La proposta di legge “Norme in materia di concreta attuazione della legge 194/78”, avanzata dal gruppo LeU, puntava a obbligare la Regione Puglia ad aggirare il diritto all’obiezione di coscienza per il personale medico e paramedico previsto dalla legge 194 attraverso la creazione di liste di medici obiettori, concorsi per non obiettori, misure amministrative (trasferimenti ed altro) in danno del personale obiettore.
Già lo scorso anno il PD aveva tentato di comprimere la libertà di coscienza attraverso l’inserimento nello Statuto regionale di un richiamo alla libertà di coscienza unitamente a una clausola che avrebbe assegnato al legislatore regionale la facoltà di stabilire in quale caso quel diritto soggettivo (considerato incomprimibile dalle fonti costituzionali e comunitarie) avrebbe dovuto cedere di fronte a un non meglio precisato superiore interesse generale o pubblico regionale.
In quella circostanza, il dott. Domenico Airoma, del Centro Studi Livatino, era stato audito dal Consiglio Regionale in tema di libertà e obiezione di coscienza dalla VII Commissione Consiliare permanente della Regione Puglia, fornendo un parere ampio che aveva condotto allo stralcio della proposta in parte qua. In ogni caso, il Centro Studi Livatino, ai cui appuntamenti mi onoro di essere invitato e partecipare, da anni propone momenti di serio approfondimento sul tema della protezione giuridica della coscienza dinanzi ai molteplici attacchi, legislativi e pretori, che hanno fornito al sottoscritto gli strumenti utili a riconoscere la intrinseca malvagità della proposta di legge ed a sostenerla nel dibattito pubblico e istituzionale consentendo di dimostrarla ai colleghi per pervenire così a un risultato di trasversale bocciatura. Lavoro che è stato lungo e faticoso poichè, nonostante una duplice bocciatura in Commissione, il proponente ha insistito nel voler portare la proposta al voto del Consiglio Regionale che la ha bocciata.
In questi mesi, insieme a qualche collega di buona volontà, abbiamo evidenziato dati alla mano (Relazione ministeriale 2016 e 2017) che in Puglia non esiste un problema di accesso all’aborto, men che mai a causa del legittimo esercizio del diritto all’obiezione di coscienza da parte dei medici: il carico di lavoro settimanale di ogni ginecologo non obiettore è di 3,5 aborti (ciascuno dei quali richiede mediamente poco più di 10 minuti) e il servizio è offerto in oltre la metà delle strutture (54%). Grazie agli approfondimenti svolti nei workshop e nei convegni del Centro Studi Livatino si è riusciti anche convincere che la proposta di legge avrebbe di fatto impedito l’esercizio di un diritto garantito dalla legge, dalla Costituzione e dalla CEDU. Sono battaglie in apparenza piccole che è possibile affrontare, e anche vincere, solo grazie a un indispensabile lavoro di rete e di formazione giuridico-politica che invito il Centro Studi a proseguire.
Andrea Caroppo
Consigliere regionale Puglia e segretario regionale Lega
25 maggio 2018