Il giornale La Repubblica del 26 marzo 2018 informa di una seduta tumultuosa del Consiglio Comunale a Torino, a causa di un progetto di asilo nido “gender neutral” a cui sta lavorando l’Università e che sarà destinato ai bambini dei dipendenti.
Il Movimento 5 stelle si è schierato a favore del progetto, in cui si prevede di “educare” i piccoli alla “parità di genere” eliminando tutti gli “stereotipi”: tradotto dalla neolingua degli ideologi del gender, vuol dire che giocattoli, grambiuli e quan’altro, tutto all’asilo sarà “neutro”.
Repubblica diche che Fabrizio Ricca, della Lega, ha parlato di “lavaggio del cervello” da parte di “manovratori di menti che negano la libertà a chi non la pensa come loro, con un obiettivo: lavorare fin da piccoli all’annullamento delle differenze sessuali maschio- femmina“.
Il comitato Studenti Indipendenti, promotore del progetto, non ha inventato niente di nuovo.
I nostri Lettori sanno che in Svezia con la parità di genere, l’inclusione delle persone LGBT e la diffusione dell’ideologia gender nella scuola stanno “avanti”.
E’ da svariati anni – dalla fine degli anni ’90 è intervenuta la normativa statale che invita la scuola ad adoperarsi in tal senso. Tanto che fin dalla scuola materna si presta molta attenzione al rispetto di ogni “genere”. Anzi proprio nella scuola materna, in Svezia ci sono alcuni istituti che adottano il pronome neutro “hen” per evitare di influenzare i bambini (all’asilo) nella “scelta” del loro genere.
La scuola materna Egalia è stata antesignana di questa realizzazione pratica dell’ideologia per cui il genere è fluido, a prescindere dal sesso biologico che natura ha dato, e va scelto liberamente fin dalla più tenera età. Un’altra scuola materna famosa per questa politica è la Nicolaigarden.
In una scuola come queste – dicevamo – nomi e pronomi sono neutri, giochi e giocattoli neutri, favole e fiabe e filastrocche declinano alla pari ogni possibile orientamento sessuale e ogni tipo di convivenza.
Non in ogni scuola c’è un approccio così radicale alla ideologia gender, ma il Paese non può certo definirsi intollerante rispetto alla popolazione “queer”. Anzi, dopo una ventina d’anni di queste politiche davvero moderne e progressiste, cominciate fin dalla scuola materna, la Svezia dovrebbe risultare un paese migliore di tanti altri…
Gli Svedesi non sembrano molto felici…
Invece, In Terris ci rende noto che «secondo un rapporto dell’UNODC [United Nations Office on Drugs and Crime] nel 2015 la Svezia era il primo paese Europeo per numero di stupri con 64,10 stupri ogni 100.000 abitanti ed il quinto paese al mondo dietro Lesotho, Botswana, Saint Vincent e Grenadines e Swaziland.»
Secondo i dati indicati da InTerris, pare anche che la Svezia sia un paese dove vige il record della solitudine: «Stoccolma è nota come la capitale mondiale dei single dove tre appartamenti su cinque hanno un solo abitante, dove uno svedese su dieci se ne va al creatore senza parenti, dove in trent’anni il numero di persone ai funerali è passato da 49 a 24. La Svezia è anche il Paese dove le donne ricorrono di più all’inseminazione artificiale, un corriere recapita a casa il kit, e così, da sole, formano una “famiglia”.»
Ma, almeno per la questione del “genere”, vista l’azione cominciata a scuola da vent’anni, dovrebbero almeno essere tutti più felici…. o no?
I bambini svedesi non sembrano molto felici…
Bhè, pare che «la psichiatra infantile Louise Frisén, dell’Ospedale Pedriatico Astrid Lindgren, ha dichiarato che nel 2016 ben 197 bambini hanno richiesto di essere sottoposti ad una “transizione” per cambiare sesso. “C’è un aumento del cento per cento ogni anno, e le persone che stiamo vedendo sono più giovani e sempre più bambini”, ha dichiarato il medico in un’intervista all’Aftonbladet. Il capo della squadra identità di genere del Karolinska University Hospital, Cecilia Dhejne, ha detto che l’aumento dei bambini infelici con il proprio gender riflette “una maggiore apertura nella società svedese.”»
Ci domandiamo: una maggiore apertura genera una maggiore infelicità?
Il “gender” alla scuola materna è una sorta di lavaggio del cervello?
«Questi sono, secondo lo psichiatra ed autore svedese David Eberhad, i risultati di una “disonestà intellettuale cieca alle differenze biologiche” che viene esercitata in queste scuole materne ‘gender-neutral’.
“E’ una sorta di lavaggio del cervello – continua lo psichiatra – che funziona molto bene su bambini in tenera età ed a cui loro si adattano molto rapidamente, ma i problemi si pongono quando questi bambini arrivano a frequentare le scuole normali e si accorgono di avere praticamente vissuto in una setta.” Ed aggiunge: “Questa che proclama che non ci sono differenze fra uomo e donna è una specie di setta religiosa, e non ha nulla a che vedere con la scienza.”»
Redazione
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