Una tavola rotonda a Roma per sensibilizzare la comunità scientifica alla malattia dello spirito. Il medico non deve e non può sostituirsi al presbitero o all’esorcista ma deve dare il suo prezioso contributo per trovare la verità.
Confrontarsi sulla realtà del male, senza volersi sostituire alla figura del sacerdote “in cura di anime” o all’esorcista. Lo mette in chiaro lo psichiatra Walter Cascioli, organizzatore del Convegno “Mali, malefici e disturbi preternaturali”, che si è svolto a Roma, presso la cripta della chiesa dei Sette Santi Fondatori.
Costruire ponti
Fondamentale, per lo psichiatra Cascioli, è cercare di sensibilizzare quanti operano nell’area della salute mentale – psicologi, psicoterapeuti, operatori sanitari, volontari – e colmare quella profonda frattura che separa la dimensione spirituale da quella psichica. Lo stesso filosofo greco Platone sosteneva che “il grande errore dei medici del nostro tempo è tenere separata l’anima dal corpo”. E lo diceva già nel IV secolo a.C..
Il potere dell’umiltà e della competenza
L’obiettivo, dunque, è veicolare nel mondo scientifico l’idea che possa esistere qualcosa che non sia associabile a una patologia psichiatrica ma vada ricondotta invece ad altro ambito. Nello specifico quello spirituale. Tuttavia, per poter compiere tale “passo” sono indispensabili umiltà e competenza. La prima, per accettare che non tutto “appartiene” alla scienza e che, possa essere “catalogato”; la seconda, per dimostrare che non si tratta di patologia psichiatrica.
Una sfida a favore dell’uomo
“E’ – spiega Cascioli – una sfida da abbracciare, perchè va a favore di tutte quelle persone piagate dalla presenza di disturbi spirituali”. Forse, i poveri tra i più poveri per i quali, come metteva in evidenza Papa Francesco nel suo discorso del 2017, in occasione dell’annuale Corso sul Foro Interno, è necessario un particolare discernimento da parte dei sacerdoti confessori e una pronta collaborazione con le scienze umane:
“ Laddove il confessore si rendesse conto della presenza di veri e propri disturbi spirituali – che possono anche essere in larga parte psichici, e ciò deve essere verificato attraverso una sana collaborazione con le scienze umane –, non dovrà esitare a fare riferimento a coloro che, nella diocesi, sono incaricati di questo delicato e necessario ministero, vale a dire gli esorcisti. Ma questi devono essere scelti con molta cura e molta prudenza. ”
Emanuela Campanile
VaticanNews, 16 giugno 2018