“Padre Amorth affermava che un vescovo che non nomina un sacerdote esorcista nella propria zona di competenza compie un peccato mortale perché si confi gura una grave mancanza di carità nei confronti di chi ha bisogno”. Ad affermarlo è Padre Cesare Truqui, esorcista della diocesi di Coira in Svizzera che di padre Amorth è stato allievo per diversi anni.
Un affermazione che mette in luce la delicata questione del ministero dell’esorcista ritenuto purtroppo in molte diocesi secondario.
E’ uno dei temi che Truqui affronta nel libro “ Professione esorcista” edito da Piemme, scritto insieme alla giornalista Chiara Santomiero.
Il libro non è una raccolta di casi e descrizioni agghiaccianti, al contrario è un inno alla fede e alla preghiera, le due vere armi contro il diavolo, il grande bugiardo.
Padre Cesare Truqui racconta la sua vocazione, la sua esperienza di fede al fianco di Padre Gabriele Amorth, per decenni esorcista della Diocesi di Roma morto a settembre del 2016. Padre Cesare ne raccoglie l’eredità, anche di alcuni gesti, e spiega come la Chiesa abbia sempre avuto a cuore questo ministero di carità. E del resto tutto si basa sul Vangelo e sui gesti che Gesù compiva.
Il libro permette così a chi non abbia conoscenza sulla questione di affrontare anche la realtà della intromissione di satana nella vita degli uomini con maggiore certezza e infondo serenità.
Ad esempio si spiega il rituale dell’ esorcismo e cosa significhi “sacramentale”, e molto altro.
Consigli, indicazioni, magistero e anche qualche perte di racconto di casi specifici, e una vera catechesi che usa anche le parole di Papa Francesco, che da latinoamericano, scrive Truqui, è più abituato di noi europei a parlarne. “Nei paesi latino-americani è normale parlare di lui…Si può capire perché papa Francesco ne parli con tanta naturalezza. Se il maligno c’è, può anche agire. Se il maligno c’è, si può anche parlarne.”
Uno dei rischi è quello di negare la esistenza del diavolo, e dall’altra parte è ignorare come agisce o al contrario vedere il maligno anche dove non c’è. Per questo Truqui parla di una vera “emergenza esorcisti”. Infatti, si legge “non tutte le diocesi hanno un incaricato e spesso le vittime delle manifestazioni diaboliche sono costrette a percorrere centinaia di chilometri per trovare aiuto e conforto spirituale”. C’è poi la questione della preparazione dei sacerdoti che devono agire per mandato del vescovo locale, e solo nella loro diocesi.
Nel libro sono riportati anche dati molto significativi che aprono una finestra sul fenomeno nella società: “ Le ricerche dell’Associazione italiana degli psicologi e psichiatri cattolici e dell’AIE evidenziano come la composizione del mezzo milione di italiani che ogni anno si
rivolgono a un esorcista sia in fase di evoluzione. Una volta sembrava circoscritta ad ambienti poveri e rurali e ancora oggi, per il 65%, si tratta di donne di livello culturale medio-basso, provenienti dal centro-sud. Suscita perplessità, tuttavia, il dato del restante 35%, trasversale a età, classi sociali e cultura, che si rivolge a un sacerdote, anche con meno remore o vergogna di quanto avvenisse in passato, dopo aver tentato inutilmente le strade della psichiatria. E c’è un altro dato che fa riflettere: su cento persone convinte di essere possedute, venti sono minorenni, forse ragazzi che hanno rincorso sul web fascinazioni di tipo diabolico.
Il libro parla anche dell’Associazione Internazionale degli Esorcisti, canonicamente istituita dopo una lunga esperienza, nel 2014 e del corso della Pontificia Università Regina Apostolorum dove insegna lo stesso Truqui.
Proprio in questi giorni si sono aperte le iscrizioni per il XIII corso Sull’ Esorcismo e la Preghiera di Liberazione dell’’Istituto Sacerdos dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in collaborazione con il GRIS. L’obiettivo del corso è quello di offrire una riflessione ricca e articolata su un argomento sulla pratica dell’esorcismo e della preghiera di liberazione. Il corso di terrà dal 16 al 21 Aprile, il corso è in italiano è disponibile la traduzione simultanea in inglese, spagnolo e francese.
Angela Ambrogetti
ACI Stampa, 22 febbraio 2018