Si è celebrata il 29 aprile la Giornata in onore di tutte le vittime delle guerre chimiche. E’ questa anche un’occasione per riaffermare l’impegno a rimuovere la minaccia delle armi chimiche.
Il raid condotto in Siria lo scorso 8 aprile, nella regione del Goutha, è probabilmente l’ultimo, drammatico episodio di una lunga serie di attacchi compiuti con armi chimiche. A seconda delle loro proprietà tossiche, tali armamenti possono tra l’altro provocare ustioni e lesioni atroci, colpire il sistema nervoso o le vie respiratorie. Dalle Nazioni Unite sono classificate come armi di distruzione di massa.
La preghiera del Papa
Lo scorso 8 aprile, poco dopo la diffusione di notizie su terribili bombardamenti in Siria, Papa Francesco ha pregato durante il Regina Coeli per le vittime e per le loro famiglie: “Non c’è una guerra buona e una cattiva e niente – ha detto il Pontefice in quell’occasione – può giustificare l’uso di tali strumenti di sterminio contro persone e popolazioni inermi”. “Preghiamo – ha aggiunto – perché i responsabili politici e militari scelgano l’altra via, quella del negoziato, la sola che può portare a una pace che non sia quella della morte e della distruzione”.
Pagine di morte
Per la prima volta, un’operazione militare con l’utilizzo di armi chimiche è stata lanciata, su vasta scala, nel 1915 durante la battaglia di Ypres. Dal dicembre 1935 al maggio 1936, nella guerra d’Etiopia, l’Italia ha usato bombe con l’iprite. Nel 1943 gli americani hanno sperimentato il “Napalm”, un nuovo tipo di ordigni incendiari divenuti tristemente noti nel conflitto in Vietnam.
Dal gas nervino al sarin
Negli anni ’80, durante la guerra tra Iran e Iraq, le truppe irachene hanno usato per la prima volta il gas nervino. Nel 2017, almeno 100 persone sono morte in Siria in seguito ad un bombardamento aereo, con l’impiego di gas sarin, nella città di Kahn Shaykhun. Queste sono solo alcune delle pagine di storia, tragicamente segnate dall’uso di armi chimiche.
La Giornata in onore delle vittime delle guerre chimiche
Per ricordare quanti sono morti o hanno subito atroci ferite a causa di queste devastanti armi, si celebra il 29 aprile la Giornata in onore di tutte le vittime delle guerre chimiche. E’ stata scelta questa data perché il 29 aprile del 1997 è entrata in vigore la Convenzione sulle armi chimiche con cui è stato definitivamente sancito il divieto assoluto di utilizzare tali armamenti. Sono proibiti anche la produzione e lo stoccaggio.
Convenzione sulle armi chimiche
La Convenzione sulle armi chimiche – insieme al Trattato di non Proliferazione Nucleare, a quello sul Bando totale degli Esperimenti Nucleari e alla Convenzione per il Bando delle Armi Biologiche – costituisce uno dei pilastri fondamentali su cui si fonda il sistema di disarmo e di non proliferazione delle armi di distruzione di massa. Gli Stati firmatari si impegnano, tra l’altro, a distruggere tutte le armi chimiche esistenti nei loro territori, a non detenere o fabbricare altre armi chimiche e a non farvi ricorso per nessun motivo, anche dopo aver subito un attacco diretto con tali armi.
Convenzione non ancora ratificata da 4 Stati
La Convenzione è stata al momento ratificata da 192 Stati. All’appello mancano ancora Egitto, Corea del Nord e Sud Sudan. Israele ha invece firmato ma non ratificato l’accordo. La convenzione dispone, inoltre, di un sistema di verifica che impone agli Stati membri anche di autorizzare ispezioni sul loro territorio.
L’impegno dell’Opac
Al 1997 risale anche l’istituzione dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac). Il suo scopo è quello di promuovere e verificare l’adesione alla Convenzione sulle armi chimiche. A tale organizzazione è stato conferito, nel 2013, il Premio Nobel per la Pace “per i suoi ampi sforzi per eliminare le armi chimiche”.
Una minaccia per l’umanità
Cento anni dopo che il gas di cloro è stato usato come strumento di guerra a Ypres, queste terribili armi continuano a minacciare l’umanità. Da allora il loro impiego, sia contro soldati sia contro civili, ha conosciuto un progressivo e costante sviluppo alimentando un arsenale, non ancora eliminato, che ha raggiunto il proprio apice durante la Guerra Fredda.
Fabrizio Battistelli: ancora molti gli arsenali di armi chimiche
Il presidente dell’Archivio Disarmo, Fabrizio Battistelli, sottolinea che le armi chimiche sono “l’atomica dei poveri”: oltre ad essere micidiali, sono alla portata di tutti. E sicuramente – aggiunge – “tutte le grandi potenze hanno il loro stock di armi chimiche per motivi e per scopi che restano tutti da chiarire”. Quasi 200 Stati – ricorda Fabrizio Battistelli – hanno sottoscritto la Convenzione sulle armi chimiche. Ma ci può essere sempre il cosiddetto “Stato canaglia” che si approvvigiona di armi chimiche sul mercato nero.
I timori più forti legati al terrorismo
Una delle saldature più temute è quella tra armi chimiche e terrorismo: è questa la minaccia più preoccupante, “a bassa intensità, difficile da intercettare e da prevenire”. Per arginare questa minaccia la voce e gli appelli di Papa Francesco sono molto importanti. “E’ una voce morale che insegna moltissimo a tanti”.
Amedeo Lomonaco
VaticanNews, 28 aprile 2018