Nella odierna società relativista e dei pseudo diritti per tutti accade spesso che a venire ignorati e calpestati siano i diritti fondamentali dell’individuo (ossia quelli autentici, come nel caso dell’aborto volontario) oppure che il richiamo al diritto individuale all’autodeterminazione costituisca il pretesto affinché possano essere gli altri a decidere sulla salute e sulla vita dell’individuo, proprio all’insegna del diritto all’autodeterminazione.
Indicativo, a tal proposito, quanto accaduto in Olanda dove una donna di 74 anni malata di Alzheimer è stata “terminata” dai medici contro la sua volontà ma sulla base di ciò che ella stessa aveva messo nero su bianco qualche tempo prima. In sostanza, la malcapitata signora chiese nel suo testamento biologico che le fosse tolta la vita «quando penserò che sia giusto», ma poi il progredire della malattia le impedì di rendere attuali le sue dichiarazioni di volontà, almeno sotto il profilo formale; cosicché, malgrado dimostrasse chiaramente di non voler affatto morire la dottoressa che l’aveva in cura, in base al rapporto stilato dal competente comitato regionale per l’eutanasia, mise del sedativo nel caffè della anziana donna, togliendole così la possibilità di reagire, mentre un secondo medico le somministrò la dose letale di barbiturici. Nel disperato tentativo di salvarsi la vita la signora cercò addirittura di alzarsi ma venne immobilizzata nel letto con l’aiuto dei parenti.
La dottoressa, che solo rischia di essere incriminata per omicidio, ha raccontato alla commissione che la paziente è stata privata della vita malgrado avesse dichiarato in quel momento di non voler morire. Tuttavia, secondo il suo carnefice c’erano due signore a combattersi, una sana che voleva morire e un’altra che invece voleva vivere, guarda caso quella considerata malata. Johan Legemaate, professore di etica della medicina all’università di Amsterdam, ha sintetizzato efficacemente questa presunta competizione tra le due diverse personalità: «dobbiamo ascoltare il vecchio io del testamento, oppure quello nuovo di chi non è più sé stesso?».
L’Olanda e il Belgio sono gli unici paesi a prevedere l’eutanasia per chi soffre di malattie al cervello e per i malati di demenza in stato avanzato la legge non esclude la morte assistita qualora il paziente abbia specificato il modo in cui intende essere ucciso e se il medico ritiene che il malato soffra in maniera insopportabile senza prospettive di miglioramento.
Sono milioni le persone che percorrono le diverse tappe della demenza e nell’anno appena trascorso tra i 6.500 pazienti che hanno “scelto” l’eutanasia 166 erano affetti da demenza. Dal 2002, anno dell’entrata in vigore della legge sull’eutanasia in Olanda, sono state uccise 55.000 persone … (Corriere della Sera, 20 aprile 2018).
Il falso principio all’autodeterminazione è il grimaldello ideologico con cui le lobby anticristiane si prefiggono l’obiettivo di scardinare l’ordine naturale, di distruggere l’uomo. Nel momento in cui stiamo scrivendo non sappiamo cosa succederà con il piccolo Alfie Evans; sappiamo però che i genitori del bambino avevano chiaramente e ripetutamente espresso la volontà di continuare le cure ma questo non è servito a modificare l’arbitraria sentenza di morte emessa dai giudici. Alla fine ciò che veramente conta non è la volontà del singolo individuo, o delle persone che ne fanno le veci, ma che essa sia conforme ai falsi e perversi criteri morali imposti dalla modernità. Ma Alfie ancora vive…
Alfredo De Matteo
https://www.corrispondenzaromana.it/volonta-autodeterminate-o-diktat-eterodeterminati/ 24 aprile 2018