HIV, i più a rischio rimangono gli omosessuali

By 2 Marzo 2018Salute

Secondo le recenti Linee guida Hiv-Aids della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali e del Ministero della Salute il 40% dei sieropositivi sono omosessuali maschili. E tenendo conto che la popolazione omosessuale è intorno all’1-2% possiamo ben comprendere come le condotte sessuali omosessuali siano rischiose.

In merito a tali linee guida c’è un particolare curioso. Come fa notare il dott. Manlio Converti, psichiatra e presidente di Amigay, “è scomparso dall’indice delle Linee guida Hiv-Aids di Simit e ministero della Salute qualsiasi riferimento alle persone gay, bisessuali e transessuali, ancorché citate nei lavori scientifici e nelle stesse linee guida più spesso come MSM (uomini che fanno sesso con altri uomini) o TGW (Trans Gender Woman)”. In breve: i gay sono categoria a rischio, se ne parla diffusamente nelle Linee guida allora perché non dedicare a loro una sezione specifica?
Questo accade perché il politicamente corretto è vittima di sé stesso. Se gli autori delle Linee guida avessero dedicato una sezione alle persone LGBT sarebbero stati tacciati di discriminazione perché avrebbero associato le persone LGBT ad alcuni gravi patologie, quasi a voler stigmatizzare le condotte sessuali di queste ultime. Se al contrario, come è avvenuto, non si dedica una sezione specifica la sentenza di omofobia viene pronunciata ugualmente dal momento che, come annota il militante Converti, “è inaccettabile perché oggettivamente aumenta la negazione, produce stigma, nega informazioni vitali e aumenta la morbilità e mortalità delle persone LGBT”. Un bel cortocircuito.
Gender Watch, 16-02-2018

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Gentile direttore,
per motivi a me ignoti è scomparso dall’indice delle Linee guida Hiv-Aids di Simit e ministero della Salute qualsiasi riferimento alle persone gay, bisessuali e transessuali, ancorché citate nei lavori scientifici e nelle stesse linee guida più spesso come MSM (uomini che fanno sesso con altri uomini) o TGW (Trans Gender Woman).

Del resto lo stesso comitato scientifico cita esplicitamente “particolare attenzione alla diffusione dell’infezione tra le popolazioni chiave (migranti, detenuti, maschi che fanno sesso con maschi-MSM, sex workers, consumatori di sostanze”, che nell’indice diventano: “Popolazioni cui porre attenzione: Donna; Gravidanza; Paziente fragile, Anziano e Geriatrico; Bambino e Adolescente; Immigrato”.

Data la vastità del problema come AMIGAY non capiamo perchè non si ottenga la gratuità del preservativo, unico vero mezzo di prevenzione contro le malattie sessualmente trasmesse.

Ci corre allora l’obbligo di spiegare nel dettaglio perchè la censura sia sbagliata e dare così informazioni corrette e complete alle persone lgbt fortemente interessate dal dramma dell’HIV ricordando a tutti, soprattutto agli adolescenti di usare sempre il preservativo.

Delle persone sieropositive il 40% restano purtroppo quelle MSM, sigla molto riduttiva e confusiva, ma comunque citata 20 volte nel testo, il che già di per sé implica un rischio relativo elevatissimo.

Le persone MSM hanno maggiori fattori di rischio di perdersi nel follow-up fin (dalla prevenzione, mancato uso preservativo, mancato test HIV, mancata compliance alla terapia PREP, PEP o ART).

Nelle persone MSM le patologie causate da HCV HAV e Shigellosi sono più frequenti, quindi è opportuno fare il vaccino HAV ed ovviamente usare sempre il preservativo oltre che fare anche tutti questi test se si hanno comportamenti promiscui senza condom.

E’ opportuno fare “Anoscopia ad Alta Risoluzione” per lesioni precancerose da HPV se si superano i 10 punti della tabella dei fattori di rischio, quando si è MSM. Tuttavia nessuno si mette a diffondere tale tabella in modo adeguato, e soprattutto sono ignoti i centri dove realizzare una tale “Anoscopia ad Alta Risoluzione”.

I criteri per l’uso della PREP sono più ampi per le persone MSM:

1) possono averla anche su semplice richiesta per un breve periodo, comunque non superiore ai tre mesi,
2) devono averla se hanno:
+comportamenti a rischio come la Chemsex,
+una qualsiasi promiscuità senza preservativo,
+ una qualsiasi altra MST,
+partner stabile sieropositivo non in terapia o in terapia da meno di sei mesi,
+partner stabile che non abbia mai fatto un test HIV

E’ molto utile lo schema del documento ufficiale che spiega alle persone MSM come calcolare i fattori di rischio.

“Non va dimenticato il dramma della presenza sinergica di altre condizioni di non accettazione e/o negazione del proprio essere” si legge ancora nel testo delle linee guida.

Questo è l’argomento della Visibilità e del Coming Out, e dover dedurre dall’indice che al massimo potremmo essere nella voce “Persone Fragili”, ovviamente è inaccettabile perché oggettivamente aumenta la negazione, produce stigma, nega informazioni vitali e aumenta la morbilità e mortalità delle persone LGBT.

Manlio Converti
Psichiatra, Presidente Amigay
www.quotidianosanita.it, 13 febbraio 2018