AsiaNews, l’agenzia di stampa del Pontificio Istituto Missioni Estere, ci da la notizia della morte di una ragazza cristiana di 25 anni, Asma Yaqoob, in conseguenza all’aggressione da parte di un uomo musulmano di 30 anni.
Asma si è spenta a Lahore, dopo due settimane di agonia. È stata sfigurata con l’acido per aver respinto le avances di quell’uomo musulmano, di nome Rizwan Gujjar.
Secondo Asia News, il fratello di Asma, Nabeel, 23 anni, lavora come operaio di macchine per la stampa Panaflex. In azienda ha stretto amicizia con Rizwan, di religione musulmana.
Da qualche mese quest’ultimo era diventato un frequentatore abituale della casa dei Yaqoob, e lì ha conosciuto Asma, di cui a poco a poco si era invaghito.
Dopo circa tre mesi, Rizwan chiede in matrimonio la giovane ragazza e la sua conversione all’islam, ma essa rifiuta entrambe le richieste.
Il 10 aprile scorso la rabbia e la frustrazione di Rizwan, accecato dall’onta di essere stato respinto, esplodono. Egli si presenta nella città di Pak Pura, finge di essere il fratello e fa chiamare la ragazza.
La giovane cristiana, pensando di incontrare Nabeel, esce nel cortile della casa: ad attenderla trova il giovane musulmano, che appena la vede le getta addosso dell’acido e le dà fuoco. Poi fugge via.
Asma è trasportata d’urgenza al più vicino ospedale. In seguito, viene trasferita nel reparto per ustionati del Mayo Hospital di Lahore. I medici però non riescono a salvare la giovane, che presenta bruciature sul 90% del corpo.
Ad AsiaNews, Aila Gill, coordinatrice della Commissione nazionale Giustizia e pace in India, denuncia l’aggressione subita dalla ragazza cristiana: “È il quinto episodio di questo tipo contro le minoranze del Pakistan negli ultimi mesi. Assistiamo ad un preoccupante aumento delle violenze e di incidenti d’intolleranza nel nostro Paese”.
Infatti, nel Pakistan, la persecuzione contro i cristiani fa parte della vita di tutti i giorni. Ai giovani musulmani viene insegnato a trattare i credenti con disprezzo, addirittura a perseguitarli, perché considerati parte di una “casta intoccabile”.
Il Pakistan ha anche le più famigerate leggi sulla cosiddetta blasfemia nel mondo, che sono usate apposta contro le minoranze religiose. Asia Bibi è ancora in carcere, otto anni dopo essere stata arrestata, rimane nel corridoio della morte condannata per il “crimine” di blasfemia.
Per tutto questo, chiedo le tue preghiere per la sicurezza e la protezione delle donne e delle ragazze cristiane in Pakistan, che devono vivere sotto la minaccia del rapimento, dello stupro e del matrimonio forzato.
Le azioni dell’Osservatorio sulla Cristianofobia proseguiranno senza tregua, rinnovando quotidianamente l’impegno ad informare e sollecitare coloro che sono incaricati alla difesa della libertà dei cristiani in Italia e nel mondo.