Cina, nove suore arrestate e un prete in fuga/ Continua la persecuzione contro la “Chiesa sotterranea”

By 4 Luglio 2018Libertà Religiosa

Nove suore arrestate e la locale chiesa parrocchiale devastata: è successo in Cina dove si vuole vietare ogni attività religiosa per i cattolici fedeli al papa

“Niente più raduni o assemblee a carattere religioso o vi arresteremo di nuovo”. Nove suore cattoliche appartenenti alla cosiddetta Chiesa sotterranea, quella che si mantiene fedele al Vaticano a differenza della Chiesa di stato che è l’unica riconosciuta da Pechino, sono state arrestate e detenute per una giornata intera dalla polizia della loro città, Changun, nella provincia di Jilin, E’ successo quando lo scorso 11 maggio come sempre facevano, alle 10 del mattino le campane della locale chiesa hanno suonato per invitare alla preghiera comunitaria. Allo stesso momento sono arrivati diversi poliziotti che hanno arrestato le nove suore della parrocchia e le hanno portate all’ufficio di polizia.

CINA, NOVE SUORE ARRESTATE E UN PRETE IN FUGA

Qua sono state lungamente interrogate per avere da loro contatti preziosi per incastrare altri emiri della Chiesa sotterranea, poi però i parrocchiani preoccupati hanno cominciato a radunarsi davanti all’edificio chiedendone la liberazione, cosa che stata fatta verso le 8 di sera. La minaccia di nuovi arresti però fa adesso domandare cosa faranno i cattolici della parrocchia, come si legge dal sito Bitter Winter, dedicato alla libertà religiosa e ai diritti umani in Cina. Anche perché i poliziotti hanno devastato e distrutto ogni cosa, dalle panche all’altare in modo che l’edificio non venga più usato per scopi religiosi. In ogni caso nella città non ci sono più sacerdoti che possano tenere la liturgia, mentre la polizia ha chiesto alle suore notizie di un sacerdote oggi 97enne, arrestato tre volte in passato e che ha scontato 30 anni di carcere, che è riuscito a far perdere le sue tracce, sempre che sia ancora vivo. Al momento due delle nove suore sono tornate alla loro città natale.

Paolo Vites – Il Sussidiario, 14 Giugno 2018