Safer Internet Day: troppi minori in balia della rete. Sotto accusa famiglie, Stato e industria. Mancano regole, controlli ed una cultura digitale responsabile. Dall’ospedale Gemelli, Federico Tonioni spiega: le patologie del web dipendono soprattutto da genitori assenti.
Nel Safer Internet Day, associazioni e organizzazioni di tutela dell’infanzia, come l’Unicef e Telefono azzurro in Italia, denunciano che gli adulti, le famiglie, le istituzioni dello Stato e soprattutto le industrie tecnologiche e di comunicazione non hanno preso abbastanza sul serio gli allarmi già lanciati da molti anni sui rischi ed i pericoli per i bambini ed i ragazzi, lasciati soli davanti agli schermi di pc, tablet, smart phone e smart tv, esposti a contenuti diseducativi, violenti, pornografici, indotti al gioco d’azzardo, soggetti ad adescamenti on line, ad azioni di cyberbullismo come vittime e come carnefici, facilitati a pratiche illegali di acquisto, spinti a stili di vita lesivi della persona.
Servono regole, controlli e formazione
Esiste ormai una letteratura scientifica perfino sulle patologie veicolate da internet ma alle parole scritte nei dossier, nei rapporti, negli atti dei convegni non sono seguite finora prese di coscienza efficaci su questo tema di scottante attualità perché ci siano regole e controlli di legge sulla Rete e perché i minori siano formati fin dalla più tenera età ad un uso corretto e responsabile di internet e siano protetti nel mondo digitale come in ogni altro ambito della vita reale.
Al Gemelli un ambulatorio per psicopatologie da web
In questo scenario c’è chi ha precorso i tempi fondando già 2009, presso il Policlinico Gemelli di Roma, l’unico Ambulatorio pediatrico (divenuto nel 2016 Centro interdipartimentale) per le psicopatologie da web, in ambito pubblico. Il dott. Federico Tonioni indica nei genitori e nelle famiglie l’origine dei disturbi che attraverso la rete si manifestano nei piccoli e giovani pazienti, che arrivano nel suo centro per essere curati.
Spazio digitale infranto capacità di stare soli
“Internet – spiega – è soprattutto un nuovo modo di comunicare e di pensare, che diventa patologico e disfunzionale soprattutto in quelle situazioni dove ci sono evidenti e continuate nuove forme di assenza genitoriale. Troppo spesso proponiamo le app digitali ai nostri figli in sostituzione della nostra presenza. App che sono baby sitter formidabili. Quante volte mi hanno detto: ‘ mio figlio davanti al computer non si vede e non si sente’”. Tonioni sottolinea inoltre che “lo spazio digitale ha infranto la capacità di stare soli” e che la prevenzione dei disturbi specie di isolamento in rete va ricercata anche nei limiti temporali di esposizione, che vanno però mediati tra genitori e figli e non imposti come cieca obbedienza – che può al contrario scatenare rabbia negli adolescenti – ma dando un senso a quei limiti. Non si deve dunque demonizzare Internet ma governarlo insieme senza pregiudizi da parte degli adulti verso i ragazzi.
Roberta Gisotti
Vatican News, 6.2.2018