6 settembre 2025  

Prossimo aggiornamento settimanale, il 212°, SABATO 13 settembre 2025

Santi “giovani”: San Carlo Acutis e San Pier Giorgio Frassati

 Domenica 7 settembre 2025 papa Leone XIV proclamerà santi due giovani: Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. Li vogliamo conoscere e chiederci quali insegnamenti possono donare alla nostra vita.

SAN CARLO ACUTIS

Chi era Carlo Acutis

Nacque il 3 maggio 1991 a Londra, dove i genitori si erano trasferiti per esigenze professionali. Crebbe a Milano ma differenziandosi dai suoi coetanei. A 12 anni partecipava tutti i giorni alla Messa e con il trascorre del tempo le pratiche religiose si intensificarono: rosario e adorazione eucaristica quotidiana, confessione settimanale, approfondimento della Bibbia, desiderio di conoscere i santi creando nel suo sito internet una sezione intitolata: “Scopri quanti amici hai in cielo”, dove presenta i santi, quelli che lui diceva: “hanno raggiunto la santità in fretta”. Non trascurava inoltre la carità rinunciando al superfluo, pur essendo ricco, per donarlo ai poveri. Si appassionò al Magistero del Papa e allo studio della Fede maturando una conoscenza fuori dal comune, comprendendo e illustrando con parole semplici e comprensibili a tutti difficili concetti teologici. Il suo motto era: «quando ci si mette di fronte al sole ci si abbronza…, ma quando ci si mette dinnanzi a Gesù Eucaristia si diventa santi». Frequenta il liceo classico presso il collegio Leone XIII di Milano ma dopo pochi mesi dall’inizio delle superiori fu colpito da leucemia acuta; quella che non lascia scampo. Tentò di curarsi poiché amava la vita ma accolse con grande serenità anche la terribile notizia di avere pochi mesi di vita, anzi affermò: «Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il Purgatorio e andare dritto in Paradiso». Morì il 12 ottobre 2006 chiedendo di essere sepolto ad Assisi amando san Francesco e tornando spesso in Umbria come diceva lui: “per ritemprare lo spirito”. Da queste brevi note deduciamo che la santità era il suo obiettivo!

Di fronte ad una vita esemplare, trascorsi i cinque anni previsti dalle norme canoniche, la diocesi di Milano avviò il processo di beatificazione e il 5 luglio 2018 papa Francesco autorizzò la promulgazione del Decreto che indicava Carlo Acutis “Venerabile”. Nel frattempo in Italia e all’estero la vita di Carlo era sempre più conosciuta e molti iniziarono a pregarlo. Il primo miracolo, quello “ufficiale”, ma chissà quanti altri sono stati favoriti della sua benevolenza, fu approvato il 14 novembre 2019 dalla “Consulta Medica” della Congregazione delle Cause dei Santi. Si trattava della guarigione nel 2013 di un bambino brasiliano affetto da gravissimi disturbi all’apparato digerente con rara anomalia anatomica congenita del pancreas. E, il 21 febbraio 2020, papa Francesco autorizzò la promulgazione del Decreto affermando che la guarigione del piccolo era miracolosa e ottenuta per intercessione di Carlo Acutis, per questo lo beatificò il 10 ottobre 2020. I miracoli proseguono e quello che fu approvato ufficialmente per la canonizzazione di Acutis (23 maggio 2024) riguardava la guarigione di Valeria Valverde, una ragazza nata in Costa Rica e studentessa a Firenze. Il 2 luglio 2022 Valeria riportò un gravissimo trauma cranico a causa di una caduta in bicicletta. Operata immediatamente, i medici ne definiscono le condizioni “estremamente critiche”. La madre Liliana pregò a lungo sulla tomba del beato Acutis di cui era devota anche Valeria chiedendone la guarigione. La giovane nell’arco di poco tempo contro ogni aspettativa dei medici guarì completamente. Papa Francesco annunciò quindi la sua canonizzazione per 27 aprile 2025 nel contesto del Giubileo degli adolescenti; canonizzazione che però non ha potuto svolgersi a causa della morte del Papa.

 Tre insegnamenti di Carlo Acutis

1.Un adolescente con le idee molto chiare

Carlo non si presentava come un “santarellino”; era entusiasta della vita, amava intensamente il Signore Gesù e desiderava diventare santo. Fin da piccolo l’incontro con Cristo sconvolse la sua esistenza avendo trovato in Lui l’Amico, il Maestro, il Salvatore e soprattutto il significato della sua esistenza. Aveva compreso che senza Gesù non si poteva comprendere “nulla” della vita. Però, queste profonde convinzioni, non lo separavano dai suoi coetanei poiché in lui di “bigottismo” neppure l’ombra. Anzi, dagli amici era amato per la gioia che diffondeva; non cercava lo sballo ma era sempre misurato e padrone dei suoi sentimenti e delle sue azioni. Possedeva un fascino singolare, un ascendente straordinario e un’autorevolezza che superava di molto la sua età anagrafica. Suonava il sassofono, giocava a pallone, progettava programmi al computer, si divertiva con i videogiochi, amava il mare, i viaggi, le conversazioni, frequentava l’oratorio e serviva i poveri della Caritas… Avendo un temperamento solare non trovava difficoltà a parlare con i più istruiti o con i mendicanti che incontrava per strada. Nessuno fu mai escluso dal suo cuore.

2.Disse Carlo Acutis: «Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie»

Carlo convinto che “tutti nasciamo come degli originali” ma richiamo di perdere la nostra libertà trasformandoci in “fotocopie” non ebbe paura di presentarsi per quello che era anche se rischiava di essere ritenuto un’eccezione, come pure non ebbe timore di andare contro-corrente e di contraddire la mentalità imperante. Era pronto a sfidare “la maggioranza” convinto «che si ha ragione solo quando si è nella Verità e mai perché si è maggioranza». Non si preoccupò delle critiche e delle derisioni che ritenne ineluttabili per conquistare alla causa di Gesù compagni e amici.

3.La sua “missione” in internet

Carlo era un “patito” di internet come i suoi coetanei. Dotato di straordinaria intelligenza e di una geniale capacità di utilizzare il computer e i programmi informatici, trasformò il web in “veicolo di evangelizzazione e di catechesi”. Fu affascinato dall’intuizione del Beato Giacomo Alberione di sfruttare i mass-media a servizio del Vangelo per giungere al maggior numero possibile di persone e far conoscere loro la bellezza e la gioia dell’amicizia con il Signore Gesù. Per questo usò il suo blob con fantasia, creatività e inventiva. E oggi possediamo ancora la sua mostra virtuale, progettata e realizzata a 14 anni, che sta girando il mondo e testimonia che per Carlo l’Eucaristia fu la sua “autostrada per il cielo”.

SAN PIER GIORGIO FRASSATI

 Chi era Pier Giorgio Frassati

Pier Giorgio Frassati nacque nel 1901 a Torino da una famiglia della ricca borghesia: la madre, Adelaide Ametis, era un’affermata pittrice, mentre il padre Alfredo era giornalista e fu direttore del quotidiano “La Stampa”. Il giovane Pier Giorgio si appassionò presto alle montagne, faceva escursioni, sciava oltre che a recarsi spesso in pellegrinaggio a piedi dalla “sua” Madonna ad Oropa. “Ogni giorno m’innamoro sempre più delle montagne – scriveva ad un amico – e vorrei, se i miei studi me lo permettessero, passare intere giornate sui monti a contemplare in quell’aria pura la Grandezza del Creatore”. Si trasferì a Torino per gli studi frequentando il liceo classico D’Azeglio e iscrivendosi poi al Politecnico dove si laureò al corso di ingegneria meccanica con specializzazione mineraria.

Fin da giovane frequentò le Opere delle Conferenze di San Vincenzo, dedicando il tempo libero alle opere assistenziali a favore di poveri e dei diseredati. Inoltre non mancò da studente un forte impegno universitario fondando un gruppo di giovani che desideravano vivere profondamente l’amicizia nella fede: «La Società dei tipi loschi». Da laureato si schierò apertamente e senza timori contro il regime fascista e militò nel Partito Popolare Italiano fondato da don Luigi Sturzo. Una poliomelite fulminante, contratta in una casa dove si era recava a prestare il suo aiuto ai poveri, determinò la sua morte il 4 luglio 1925.

La sua spiritualità

Si nutriva quotidianamente dell’Eucaristia, del rosario che portava sempre in tasca e frequentemente partecipava ad adorazioni notturne. Gli scritti di Santa Caterina da Siena e gli accesi discorsi di Savonarola, di cui fu ammiratore, lo spinsero ad entrare nel 1922 nel terz’ordine domenicano col nome di Frà Girolamo. Fu anche devoto agli insegnamenti di  san Tommaso d’Aquino e di san Paolo apostolo menzionato in diverse lettere. Dunque, un giovane vivace e attivissimo che trascorreva ore in adorazione davanti al Santissimo Sacramento.

Il giovane della gioia senza misura

Alcune biografie sottolineano che la sua gioia non fosse legata a un benessere materiale, ma a qualcosa di molto più grande. Pier Giorgio era un ragazzo del suo tempo, a cui non mancava nulla: l’amore per lo sport, la montagna, le amicizie. Ma possedeva qualcosa in più: una forza interiore che gli derivava dalla fede. Nonostante le sofferenze, esprimeva una gioia che non era effimera, ma autentica. Lui stesso scriveva a un amico: “Che cosa sono questi pochi anni passati nel dolore in confronto all’eternità felice, dove la gioia non avrà misura e fine?”. Per lui, la gioia autentica, coincideva con una vita cristiana piena e totale e vivendo esemplarmente l’esistenza terrena. Era persuaso che la rinuncia poteva apparire dura e difficile, magari inutile, ma la vita cristiana autentica non è rinunciare a se stessi ma trovare la propria vera identità nella comunione con Dio che ha creato l’uomo per la pienezza.

Politica come carità

La carità è stata una dominante della sua vita ma per lui era insufficiente aiutare i poveri, accollarsi le loro miserie, recarsi nelle soffitte o nei tuguri dove la malattia e la fame si confondevano nel dolore. Non gli bastava portare ai diseredati una parola di conforto, carbone, viveri, medicinali e denari: voleva trovare una soluzione a quei problemi di miseria e di abbandono e la politica gli parve la via idonea per fare pressione là dove si decideva la giustizia. Una concezione della politica, dunque, con le parole di san Paolo VI, come “la più alta forma di carità” per aiutare meglio i poveri e i meno fortunati.

Un santo del nostro tempo

La sua figura, apparentemente lontana nel tempo, è in realtà profondamente attuale per i giovani di tutto il mondo. Un giovane testimone della cristianità vissuta con lo spirito della gioia festosa ricorda a tutti noi il desiderio autentico di felicità. Il suo è un modello che trascende le categorie tradizionali; è una speranza concreta per tutti. Dunque un Santo appassionato della realtà e della quotidianità che merita di essere additato in special modo quale patrono di quanti desiderano vivere pienamente e compiutamente, e dunque in Cristo, la propria giovinezza. Fu beatificato il 20 maggio 1990 da san Giovanni Paolo II che lo soprannominò “l’Uomo delle Otto Beatitudini”.

 Alcune conclusioni

Due conclusioni comuni ai due giovani santi: la sequela del Signore Gesù e l’amicizia.

La “sequela” è presente in Carlo e Pier Giorgio che decisero fin dalla giovane età di essere discepoli fino alla radicalità conformandosi a Cristo.

Come?

1.La loro prorompente fede scomoda interpellava quotidianamente la loro esistenza.

2.Erano certi che il Signore Gesù è l’unico Salvatore atteso dall’umanità e anche oggi solo Lui può dissetare totalmente il cuore dell’uomo.

3.In una società appiattita sull’effimero, sul precario e sul provvisorio, Carlo e Pier Giorgio scuotono le coscienze ed esortano a tenere fisso lo sguardo sul Paradiso.

4.La loro coerenza di vita e il rifiuto di ogni compromesso sono lezioni attuali ai molti “trasformisti” che anche oggi non si vergognano della totale incoerenza tra il pensiero e l’agire.

Il valore dell’amicizia è un altro insegnamento dei due santi. Noi sappiamo che l’amicizia è quel legame di affetto ricambiato, di condivisione di esperienze, pensieri, parole, di tempo e di sogni che rende piacevole incontrarsi e stare insieme. Carlo e Pier Giorgio hanno vissuto intensamente amicizie che si sono consolidate e che non sono venute meno neppure dopo la loro morte. Amicizia che diventa la passiona condivisa per una missione, per un sogno, per una vita donata. E, l’amicizia è quello che cercano i giovani amici che si appassionano alla discussione, che si entusiasmano delle scoperte, che tutto sottopongono a critica… La verità cercata insieme è il dono dell’essere amici. Ad esempio la passione di Pier Giorgio per la montagna – che meglio si gustava in condivisione con gli amici – va oltre l’amore per l’escursionismo, è un modo per allenarsi a vivere la solidarietà: in montagna, come nella vita, nessuno arriva fino in cima da solo, ha bisogno di salire in cordata.

Ecco i giovani Carlo e Pier Giorgio hanno cominciato da giovani a diventare santi e ci suggeriscono in questa domenica in cui sono canonizzati di imitarli in questa vocazione. Due parole ci consegnano come irrinunciabili: la sequela di Gesù e l’amicizia che cerca la verità e si appassiona all’impresa di mettere alla luce un mondo in cui sia bello abitare.

don Gian Maria Comolli

Per conoscere meglio Carlo e Pier Giorgio

LA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 

7 settembre 2025 – XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (Lc.14, 25-33)

OFFRIRE L’ADEGUATO SIGNIFICATO A SE STESSI, AGLI ALTRI E ALLE COSE 

Il brano di Vangelo racconta che molta gente seguiva Gesù.

Anche oggi in tanti seguono Cristo ma in vari modi.

-Con il “cuore del tiepido” optando per un’esistenza superficiale e poco impegnata.

-Con il “cuore pronto a tradirlo” o facilmente condizionabile. 

-Con il “cuore” continuamente alla ricerca “di prove concrete”.

-Con il “cuore” da autentico e reale “credente”:

Noi in quale “cuore” ci identifichiamo?

L’atteggiamento da seguire è così indicato dal Signore Gesù: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo”.

Parole dure e anche incomprensibili!

Come può Gesù parlare di odio?

L’aramaico, la lingua di Gesù, era povera di vocaboli e con pochissime sfumature di pensiero quindi si parlava per estremismi. Allora possiamo tradurre il verbo “odiare” con “amare meno” o “mettere al secondo posto”. Ma anche con questa precisazione il verbo odiare resta inquietante poiché chiede la liberazione da tre condizionamenti: affetti, se stessi, le cose possedute.

AFFETTI. Come si fa a porre Gesù prima del padre e della madre o dei figli? Cristo vuole comunicarci che solo amando Lui si ama realmente poiché ci insegna a liberarci dall’amore possessivo, cedevole e privo di sacrificio.

DA SE STESSI. Ciò significa anche subire la morte per la fedeltà a Lui. E, la storia della Chiesa, è zeppa di martiri.

COSE POSSEDUTE. Non dobbiamo rinunciare come Francesco d’Assisi a quello che possediamo ma dobbiamo, se necessario, essere disposti a farlo.

Il Vangelo termina con due parabole; cosa evidenziano?  

Il rischio di far male i conti!

E’ il rischio che corriamo quando non ci liberano dagli affetti, dalle cose possedute, dalla paura di testimoniare chiaramente e coerentemente il Vangelo. Per questo molti cristiani sono dei “falliti”. Nel loro matrimonio che si sfascia, negli affari dove l’interesse prevale sulla coscienza, sull’onestà e sulla giustizia, nella politica dove la sete del potere prevale sullo spirito di servizio, nei drammi della vita in cui il dolore spegne la serenità e la speranza.

Buona domenica

 

IL “CONTATORE” DEGLI ABORTI

Controlla in tempo reale il numero degli aborti nel mondo dal 1 gennaio 2025

Oggi siamo a 29.772.000

VERIFICA IL CONTATORE

I libri della settimana 

A.Scalzano Acutis, IL SEGRETO DI MIO FIGLIO. PERCHE’ CARLO ACUTIS E’ CONSIDERATO UN SANTO, Piemme, pp. 300, Euro 18.50


V.Sansonetti, PIERGIORGIO FRASSATI, LA GIOIA NON AVRA’ MISURA, Ares, pp. 216, Euro 16

Qual era il segreto di Pier Giorgio Frassati, giovane torinese morto a 24 anni, allegro, abile alpinista, impegnato politicamente, esempio di gioia di vivere e di generosità verso i poveri? Il connubio fra la fede e la vita, tra l’accoglienza del Vangelo e l’azione concreta. Pier Giorgio era infatti convinto che la fede debba confrontarsi, senza steccati, con tutte le circostanze del quotidiano. E si domandava: “Che cosa sono questi pochi anni passati nel dolore in confronto all’eternità felice, dove la gioia non avrà misura e fine.” 

LA NOSTRA BIBLIOTECA

https://www.gianmariacomolli.it/category/libri/

 

I film della settimana

LA MIA AUTOSTRADA PER IL CIELO – CARLO ACUTIS E L’EUCARESTIA (2021)

Carlo è un ragazzo normale, ed è proprio in questa normalità che risiede la sua straordinarietà. Muore a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante, lasciando nel ricordo di tutti coloro che l’hanno conosciuto un grande vuoto ed una profonda ammirazione per quella che è stata la sua breve ma intensa testimonianza di vita autenticamente cristiana. Una vita in una costante volontà di condivisione e dedizione all’altro. GUARDALO

VERSO L’ALTO – PIER GIORGIO FRASSATI (2023)

Un viaggio, quello di Pier Giorgio e dei suoi amici e amiche della “compagnia dei tipi loschi” verso la montagna, dove trascorreranno una giornata in cammino per raggiungere la cima, attraverso i dialoghi, i racconti ma anche gli scherzi e le dinamiche tra loro, si scoprirà chi fosse Pier Giorgio, la sua vitalità e il suo carattere.

I NOSTRI FILM

https://www.gianmariacomolli.it/category/film/

 

LE DOMANDE AL DON (27)

Prematuri: aiutiamoli a crescere

Sono la mamma di Antonella, una bambina nata alla 23° settimana inseguito ad una mia grave gestosi. Pesava 560 grammi ed è stata ricoverata per quattro interminabili mesi in TIN (terapia intensiva neonatale). Fu una lotta continua; un giorno stava bene, uno così così, uno malissimo ed un giorno era in fin di vita. Io e mio marito non abbiamo mai dubitato che nostra figlia ce l’avrebbe fatta, gli abbiamo sempre offerto amore e sostegno. Ora Antonella ha cinque anni, sta bene, è una bambina vivacissima e frequenta l’asilo. Noi siamo di Firenze, ho partorito all’ospedale Careggi negli stessi giorni in cui un bambino nacque vivo e morì poco dopo poiché i medici lo soccorsero  e lo rianimarono solo dopo venti minuti dalla nascita. Non so se ricorda il caso. Questa dolorosa vicenda che ho vissuto intensamente avendo delle analogie con quella di Antonella, non solo a livello di tempo ma anche di storia del bambino, mi pone degli interrogativi: come può una mamma abortire a 22 settimane quando il feto è un «uomo in miniatura», avendo delle possibilità di vita autonoma? Perché questo ritardo dei medici ad intervenire? Giulia.

LA RISPOSTA DEL DON

In ogni situazione il neonato va rianimato possedendo lo stesso diritto alla cura di ogni persona in condizione di rischio, evitando però  l’accanimento terapeutico. La decisione sulle cure, o sulla loro sospensione, spetta al medico nel maggior interesse del neonato. I progressi della medicina consentono oggi al feto una vita autonoma in anticipo rispetto al passato; per questo la legge 194/78 dovrebbe essere aggiornata anticipando il termine ultimo dell’aborto terapeutico dalla 24° alla 22° settimana. Prosegui la lettura.

LE VARIE RISPOSTE DEL DON

 

PERCHE’ NON DIVENTI VOLONTARIO?

UN BREVE CORSO PER COMPRENDERE CHI E’ IL VOLONTARIO

Presentazione settimanale di un’associazione di volontariato

CONFEDERAZIONE NAZIONALE DELLE MISERICODIE

La Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia è una delle più grandi entità federative in Italia nell’ambito del volontariato. Ente morale con sede in Fitenze, la Confederazione riunisce oggi oltre 700 Misericordie (tra arciconfraternite, confraternite e fraternite, alle quali aderiscono circa 670.000 iscritti.

Da ben 8 secoli l’azione delle Misericordie è diretta a soccorrere chi si trova nel bisogno e nella sofferenza, con ogni forma di aiuto possibile, sia materiale che morale. Assistenza e aiuto alla persona sono da sempre gli scopi principali: in particolare, le attività che le Misericordie offrono alla comunità, collaborando in molte occasioni ed altre realtà di volontariato, vanno dal trasporto sanitario alla protezione civile, dall’assistenza sociale alle onoranze funebri. Il Movimento è aperto a tutti: uomini e donne dai 16 agli 80 anni che vogliano dare il loro contributo, ispirato al Vangelo e alle Opere di Misericordia.

PROGETTI SANITA’ E SOCIALE

A servizio di chi bussa…: anziani, diversamente abili, immigrati, minori… oltre che attività complesse e strutturate. Tra queste, soprattutto in Toscana, l’attività sanitaria diagnostica e terapeutica e l’impegno in attività poliambulatoriali specialistiche.

SERVIZIO CIVILE

SEDE CENTRALE : Via dello Steccuto 38, Firenze – 055.32611 – stampa@misericordie.org

SEDI IN ITALIA

PER CONOSCERE L’ASSOCIAZIONE

 

ALCUNE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

ALCUNE FRASI PER LA RIFLESIONE

IL “PROTETTORE” DEL BLOG

Il Protettore di questo blog è il BEATO GIUDICE ROSARIO LIVATINO assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990 che è stato non solo un “uomo pensante” ma anche un magistrato modello e una persona di grande e autentica fede: «Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili». Quindi. come affermò san Giovanni Paolo II un “martire della giustizia e indirettamente della fede”. Pur partecipando alla Messa ogni giorno, forse nessuno ha notato la sua azione religiosa ma l’effetto di quell’azione, cioè la testimonianza. Dunque una fede non da mostrare nelle forme ma da rendere leggibile nella testimonianza. E, ogni suo documento, al termine, era siglato con STD (SUB TUTELA DEI). Il mio auspicio è che anche i molti visitatori di questo blog, seguendo il suo esempio, si pongano “sub tutela Dei” e testimoni, anche con le argomentazioni da uomini pensanti, di principi e di valori fondamentali alla nostra società e alle future generazioni. GRAZIE.
Per conoscere il beato Livatino:

-La vita

-«L’uomo che ho ucciso, Livatino, – ha affermato: oggi mi aiuta a coltivare la speranza»

-Un commento sul Giudice Livatino

 

In LINKEDIN con 7.924 collegamenti e 9.328 follower, troverete un proseguo del Blog con aggiornamenti quotidiani oltre il commento al Vangelo del giorno

(ultima settimana impressioni: 29.585) – VISITA

Oppure visita FACEBOOK. 6.732 follower

Visite blog DELL’UOMO PENSATE

Dal gennaio 2019: 3.001.656

Ultima settimana: 37.695

RASSEGNA STAMPA SETTIMANALE ONLINE

Gli articoli poco evidenziati o contro-corrente

     Dall’Italia e dal mondo

Fatti, commenti, opinioni, idee…

 

Italia 

Mondo

ARCHIVIO

Papa Leone XIV, Cattolicesimo e Chiesa 

Alcuni discorsi di Papa Leone XIV e commenti

Notizie della Chiesa

Giubileo

ARCHIVIO

 Salute

ARCHIVIO

Scuola

ARCHIVIO

 SOSTIENI CHI “FA IL BENE” ANCHE A NOME TUO 

 

Il Blog dell’ “Uomo pensante” vuole combattere stereotipi e pregiudizi, non sta dalla parte di nessuno ma si basa unicamente sulla verità dei fatti e si propone di essere il più inclusivo possibile. Come potete notare, nonostante i numeri soddisfacenti di entrate giornaliere, non vi è nessuna pubblicità per non essere manipolato dagli inserzionisti. Per questo, se presto un servizio che ritenete buono, chiedo la vostra generosità nei confronti di chi fa il bene anche a “nome vostro”.
Evidenzio due situazioni: i sacerdoti e un prete mio caro amico che gestisce una comunità di persone fragili.

I sacerdoti

I sacerdoti sono un dono perché donano la loro vita agli altri. Dona anche tu. Il tuo bel gesto nei confronti dei sacerdoti è riconosciuto anche dal sistema fiscale. Una donazione, infatti, è deducibile dal reddito annuale se effettuata a favore dell’ICSC (Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero) attraverso: carta di creditoconto corrente postalebonifico bancario.
Per le donazioni tramite conto corrente postale o bonifico bancario usare la causale “erogazione liberale art. 46 L.222/85”. Le donazioni per i sacerdoti sono deducibili dal reddito annuale fino a un massimo di euro 1.032,91.
Un sacerdote vive con molto meno di quello che si crede. E fa molto di più.
Dal 1984 è stata soppressa la retribuzione statale ai sacerdoti e il loro sostentamento è affidato esclusivamente alla tua generosità. In Italia esistono più di 35.000 sacerdoti che donano la propria vita agli altri. Con ogni tua offerta puoi garantire a queste persone una dignitosa sussistenza e contribuire alle loro missioni quotidiane, sempre rivolte ai più sofferenti. Basta un piccolo contributo per dare sostegno a tanti.
Mentre le offerte che fai direttamente in chiesa aiutano esclusivamente il sacerdote della parrocchia, le donazioni presenti in questo sito sono ripartite equamente tra tutti i sacerdoti per assicurare loro una vita decorosa.

GUARDA IL VIDEO

Don Giusto Della Valle

Don Giusto Della Valle è un sacerdote, mio caro amico, della diocesi di Como e attualmente è il parroco di San Martino a Rebbio, un quartiere di Como. Oltre che essere parroco ospita circa 50 persone immigrate a cui fornisce vitto e alloggio. Per questo suo grande impegno è conosciuto e apprezzato in tutta la città. 

Una testimonianza

“Nell’estate 2017, in piena emergenza migranti, ho incontrato Don Giusto Della Valle, una persona eccezionale impegnata a togliere le sofferenze. Il dramma delle migrazioni mi ha da sempre angosciato e da tempo desideravo poter fare qualche cosa per loro. Con lui ho cercato un immobile da ristrutturare così da poter ospitare minori stranieri non accompagnati e l’abbiamo individuato a Rebbio (Como), in via Giussani 35. L’immobile apparteneva al “Collegio delle Missioni Africane” noto anche come “Missionari Comboniani” ed il ricavato della vendita serviva loro per sostenere l’ospedale da loro gestito di Mapuordit nel Sud Sudan, danneggiato alla guerra: una bellissima combinazione. Nel corso della progettazione del nuovo immobile la politica italiana sulla migrazione è cambiata e di conseguenza abbiamo riorientato il progetto verso i bisogni della comunità. La Casa oltre che ad essere aperta al quartiere e alla città dovrà essere un luogo d’educazione e integrazione ed potrà offrire un riparo ai minori non accompagnati, alle mamme in difficoltà con figli e ai piccoli di qualsiasi nazionalità, con attenzione particolare alle situazioni di maggiore fragilità. Un piano dell’immobile suddiviso in quattro appartamentini ed è a disposizione di nuclei familiari che vivono momenti di fragilità umana ed economica. Il cantiere di casa “Caracol” è terminato a fine 2019 e l’attività sociale gestita dalla parrocchia di Rebbio e da Symploké (nata dalla Caritas diocesana di Como) è iniziata nel corso della primavera 2020” (Carlo Crocco, Presidente della Fondazione MDM).

Un video

Como, il meraviglioso cuore di don Giusto fa innamorare i musicisti della Scala: concerto strepitoso per la solidarietà

DONA A DON GIUSTO:  IT48K0843010904000000093297

Pillola di Saggezza Mensile