Nel Paese del “vietato vietare” dove ogni desiderio è “diritto”. Nel Paese dove molti vorrebbe eliminare ogni proibizionismo, e poi ipocritamente si meravigliano che la seconda causa di morte dei giovani è “il suicidio”. Nel Paese dove i ragazzi già a undici anni sniffano coca, si sta diffondendo a seguito della legge 246 del 2016 che autorizzò la coltivazione di cannabis con una soglia di THC (o tetraidrocannibiolo) fino allo 0,6%, la vendita della cosiddetta “cannabis light”, quella che non superi appunto lo 0,6% di THC, sostanza psicoattiva presente in questa droga. E, nel giro di pochi mesi, in Italia sono già presenti oltre 700 “canapa shop”, negozi che commerciano cannabis spesso venduta a minori e non assieme alla marijuana. Un business economico in continua espansione che ringrazia il governo Gentiloni ma preoccupa genitori, educatori e medici. Leggi