È incominciato tutto negli anni Sessanta in California, nel quadro delle grandi rivolte giovanili che porteranno alla fine della guerra del Vietnam, alla emancipazione dei neri, al femminismo e alla liberazione sessuale.
Ma fu soprattutto nel movimento hippy che esplose la rivolta contro l’etica del lavoro, del dovere e dei legami di coppia. Lo mostra bene Cristina Cattaneo in un articolo della rivista web L’amore e gli amori di cui cito un passaggio col suo consenso. Scrive: «Avevano il senso di una liberazione sconfinata, non solo dai legami ma dalle responsabilità della vita. Di colpo si erano liberati dal peso dell’ingresso nell’età adulta: un taglio netto dall’oppressione della società che costringeva i giovani a perdere le energie migliori per tuffarsi in matrimoni tediosi, lavori tristi e marmocchi piangenti. Non la si voleva più quella vita già finita prima di iniziare: non si voleva la responsabilità, l’impegno, la fatica fisica, gli obblighi sociali, le pappe e i pannolini. Quella generazione guardava con commiserazione il mondo dei loro genitori, così privo di eros».
È questo il primo violento attacco alla concezione della coppia innamorata che dura e costruisce una famiglia. In seguito il movimento hippy si disintegrò e scomparve, ma i suoi principi si diffusero come un gas in tutta la società occidentale. Questa, in precedenza, era dominata dall’etica del dovere, del lavoro e dello sforzo per realizzare qualcosa di valore. Ora cerca di evitare la fatica e l’impegno. Tutta la tecnologia è volta ed evitare qualsiasi fatica, il robot sostituisce l’operaio, la consegna a domicilio evita di uscire e fare acquisti. Nell’economia la finanza speculativa sostituisce gli investimenti produttivi. Nella cultura internet, i videogiochi e le chiacchiere evitano la fatica di leggere libri. Nel campo dei rapporti di lavoro il diritto sostituisce il dovere, nelle relazioni amorose la droga e il sesso facile evitano l’impegno appassionato dell’innamoramento e la fatica di crescere una famiglia. L’ideale è diventato una società dove ci si diverte e non ci si impegna. Questa mentalità edonista e luddista sta addormentando la società europea e rallenta, inesorabilmente, il suo sviluppo.
Alberto Alberoni
Il Giornale, 1 aprile 2018
(http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ledonismo-che-prosciuga-societ-1511161.html)