L’accusa: YouTube “ruba” i dati dei bambini

By 26 Aprile 2018Web e Comunicazione

La piattaforma di video di proprietà di Google finisce sul banco degli accusati per il modo in cui (non) si occupa dei minori.

YouTube, la piattaforma online di video comprata da Google nel 2006, è accusata di aver raccolto i dati personali dei bambini per “targettizzare” meglio le proprie pubblicità e ottenere profitti più elevati.
La denuncia arriva da un gruppo formato da 23 studi di avvocati e da diverse associazioni di consumatori statunitensi e che ha esposto un reclamo alla Federal Trade Commission (l’Antitrust Usa) per violazione del Children’s Online Privacy Protection Act, una legge sull’utilizzo che si può fare dei dati dei bambini sotto i 13 anni.

YouTube sotto accusa: «Raccoglie i dati dei bambini e li sfrutta per la pubblicità»

Le accuse esposte in un documento di 59 pagine ruotano attorno al fatto che nei termini di utilizzo di YouTube si fa riferimento a un’età ben precisa per utilizzare il servizio di video in streaming: 13 anni. Ma in realtà sono tantissimi i canali e i video dedicati ai bambini compresi tra i 6 e i 12 anni. Canali e video che infrangerebbero le stesse regole decise da YouTube. Secondo gli autori del reclamo, il servizio di video in streaming è diventato in questi anni “una vera e propria televisione per bambini” e Google guadagnerebbe miliardi di dollari ogni anno tramite la pubblicità, ma senza fornire il dovuto supporto ai bambini per spiegargli i pericoli della Rete. YouTube in questo modo riuscirebbe a raccogliere informazioni sensibili sui bambini sotto i 13 anni e le utilizzerebbe per “profilare” i più piccoli e mostrargli delle pubblicità ad hoc.

Tra i dati raccolti ci sarebbero la geolocalizzazione, il numero identificativo del dispositivo da cui viene visto il video e il numero di telefono. Tutto questo avverrebbe senza mostrare nessuna notifica sul dispositivo e senza avvertire i genitori dei bambini.

La risposta di YouTube dopo l’esposto all’Antitrust

“Leggeremo l’esposto e valuteremo se possiamo fare miglioramenti”, ha replicato un portavoce di Google. “Poiché YouTube non è per bambini, abbiamo investito molto nella creazione della app YouTube Kids per offrire una alternativa progettata apposta per loro”. Non a caso, dopo questo scandalo YouTube sta pianificando di rilasciare “nelle prossime settimane negli Stati Uniti” una nuova versione dell’app YouTube Kids che offrirà ai genitori la possibilità di eliminerà i video suggeriti algoritmicamente e non dovrebbe mostrare più neanche contenuti non adatti a un pubblico di bambini.

Difficile dire a cosa porterà il reclamo: per il momento la denuncia è ancora alle fasi iniziali e se l’Antitrust statunitense deciderà di proseguire nell’inchiesta dovrà dimostrare che YouTube raccoglie realmente informazioni sensibili sui bambini sotto i 13 anni. Nei prossimi mesi se ne saprà sicuramente di più.

I.Sol.

Avvenire,  9 aprile 2018