EDITORIALE – Lettera aperta all’Onorevole Lucia Borgonzoni Sottosegretario ai Beni Culturali. “UNICAMENTE LA CULTURA CI RENDE LIBERI, RESPONSABILI E OBIETTIVI”

By 6 Luglio 2018Attualità

Egregio Onorevole
In un periodo di ampio smarrimento antropologico per il nostro Paese, ma più in generale per tutta l’Europa, che si manifesta nella loquacità in discorsi prolissi ma vuoti di contenuti e voi politici siete “maestri”.
In un periodo dove si esigono costantemente discussioni per lo più sterili e la curiosità appare insaziabile e sbrigativa.
In un periodo in cui l’inquietudine interiore ed esteriore accompagna la quotidianità di molti e l’ instabilità decisionale è divenuta compagna fissa della vita.
In un periodo che rincorrere nuove sensazioni, ritenute panacee ai problemi che dobbiamo affrontare, l’affermazione da Lei fatta al programma di Rai Radio 1 “Un giorno da pecora”, rispondendo alla domanda quale fosse stato l’ultimo libro letto: “Leggo poco, studio sempre cose per lavoro. L’ultima cosa che ho riletto per svago è Il Castello di Kafka, tre anni fa”, è risultata un pessimo “biglietto da visita” al ruolo che sta assumendo di Sottosegretario ai Beni Culturali e al Turismo.
Una frase certamente leale ma che mostra, mi scusi l’ardire, che forse per Lei è il posto è “sbagliato”, poiché appare disinteressata (e mi scuso se l’ho fraintesa) a temi fondamentali per il suo nuovo incarico. Inoltre, determinate affermazioni, danneggiano soprattutto i più fragili e i più vulnerabili.

Mi permetto quindi di affermare che “l’aspetto culturale”, e prevalentemente la lettura, è essenziale per i nostri concittadini soprattutto di fronte ai malesseri citati, poiché stimola la creatività, la fantasia e la voglia di essere protagonisti delle proprie scelte e di quelle societarie. La mancanza o la residualità che si riserva alla cultura è “l’inizio dell’abisso” e delle scelte peggiori che l’uomo può compiere. Non possiamo scordare che la svolta autoritaria di Hitler iniziò bruciando i libri nelle piazze o che la rivoluzione in Cina di Mao Tse-tung negli anni Sessanta, esordì come una rivoluzione contro la cultura, quando si eliminarono gli esami universitari. Ovviamente, oggi nel nostro Paese e nelle varie democrazie siamo lontani anni luce da simili situazioni, ma è indispensabile aver presente che unicamente la cultura ci rende liberi, ci permette di pensare con la nostra testa e con obiettività e ci rende capaci di prendere decisione responsabili evitando molti disastrosi errori storici.

Nel “Programma di Governo” l’aspetto culturale appare latente. Anche se sono convinto come disse un vecchio ministro che “con la cultura non si mangia”, la cultura, come affermò Claudio Abbado: “è un bene comune primario come l’acqua; i teatri le biblioteche i cinema sono come tanti acquedotti”.
E, l’aspetto culturale, inoltre, è una condizione che completa l’esistenza dell’uomo!

Cordialmente
Don Gian Maria Camolli