, dell’apostolicità sta nelle verità espresse in precedenza e sul fatto che è “inviata”.

Don Gian Maria Comolli

LA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 

18 maggio 2025  (Quinta Domenica dopo Pasqua)  (At 14, 21-27; Ap 21, 1-5; Gv 13, 31-33. 34-35)

INSIDIE

Gli Atti degli Apostoli, il libro che ci narra la nascita della Chiesa, ricorda che fin dalle origini il cristianesimo ha dovuto affrontare insidie, sia interne che esterne, derivanti: dalle concezioni politeiste, dalle filosofie greco-romane, dalle religioni orientali e dai gruppi gnostici.
In questa domenica (prima lettura) leggiamo che Paolo e Barnaba ritornarono a Listra, Iconio e Antiochia, rianimando i primi cristiani ed esortandoli a restare saldi nella fede poiché, dicevano, è necessario attraversare molte insidie.
Il copione delle “insidie” sia interne che esterne alla Chiesa è proseguito lungo i secoli ed è presente anche oggi.
Nella nostra società notiamo, da una parte, “la ricerca dello spirituale” non avendo il materialismo appagato i bisogni e i desideri dei cuori, ma, contemporaneamente, si riscontra una forte “individualizzazione della fede”. Ciò avviene mediante ricerche spirituali e filosofiche che esprimono “un pluralismo di nuovi concetti pseudo-religiosi” che si concretizzano con varie modalità.
*Nella diffusione di “nuovi movimenti religiosi” che si oppongono alla rivelazione cristiana; dai Testimoni di Geova, alla Chiesa di Scientologia, dal Movimento di Moon alla Fede universale di Bahai …
*Nelle pratiche magiche o di superstizione: amuleti, tarocchi, lettura delle carte, fatture, “messe nere”…
*Nelle tecniche di “benessere” fisico e psichico congiunte alla dimensione emotiva ed emozionale, oppure al rapporto tra conoscenza di sé e felicità; si pensi allo yoga o a tecniche simili.
Possiamo affermare che quasi tutti questi gruppi fanno riferimento all’ideologia chiamata “New Age”.
Cos’è la New Age? E’ un pensiero subdolo presente in varie culture e fenomeni che mette insieme diversi elementi delle varie religioni e filosofie e da lì nasce una “nuova concezione della vita”. Colui che segue la New Age assomiglia al cliente di un supermercato che prende i prodotti che più gli piacciono e costano di meno. Per tornare al nostro discorso assommano gli atteggiamenti e i comportamenti che richiedono meno sforzo e meno sacrificio.
Queste persone si fanno una visione di Dio, dell’uomo e della vita prendendo un po’ elementi dalle varie filosofie e religioni e anche Cristo è unicamente un grande personaggio e pensatore della storia assimilabile a molti altri uomini famosi. Dunque oggi si sta sfidando il cristianesimo sul terreno che gli è proprio: “quello spirituale e religioso”.
Il cristiano non può condividere queste ideologie, incompatibili con la sua fede, soprattutto per l’errata concezione di alcune verità fondamentali: la figura di Dio e di Gesù Cristo, la negazione del peccato come colpa personale, il rifiuto del valore della sofferenza, lo scoraggiamento verso l’impegno sociale…

Per il cristiano: Gesù è l’unico Salvatore del mondo e dell’uomo; Gesù è la via, la verità e la vita”, e senza la Sua Grazia è impossibile salvarsi!

L’avversare questi fenomeni “anti-cristiani” ci deve coinvolgere tutti, mediante “la conoscenza” e “la testimonianza” in qualunque settore esercitino la nostra professione e viviamo la nostra esistenza. La testimonianza si deve attuare, in questo clima di rinnovata aggressione, spesso mascherata dai proclami di “tolleranza” e di “buonismo”, con la difesa della “nostra fede” nella certezza di possedere “l’unica verità”, e con la fedeltà alla Chiesa Cattolica Romana, l’unica Chiesa di Cristo.
Per questo serve, da parte nostra, un saldo radicamento nella fede, una maggiore conoscenza del Vangelo, dei fondamenti della nostra religione e dei testi del Magistero cioè del Papa e dei vescovi che oggi concretizzano il cristianesimo.
Si approfondisce la propria religione partecipando alla catechesi parrocchiale, ascoltando programmi televisivi e radiofonici formativi, leggendo libri su argomenti religiosi o visitando i centinaia di siti web che trattano di cristianesimo…

E concludiamo la riflessione con delle domande:
Perché io sono cristiano e in che cosa credo?
Sono orgoglioso della mia fede e fiero di appartenere alla Santa Chiesa Cattolica?

Buona domenica

 

IL “CONTATORE” DEGLI ABORTI

Controlla in tempo reale il numero degli aborti nel mondo dal 1 gennaio 2025

Oggi siamo a 16.814.000

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LA “DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA”

L’obiettivo del libro non è solo quello di illustrare e attualizzare i temi e riflessioni intorno a molteplici argomenti, ma soprattutto quello di stimolare molti a “rimboccarsi le maniche” affinché ognuno possa offrire il proprio contributo alla costruzione di una società “alternativa”, dove Dio e la vita dell’uomo siano nuovamente rispettati, venerati e onorati.

Ha affermato Papa Leone XIV sabato 11 maggio incontrando i Cardinali e spiegando loro perchè il nome “Leone”. «Diverse sono le ragioni (…)  ma principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; E OGGI LA CHIESA OFFRE A TUTTI IL SUO PATRIMONIO DI DOTTRINA SOCIALE per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».

CONOSCI IL TESTO

BREVI VIDEO RIGUARDANTI IL PRIMO CAPITOLO

 

BIOETICA

Le librerie espongono vari testi sui temi bioetici redatti da autorevoli studiosi. Abitualmente, però, si passa oltre valutandoli complessi e reputando gli argomenti rivolti agli “addetti ai lavori” (bioeticisti, ricercatori, scienziati…). Al contrario, il testo che vi presento, si propone di superare questo pregiudizio, narrando la bioetica con un linguaggio semplice e chiaro, pur conservando intatto il rigore scientifico.
Il libro, dopo aver posto le basi del discorso etico e bioetico, esaminerà i momenti fondamentali della vita, ponendo l’attenzione ad alcune problematiche esistenziali e sociali affinchè la vita umana sia rispettata in tutte le sue fasi dal concepimento alla morte naturale.

CONOSCI IL TESTO

ALCUNI VIDEO CON INTERVISTE A “TV PADRE PIO” SUGLI ARGOMENTI PRINCIPALI DELLA BIOETICA

NON DIMENTICHIAMO PAPA FRANCESCO

LEGGI

 

UN LIBRO ALLA SETTIMANA

J. Haidt, LA GENERAZIONE ANSIOSA. Come i social hanno rovinato i nostri figli, Rizzoli, pp. 456, Euro 22


La Generazione Z è la prima ad aver attraversato la pubertà con in tasca un portale verso una realtà alternativa eccitante, ma pericolosa. Attingendo alle ricerche più recenti, Haidt mostra come questa “riconfigurazione” ha interferito con lo sviluppo di bambini e adolescenti causando ansia, privazione del sonno, frammentazione dell’attenzione, dipendenza, paura del confronto sociale. E mentre ne espone le disastrose conseguenze chiama alle armi genitori, insegnanti e governi affinché salvino la salute mentale dei più giovani.

LA NOSTRA BIBLIOTECA

https://www.gianmariacomolli.it/category/libri/

 

UN FILM ALLA SETTIMANA

UNA FIGLIA (2025) 


Sofia è un’adolescente che ha perso la madre e mal sopporta la nuova compagna di suo padre Pietro. Una sera i conflitti tra le due, innescati puntualmente dall’insofferenza di Sofia, sfociano nell’irreparabile. Quando Sofia verrà arrestata inizierà un lungo percorso, e suo padre si ritroverà a dover mettere in pratica valori come comprensione e accettazione, ma il perdono non è scontato. (APPROFONDISCI).

 I NOSTRI FILM

https://www.gianmariacomolli.it/category/film/

 

LE DOMANDE AL DON (12)

Noi e gli immigrati

Quale accoglienza offrire agli immigrati, e come non scivolare da una parte nella trappola del «buonismo» e dall’altra nel razzismo, facendoci trascinare dalle ondate di pregiudizi e di ignoranza che spesso si utilizzano nel trattare l’argomento? Ernesto.

LA RISPOSTA DEL DON 

La problematica dell’immigrazione, argomento complesso e tortuoso, a volte è analizzata con pregiudizi che originano esasperazioni. Per oltrepassare la logica dell’emotivismo e del qualunquismo proporrò unicamente delle tracce di riflessione, lasciando al lettore le conclusioni. Prosegui la lettura

 

UN INTERESSANTE CONVEGNO ORGANIZZATO DALL’ASSOCIAZIONE neVra

Assiste, informa, rappresenta umanamente e legalmente chi soffre di dolore neuropatico.

 

 

SOSTIENI CHI “fa il bene” ANCHE A NOME TUO

Il Blog dell’ “Uomo pensante” vuole combattere stereotipi e pregiudizi, non sta dalla parte di nessuno ma si basa unicamente sulla verità dei fatti e si propone di essere il più inclusivo possibile. Come potete notare, nonostante i numeri soddisfacenti di entrate giornaliere, non vi è nessuna pubblicità per non essere manipolato dagli inserzionisti. Per questo, se presto un servizio che ritenete buono, chiedo la vostra generosità nei confronti di chi fa il bene anche a “nome vostro”.
Evidenzio tre situazioni: i sacerdoti, un IRCCS (Ricerca e Cura a Carattere Scientifico) specializzato sulla psichiatria e un prete mio caro amico che gestisce una comunità di persone fragili.

SACERDOTI


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I sacerdoti sono un dono perché donano la loro vita agli altri. Dona anche tu. Il tuo bel gesto nei confronti dei sacerdoti è riconosciuto anche dal sistema fiscale. Una donazione, infatti, è deducibile dal reddito annuale se effettuata a favore dell’ICSC (Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero) attraverso: carta di credito, conto corrente postale, bonifico bancario.
Per le donazioni tramite conto corrente postale o bonifico bancario usare la causale “erogazione liberale art. 46 L.222/85”. Le donazioni per i sacerdoti sono deducibili dal reddito annuale fino a un massimo di euro 1.032,91.
Un sacerdote vive con molto meno di quello che si crede. E fa molto di più.
Dal 1984 è stata soppressa la retribuzione statale ai sacerdoti e il loro sostentamento è affidato esclusivamente alla tua generosità. In Italia esistono più di 35.000 sacerdoti che donano la propria vita agli altri. Con ogni tua offerta puoi garantire a queste persone una dignitosa sussistenza e contribuire alle loro missioni quotidiane, sempre rivolte ai più sofferenti. Basta un piccolo contributo per dare sostegno a tanti.
Mentre le offerte che fai direttamente in chiesa aiutano esclusivamente il sacerdote della parrocchia, le donazioni presenti in questo sito sono ripartite equamente tra tutti i sacerdoti per assicurare loro una vita decorosa.

IRCCS CENTRO FATEBENEFRATELLI SAN GIOVANNI DI DIO di BRESCIA

L’IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia è un centro leader nella ricerca e cura delle malattie psichiatriche e della malattia di Alzheimer. I programmi di ricerca sono un aspetto essenziale dell’assistenza: permettono di scoprire nuove cure e trattamenti nell’interesse di tutta la comunità. L’IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli ha stabilito rapporti collaborativi con qualificati centri italiani, europei e statunitensi, dimostrando capacità di operare in gruppi di lavoro internazionali. Infatti, l’integrazione tra clinica e ricerca rappresenta un importante punto di forza perchè il lavoro sperimentale è strettamente connesso alla cura. L’IRCCS cura ogni anno oltre seimila pazienti e gestisce nove Unità/Laboratori di ricerca e cinque Servizi di Ricerca.
Conosci l’IRCCS e come donare

DON MAURIZIO UDA

<Siamo saliti a Garzola, frazione di Como, attuale residenza di don Maurizio Uda. Con don Maurizio abbiamo visitato la sua casa su tre piani ascensore interno e stanze pregevolmente arricchire da stucchi sul soffitto e grandi finestre su un panorama stupendo. La villa è dotata di tante stanze che don Maurizio ha aperto a chi per molti motivi si trova in momenti particolari della propria vita. Don Maurizio ha sgombrato le stanze e le ha riadattate con letti a castello per gli ospiti. Eravamo in tredici ma con don Maurizio e i suoi ospiti ci siamo trovati in un attimo in una tavolata di venti persone. E così abbiamo conosciuto persone fragili che dopo aver perso il lavoro sono cadute nella dipendenza dell’alcool. Alla nostra tavola anche chi dopo un periodo di detenzione e sconto della pena ritrova la libertà ma non l’autonomia di una vita dignitosa trovando solo porte chiuse. Ad esempi, una giovane famiglia singalese e un africano che fuggono da situazioni difficili. Mario ha cucinato la pasta a cui don Maurizio ne ha aggiunta visto il numero dei commensali, poi secondo, frutta e dolce hanno concluso il pranzo domenicale. Questo è don Maurizio> (da https://www.masci-como.it/blog/2024/01/23/domenica-a-garzola/).

 

IL “PROTETTORE” DEL BLOG

Il Protettore di questo blog è il BEATO GIUDICE ROSARIO LIVATINO assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990 che è stato non solo un “uomo pensante” ma anche un magistrato modello e una persona di grande e autentica fede: «Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili». Quindi. come affermò san Giovanni Paolo II un “martire della giustizia e indirettamente della fede”. Pur partecipando alla Messa ogni giorno, forse nessuno ha notato la sua azione religiosa ma l’effetto di quell’azione, cioè la testimonianza. Dunque una fede non da mostrare nelle forme ma da rendere leggibile nella testimonianza. E, ogni suo documento, al termine, era siglato con STD (SUB TUTELA DEI). Il mio auspicio è che anche i molti visitatori di questo blog, seguendo il suo esempio, si pongano “sub tutela Dei” e testimoni, anche con le argomentazioni da uomini pensanti, di principi e di valori fondamentali alla nostra società e alle future generazioni. GRAZIE.
Per conoscere il beato Livatino: 

-La vita

-«L’uomo che ho ucciso, Livatino, – ha affermato: oggi mi aiuta a coltivare la speranza»

-Un commento sul Giudice Livatino

 

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