Una rete di associazioni e personalità (tra cui Susanna Tamaro) chiede ai politici di schierarsi. «Non voteremo chi è pro gravidanza per altri».
Hanno già firmato associazioni femministe come Se non ora quando – Libere, Arcilesbica, Rue–Rete contro l’utero in affitto; alcune sezioni territoriali dell’Unione donne italiane e dell’Arcidonna, ed esponenti del mondo della cultura e dell’impegno civile come Susanna Tamaro, Lorella Zanardo e Marina Terragni. Ed ecco che il tema della maternità surrogata irrompe nella campagna elettorale in vista delle politiche del 4 marzo: accade attraverso una lettera aperta ai presidenti e ai segretari dei partiti in lizza, in cui si chiede, in sostanza, di dichiarare a voce alta agli elettori da che parte stanno. Di chi aggira il divieto vigente in Italia andando all’estero ad affittare l’utero di una donna a cui poi sarà sottratto il figlio? Oppure, al contrario, di chi ritiene che questa pratica «offende in modo intollerabile la dignità della donne e mina nel profondo le relazioni umane», così come ha ribadito la Corte costituzionale nella sentenza del 18 dicembre scorso?
Le donne che hanno firmato la lettera aperta si dichiarano contrarie alla Gravidanza per altri, in quanto non rispetta la personalità femminile né l’umanità del bambino, «che non può essere fatto oggetto di scambio».
La richiesta ai capi di partito, dunque, è di «impegnarsi a rispettare il divieto» di maternità surrogata che vige in Italia, di «assumere misure per impedirne l’aggiramento» semplicemente andando all’estero e infine «agire a livello internazionale perché la gravidanza per altri venga progressivamente abolita».
Chi tra i candidati e i dirigenti di partito sottoscriverà l’appello, lo vedremo nei prossimi giorni. La lettera verrà diffusa attraverso i blog, i siti e i profili social delle firmatarie ed è stata pubblicata anche sul sito di petizioni on line change.org, dove chiunque la può sottoscrivere.
«Nella prossima campagna elettorale noi saremo impegnate – si legge nel documento – a valutare la coerenza dei programmi e delle candidature. Faremo campagna invitando a non votare candidati o candidate che manifesteranno posizioni contrarie al mantenimento del divieto (alla maternità surrogata, ndr)».
Servirà a qualcosa? «Vedremo – risponde Francesca Izzo, già deputata e ora anima di Se non ora quando-Libere –. Negli ultimi mesi il fronte delle persone contrarie alla maternità surrogata si è allargato. Sentiamo il dovere, come cittadine, di portare sulla scena pubblica questo fronte; con i collegi uninominali anche pochi voti possono cambiare la sorte di un candidato… ».
La maternità surrogata è vietata esplicitamente dalla legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita. Ma molte coppie aggirano questo divieto trasferendosi per il tempo necessario nei Paesi in cui è ammessa.
Antonella Mariani
Avvenire.it, 23 gennaio 2018