Il Report 2107 dell’associazione Meter. Le segnalazioni dei siti web pedo-pornografici sono quasi raddoppiate, 9.379 del 2016 e 17.299 lo scorso anno.
«L’adescamento, l’abuso, la produzione, la diffusione e l’acquisto del materiale della pedofilia e della pedopornografia è un business in crescita, gestito anche dalla criminalità organizzata» ed «è inqui etante il silenzio e la connivenza deicolossi del web e di tanti Paesi che ancora non hanno una legislazione specifica e non collaborano contro questi crimini»: don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter, commenta chiaro il Report 2017 proprio dell’associazione. E i numeri del resto mettono i brividi.
Nel 2017 Meter ha segnalato 2.196.470 foto, erano 1.946.898 nel 2016. I video sono invece quintuplicati: le segnalazioni sono passate dalle 203.047 del 2016 alle 985.006 dell’anno scorso. Le vittime più coinvolte sono nella fascia d’età 8/12 anni (12.120 link, 1.494.252 foto e 836 .868 video), seguiti dalla fascia 3/7 anni (4.666 links, 685.610 foto e 140.532 video) e da 0/2 anni (503 link, 4.292 foto e 4.412 video).
I server che permettono il funzionamento di molti siti o piattaforme in cui si divulga materiale pedopornografico sono fisicamente collocati in Europa e America. «Denunciamo pertanto l’assenza di controllo da parte dei colossi del web nonostante gli sforzi di qualcuno», dice Meter.
Ancora. I siti web pedopornografici segnalati sono quasi raddoppiati, passando da 9.379 del 2016 a 17.299 l’anno scorso. I pedofili «sono lucidi e determinati», trovando mezzi sempre più sofisticati di distribuzione del proprio materiale. Soprattutto tramite l’uso di Dropfile (10.096 link, 74.717 foto e 13.047video), una piattaforma a tempo, e del Cloud.
Il lavoro di monitoraggio sulla pedofilia on line «rimane argomento ignorato anche dalle forze politiche che non hanno interesse a mettere in agenda e impegnarsi in prima linea in questa importante lotta alla criminalità pedofila», spiega don Di Noto. Così «si rimane spesso in silenzio ad aspettare che ulteriori minori vengano coinvolti in questa atrocità, perché il web non dà tregua né tanto meno si arresta».
La rete, poi, non è esclusivamente uno strumento di diffusione di foto e video che i pedofili utilizzano, ma «serve anche a diffondere e promuovere la pedofilia per un’opera di normalizzazione – si legge nel Report 2017 di Meter -. Una vera e propria lobby strutturata e ben organizzata che fornisce consigli su come adescare i bambini». Che «raccgolie fondi a sostegno della causa pro pedofilia» e che dal 1996 addirittura “celebra” ogni anno «la giornata internazionale della pedofilia».
Pino Ciociola
Avvenire.it, 20 marzo 2018