Era il 9 Maggio del 2009 quando il seminarista brasiliano, Guido Schaffer, moriva annegato mentre praticava surf su una spiaggia di Rio de Janeiro, per la precisione a Barra da Tijuca.
Da allora sono trascorsi ben 5 anni e finalmente arriva dalla Chiesa il “nihil obstat” per la beatificazione, a concederlo è stato il cardinale Angelo Amato. A soli 34 anni l’angelo del Surf diceva addio alla vita, sì, perché Guido era nato il 22 maggio del 1974, figlio del medico Guido Manuel Vidal Schaffer e di Maria Nazareth Francia, ha amato sin da giovane la spiaggia, lo sport e si è sempre dedicato con passione alla Chiesa, alla famiglia e agli altri tanto da volersi laureare in Medicina e Chirurgia presso l’Università Tecnica Formazione Souza Marques, a Rio de Janeiro.
La strada di Guido era segnata, il seminarista sperava di sposarsi e di diventare un medico di successo ma un giorno, durante un ritiro, rimase colpito da un versetto della Sacra Bibbia ( Tobia 4,7 – 11 ) “Non distogliere mai lo sguardo dal povero, così non si leverà da te lo sguardo di Dio”. A queste parole Guidò capì e chiese perdono al Signore domandandogli con il cuore in gola “Gesù, aiutami a curare i poveri”. Solo una settimana dopo Guidò entrò in contatto con le Missionarie della Carità, l’ordine fondato da Madre Teresa di Calcutta, e capì che la sua supplica era stata accolta.
Tutti colori i quali hanno avuto la fortuna di conoscerlo, ricordano di Guido la sua estrema dedizione verso i poveri ai quali portava il cibo, li guardava negli occhi e parlava loro con affetto. Una notte fredda l’angelo del surf incontrò un clochard senza cappotto, Guido non aspettò molto e subito si tolse la sua giacca di pelle per regalarla a quell’uomo che non aveva niente. Prima di morire annegato, il seminarista aveva espresso un desiderio: “Se Dio me lo concede, vorrei morire in mare, dove ho sentito la Sua voce parlarmi attraverso la Natura”.
Da Cristianità.it