Non sono tempi facili per Mark Zuckerberg. Non solo il ceo e fondatore di Facebook si è di recente beccato una sgridata nell’Europarlamento per lo scandalo Cambridge Analytica, da parte dell’ex premier belga Guy Verhofstadt, che l’ha accusato di aver “creato un mostro digitale che sta distruggendo le nostre democrazie”, ma da una nuova ricerca del Pew Research Center, intitolata Teens, Social Media & Technology 2018, emerge inoltre che la nota piattaforma sociale sta perdendo quota tra i giovani statunitensi.
Facebook in caduta libera trai ragazzi
Il sondaggio Pew, realizzato dal 7 marzo al 10 aprile scorsi e basato su interviste sia online che telefoniche con 1.058 genitori con figli adolescenti dai 13 ai 17 anni anni e con 743 teenager, rivela infatti che attualmente appena la metà dei giovani nella stessa fascia d’età usa Facebook (il 51%), un calo significativo rispetto alla ricerca precedente (Teens, Social Media & Technology Overview 2015), quando ancora il 71% dei giovani diceva di utilizzarlo.
Questo dato fa capire, inoltre, che Facebook comincia ad essere superato da tre altri social network, cioè Youtube, Instagram e Snapchat, usati rispettivamente dall’85%, dal 72% e dal 69% dei teenager. Chiudono invece la classifica Twitter (il 32%), Tumblr (il 9%) e Reddit (il 7%).
Invece alla domanda su quale sia la piattaforma sociale più usata, più di un terzo dei giovani intervistati risponde Snapchat (il 35%), un terzo circa Youtube (il 32%) e il 15% Instagram. Per solo il 10% dei giovani utenti Facebook è il social network più usato.
Un altro elemento che colpisce nella nuova ricerca Pew è il fatto che Facebook risulta la piattaforma più utilizzata dai giovani che vivono in famiglie meno abbienti. Mentre il 70% dei giovani provenienti da nuclei familiari con un reddito inferiore a 30.000 dollari annui dichiara infatti di usare FB, questa percentuale scende al 56% tra i giovani che vivono in famiglie con un reddito dai 30.000 ai 74.999 dollari annui e al 36% tra i teenager che crescono in famiglie con un reddito annuo dai 75.000 dollari in su.
Emergono anche differenze per quanto riguarda il sesso e l’appartenenza etnica dei giovani utenti dei social network. Mentre le ragazze sono infatti più inclini dei ragazzi ad ammettere che è Snapchat il social network più usato da parte loro (il 42% rispetto al 29%), i ragazzi sono più propensi a identificare YouTube come la loro piattaforma preferita (il 39% rispetto al 25% delle ragazze). Inoltre, i teenager bianchi sono più propensi dei loro coetanei ispanici o afro-americani a dichiarare che Snapchat è la piattaforma che usano più spesso (il 41% contro rispettivamente il 29% e il 23%), mentre i giovani di origini afro-americane sono più propensi dei loro coetanei bianchi a identificare Facebook come il social network più usato (il 26% rispetto al 7%).
L’impatto dei social media sulla vita dei ragazzi
Interessanti sono anche i dati su come i giovani giudicano l’effetto dei social media. Mentre una percentuale importante, cioè il 45% (quindi quasi la metà), sostiene che i social network non abbiano un impatto né positivo né negativo sulle persone della loro fascia di età, il 31% dichiara che le piattaforme sociali hanno un effetto prevalentemente positivo e quasi un quarto, ossia il 24%, sostiene proprio il contrario.
Tra chi giudica l’impatto dei social network positivamente, il 40% dichiara che questi li aiutano a rimanere in contatto e interagire con gli altri. “Penso che i social media abbiano un effetto positivo, perché ti permettono di parlare con familiari molto lontani”, così dichiara una ragazza 14enne. Il 16% inoltre menziona come effetto positivo il maggiore accesso a notizie e informazioni.
Fra i teenager che giudicano negativamente l’impatto delle piattaforme sociali, il 27% menziona che esse hanno portato ad un aumento del fenomeno del bullismo e alla diffusione di dicerie. Per il 17% esse danneggiano le relazioni interpersonali.
Rispetto alla ricerca precedente, quando il 73% dei teenager dichiarava di possedere o almeno avere accesso ad uno smartphone, oggi questa percentuale raggiunge quota 95%, un aumento quindi di ben 22% punti percentuali.
Leggermente diversa è la situazione per quanto riguarda l’accesso ad un computer (sia quello fisso che quello portatile) dentro casa. Mentre ben il 96% dei giovani che vivono in nuclei familiari con un reddito annuo da 75.000 dollari in su ha un computer a disposizione, questa quota scende al 75% per i giovani in famiglie che guadagnano meno di 30.000 dollari annui.
Videogiochi sempre più invadenti
La ricerca Pew contempla anche l’aspetto ludico di Internet, vale a dire i videogiochi.
Mentre l’84% dei teenager intervistati dice di poter accedere ad una console a casa, il 90% ammette di giocare ad ogni tipo di videogiochi, sia al computer, ad una console o al telefonino.
I videogiochi sono soprattutto, ma non esclusivamente, una prerogativa dei ragazzi. Circa nove ragazzi su dieci (il 92%) ha a disposizione una console a casa e quasi tutti, cioè il 97%, dicono di giocare ai videogiochi in un modo o nell’altro. Per quanto riguarda le ragazze queste percentuali sono più basse, ma neanche tanto: rispettivamente il 75% e l’83%.
Non c’è dubbio quindi che i giovani d’Oltreoceano sono iperconnessi. Quasi la metà (il 45%) ammette infatti di usare Internet “quasi costantemente”, quasi il doppio rispetto al sondaggio del 2014-2015, quando era il 24%. Inoltre, un’altra fetta importante dei teenager statunitensi (il 44%) dichiara di accedere nell’arco della giornata “varie volte” ad Internet.
Come rivela il sondaggio Pew, sono soprattutto le ragazze ad essere “quasi costantemente” online: il 50%, vale a dire 11 punti percentuali in più rispetto ai ragazzi (il 39%). Una simile differenza c’è tra teenager ispanici e i loro coetanei bianchi: mentre il 54% dei giovani di origini ispaniche usa quasi costantemente l’Internet, la percentuale scende al 39% tra i giovani bianchi.
Stanchezza dei social media
Non c’è da meravigliarsi quindi che molti giovani si siano stancati. Secondo un sondaggio di Hill Holliday, realizzato nel dicembre 2017, il 34% — vale a dire circa uno su tre — dei giovani appartenenti alla cosiddetta “Generazione Z” ha cancellato definitivamente il suo account dai social network, mentre il 64% ha deciso di prendersi una pausa dai social media. Anche se il 77% dichiara comunque che avere questi account offre più vantaggi che svantaggi, il 41% si sente reso ansioso, triste o depresso da piattaforme come Facebook, Instagram e Snapchat.
Non occorre infatti dimenticare che dietro il fenomeno dell’iperconnessione si può celare una vera e propria dipendenza. Alcuni dati diffusi nel febbraio scorso in occasione del 22esimo Congresso nazionale della Società italiana di psicopatologia parlano chiaro: così rivela un articolo pubblicato dall’agenzia di stampa Adnkronos.
“Gli adolescenti tra i 14 e i 18 anni trascorrono in media 6,26 ore al giorno davanti ai loro strumenti tecnologici preferiti per studiare, giocare, lavorare e socializzare”, ha ricordato la ricercatrice Francesca Pacitti durante il congresso.
“Fino al 13% rischia depressione e ansia. I like e i commenti degli haters poi sono devastanti”, ha avvertito la Pacitti, professore aggregato di Psichiatria presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi dell’Aquila.
Instagram è stata acquistata nel 2012 da Facebook. Nel 2014 il colosso di Zuckerberg ha comprato anche la piattaforma di messaggistica Whatsapp.
Aleteia, 10 Giugno 2018