Nati a Roma nel 2008, sono una risposta – rispettosa della dignità delle persone – ai nuclei familiari in difficoltà: la possibilità di fare la spesa da soli (e gratis) invece del pacco viveri.
Uno «strumento frutto della fantasia della carità», li definisce il direttore della caritas diocesana di Roma, monsignor Enrico Feroci. Sono gli empori della carità, nati il 13 febbraio 2008 a Roma – proprio all’inizio della crisi economica – e aperti in tutta Italia. Oggi ne esistono 116, di cui 90 gestiti direttamente dalle Caritas diocesane e parrocchiali coinvolgendo oltre 50 centri di promozione. A beneficiarne sono oltre 83 mila persone. «Un’opera straordinario germogliata da un piccolo seme che dieci anni fa veniva piantato a Roma con l’apertura del primo Emporio alla Cittadella della carità», commentato monsignor Feroci, aprendo il convegno “Comunità solidali negli anni della crisi” promosso da Caritas Italiana e dalla Caritas diocesana di Roma per il decennale dall’apertura del primo Emporio nella Capitale. All’incontro, presso il Church Village di Roma, hanno preso parte oltre 200 rappresentanti delle Caritas italiane.
«L’Emporio – sottolineato il direttore della Caritas romana – nasce anzitutto per dare dignità ai poveri e per costruire intorno a loro una rete di relazione e di accompagnamento. Uno strumento frutto della fantasia della carità ma che, puntando al nucleo familiare più che al singolo e tenendo conto delle effettive esigenze delle persone, ha anticipato anche le moderne politiche di contrasto alla povertà messe in atto dalle istituzioni».
In 10 anni di attività hanno potuto accedere agli empori 8.910 famiglie grazie al rilascio di apposite tessere. Di queste, 7.073 sono quelle emesse a partire dal 2011 e rilevate statisticamente con un innovativo sistema di software e che registrano complessivamente 26 mila le persone sostenute. Le tessere “infanzia” sono attribuite ai nuclei che hanno uno o più minori di due anni e che oltre ai beni alimentari possono usufruire di pannolini, latte in polvere, vestiario e attrezzature per i bebè sono state 1.846. La metà degli utenti dell’Emporio (3.634 tessere, 51% del totale) sono cittadini italiani, il resto vede le tessere distribuite tra 98 nazionalità. La Nigeria (693 tessere, 9,7% del totale) è la comunità più rappresentata, seguita da Romania (363), Perù (339), Marocco (301), Egitto (177), Ecuador (147), Bangladesh (107), Senegal (78), Tunisia (76) ed Etiopia (70). Tra le famiglie con i bambini al di sotto dei due anni, oltre all’Italia (653), risultano molto numerose la Nigeria (313), l’Egitto (115), la Romania (106) e il Marocco (97). La maggior parte delle tessere, 5.002, sono state rilasciate dai centri diocesani della Caritas: i centri di ascolto Via di Porta San Lorenzo, Via delle Zoccolette, Ostia e il servizio Aiuto alla persona. Numerose anche quelle emesse dai servizi sociali dei Municipi (566), mentre più diffuse le 1.005 tessere distribuite in 74 centri di ascolto parrocchiali.
Dal 2011 l’Emporio ha distribuito beni per un valore complessivo (stimato al prezzo di fabbrica) di quasi 5 milioni di euro (4.947.412), pari a poco meno di 3 milioni di prodotti (2.970.502 unità). Le merci sono state reperite attraverso un sistema di approvvigionamento basato su finanziamenti pubblici e sponsor privati, grazie alle derrate alimentari dell’Unione Europea, alle raccolte fatte dai volontari nei centri commerciali e con parte del ricavato delle monete lanciate nella Fontana di Trevi dai turisti, conclude la Caritas Roma.
«Celebrare questo decennale – spiegato don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – è soprattutto un fare memoria per proseguire il discernimento comunitario. Un saper leggere i segni di un tempo in cui gli effetti della crisi economica permangono nella nostra comunità. Gli Empori non sono una soluzione miracolosa ma un segno di accoglienza che hanno come filo rosso lo stile Caritas: la persona e i suoi bisogni collocati al centro di una comunità che accoglie». Nati all’inizio della crisi economica, gli Empori si sono diffusi in tutte le Regioni italiane: ultima la Basilicata che nel prossimo settembre ne avrà uno a Potenza e uno a Tricarico (Matera). A Roma già da luglio partirà il quinto emporio, il primo con consegne a domicilio, rivolto soprattutto ad anziani soli e persone con disabilità che potranno richiedere online e telefonicamente i prodotti di cui hanno bisogno e i volontari si recheranno nelle loro abitazioni.
«La crisi economica, terminata ufficialmente nel 2014, ha portato con sè una più grave crisi sociale e il conseguente aumento della povertà assoluta – ricordato Linda Laura Sabbadini dell’Istat-Dipartimento politiche sociali – e attualmente siamo tornati ai livelli di occupazione precedenti alla crisi anche se la povertà assoluta ha registrato nel 2017 un ulteriore picco. L’esperienza degli Empori si è sviluppata in un periodo con cui sono mancate completamente risposte a situazioni di disagio nuove: per la prima volta, infatti, la crisi si è avuta anche in periodi di crescita occupazionale ed ha riguardato tutte le aree del paese, colpendo in modo particolare i giovani e coinvolgendo le classi medie. La risposta delle Caritas è stata anzitutto culturale: porre la lotta alla povertà come priorità delle politiche economiche e sociali».
Luca Liverani
Avvenire.it, 14 giugno 2018