Le cifre sono fornite da Easo (European Asylum Support Office), ufficio dell’Unione europea che tiene monitorate le richieste di protezione internazionale. Record in Germania (222mila domande) seguita dall’Italia (128mila). “Diminuisce la pressione migratoria”, mentre preoccupano le condizioni di accoglienza e tutela dei bambini, 1.300 dei quali arrivano soli sulle spiagge e alle frontiere dell’Unione.
Numeri assoluti elevatissimi (ben oltre quota 700mila), ma in diminuzione: è il “verdetto” di Easo (European Asylum Support Office), l’ufficio dell’Unione europea che tiene monitorate le richieste di protezione internazionale che giungono ai 28 Paesi membri, più Norvegia e Svizzera. Nel suo rapporto annuale riferito al 2017, diffuso lunedì 18 giugno, Easo segnala anche significative differenze tra le richieste pervenute ai diversi Stati dell’Unione, e una diversa “propensione” delle autorità nazionali a concedere o meno l’asilo e le altre forme di protezione. Non da ultimo, emergono numeri da brividi rispetto ai minori migranti (più di 30mila) e in particolari quelli non accompagnati.
Numeri in calo. “Nel 2017 sono state registrate 728.470 richieste di protezione internazionale nell’Ue”, con una diminuzione del 44% rispetto al 2016, “ma esse permangono a un livello più alto rispetto al periodo precedente alla crisi dei rifugiati, iniziata nel 2015”. Lo si legge nella relazione annuale su migrazione e asilo diffuso da Easo a Bruxelles. Il documento, di 264 pagine, afferma che “la pressione migratoria resta elevata alle frontiere esterne dell’Ue, ma è scesa per il secondo anno consecutivo”, per lo più “lungo le rotte del Mediterraneo orientale e centrale, mentre si è verificato un incremento senza precedenti lungo la rotta del Mediterraneo occidentale”. “Siria (dal 2013), Iraq e Afghanistan costituiscono i tre principali Paesi di origine dei richiedenti nell’Unione”. Questi tre Paesi sono seguiti a ruota da Nigeria, Pakistan, Eritrea, Albania, Bangladesh, Guinea e Iran. L’Annual Report on the Situation of Asylum in the European Union sottolinea peraltro che “nei primi quattro mesi del 2018 sono 197mila le persone” che hanno fatto domanda di protezione nell’Ue.
Accoglienza minori. “Nel 2017, analogamente al 2016, un po’ più dei due terzi di tutti i richiedenti erano uomini e un terzo erano donne. Metà dei richiedenti rientrava nella fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni”. Lo scorso anno sono stati precisamente 32.715 i minori che hanno fatto richiesta di protezione internazionale nell’Ue, la metà rispetto al 2016. La percentuale delle richieste dei minori non accompagnati “rispetto all’insieme delle richieste si è attestata al 4%”: ovvero oltre 1.300 ragazzi sono giunti soli in Ue per chiedere protezione. “Più di tre quarti di tutti i minori non accompagnati hanno fatto richiesta in cinque Paesi Ue: Italia, Germania, Grecia, Regno Unito e Svezia”. Il commento di Easo è il seguente: “La presenza di minori non accompagnati ha comportato una serie di sviluppi nei Paesi Ue, tra i quali, in particolare, l’istituzione e il miglioramento di modalità specializzate di accoglienza e di cura alternativa, la revisione delle norme per la nomina dei tutori e accordi procedurali relativi alla valutazione e alla garanzia del miglior interesse del minore”. Inoltre “la società civile ha sottolineato la necessità di ulteriori sforzi da compiere” per l’accoglienza, cura e tutela dei minori migranti che giungono in Europa.
Risposte positive e negative. In termini di decisioni adottate sulle domande di protezione inoltrate nei 28 Paesi Ue, nel 2017 sono state emesse 996.685 decisioni di primo grado, il 13% in meno rispetto al 2016. “La riduzione su base annuale riflette – spiega Easo – in maniera evidente il numero inferiore di richieste presentate”. Di tutte le decisioni di primo grado emesse lo scorso anno, circa la metà (462.355) erano positive, le altre negative. Per quanto riguarda le decisioni positive, nel 2017 “c’è stato un netto calo della percentuale di decisioni che garantiscono lo status di rifugiato (50% rispetto al 55% del 2016) o la protezione sussidiaria (34% rispetto al 37%) con un incremento parallelo nella percentuale di quelle che garantiscono protezione umanitaria (15% rispetto all’8%)”.
I Paesi più “attrattivi”. La Germania continua a essere il Paese che riceve il maggior numero di richieste di protezione internazionale (più di 222mila lo scorso anno) ed è anche in cima alla lista delle decisioni assunte in materia. Delle 996mila decisioni complessive nell’Ue nel 2017, 524mila (53%) sono giunte dalla Germania. Tra gli altri Paesi che hanno emesso un gran numero di decisioni su asilo e protezione internazionale “si annoverano la Francia (11% del totale Ue), l’Italia (8%), la Svezia e l’Austria (6% ciascuno)”. Cinque Paesi – Germania, Italia, Francia, Grecia e Regno Unito – ricevono tre quarti di tutte le richieste d’asilo presentate nell’Unione. La Germania è stata, come si diceva, il principale Paese destinatario per il sesto anno consecutivo di richieste di protezione internazionale. “Nonostante la riduzione del 70% delle richieste presentate nel 2017 rispetto al 2016, il numero totale di 222.560 richieste in questo Paese corrispondeva a quasi il doppio rispetto a qualunque altro Paese destinatario”. L’Italia è stata il secondo principale Paese destinatario, con 128.850 richieste, seguita dalla Francia, con oltre 100mila domande.
Gianni Borsa
SIR, 18 giugno 2018