La struttura che la ospita non è a norma e per questo il Comune non la finanzia più. Ma il municipio si rifiuta di accettare soluzioni alternative proposte dalla Chiesa di Roma.
A farne le spese, adesso, rischiano di essere i poveri di Ostia. Perché la mensa Caritas ospitata nei locali della ex colonia marina Vittorio Emanuele (di proprietà del Comune) non sono a norma e così da circa un anno non riceve i finanziamenti del municipio di Roma. Così le più di 200 persone che ogni giorno mangiano lì e le 60 che utilizzano ogni notte il dormitorio annesso rischiano adesso di veder ridimensionato il servizio, visto che i 20mila euro al mese che finora servono per garantirne la funzionalità sono state interamente coperte dalla Chiesa di Roma. Un intervento che però non si potrà replicare a lungo. Perciò otto parroci del litorale hanno lanciato un appello con una lettera aperta.
«Il Comune di Roma – scrivono i parroci – non finanzia da più di un anno né la mensa, né il centro di ascolto, né il dormitorio. Il motivo ufficiale è che i locali della ex Colonia Marina “Vittorio Emanuele” non sono a norma per permettere una gara di aggiudicazione di un qualsiasi servizio e quindi la Caritas diocesana non può partecipare ad alcun bando di concorso per avere dei contributi di aiuto». Finora – spiegano ancora i sacerdoti della chiesa di Sant’Agostino, Santa Monica, Sant’Aurea, San Nicola di Bari, Santa Maria Regina Pacis, Santa Maria Stella Maris, Nostra Signoria di Bonaria e San Vincenzo de’ Paoli – il Comune non ha offerto alcuna alternativa pubblica valida per spostare i tre servizi all’interno di Ostia, in altra struttura idonea o adattabile, nonostante si tratti di un servizio sociale in cui la Caritas fornisce solo supplenza a servizi sociali che dovrebbe essere a carico della Pubblica amministrazione».
Nella lettera viene evidenziato come le spese che da un anno sono state sostenute per continuare il funzionamento dei centri «ammontano a circa 20mila euro al mese e finora sono state interamente garantite dalla Chiesa di Roma che, anche attraverso le parrocchie, garantisce la presenza di volontari». Avvertono però i parroci che «non si sa fino a quando questa spesa potrà essere sostenuta» e che, quindi, «l’alternativa non potrà che essere la chiusura di tali servizi, con gravi ripercussioni per le urgenze del territorio ostiense, già così disagiato da anni». L’appello delle comunità parrocchiali si conclude dicendo che «dopo tanti mesi di inutili tentativi di trovare una soluzione accettabile e vista l’apparente e continua indifferenza dell’amministrazione comunale per le estreme povertà del territorio, è giusto che tutti siano messi al corrente della cosa».
La preoccupazione della Caritas Roma
«Siamo molto preoccuparti per la sorte dei poveri di Ostia. La Mensa e l’Ostello della Caritas sono l’unico presidio sociale presente sul litorale, luogo di solidarietà e di legalità», è il messaggio del direttore della Caritas di Roma monsignor Enrico Feroci. Questo lo sanno bene i parroci e le otto comunità parrocchiali di Ostia, per questo hanno deciso di informare i fedeli che domenica andranno alla Messa di quanto sta accadendo. «Da due anni stiamo dialogando con il Comune di Roma perché l’attuale struttura non è a norma per poter partecipare ai bandi pubblici ed ottenere finanziamenti – prosegue infatti monsignor Feroci – Abbiamo proposto alternative diverse, immobili che ci siamo impegnati a riqualificare e ristrutturare, stiamo aspettando una risposta. I contatti con il Comune continuano ma senza frutto al momento». Da un anno, proprio perché non a norma, il centro della Caritas (mensa e ostello) non è più finanziato. «L’impegno della diocesi di Roma e del volontariato delle parrocchie ha permesso di non far venire meno il servizio offerto ai poveri – conclude il direttore della Caritas – Purtroppo, come scrivono i parroci, non sarà possibile prolungare questo impegno per molto senza il coinvolgimento del Comune».
Alessia Guerrieri
Avvenire.it, 10 febbraio 2018