Maurizio Martina, attuale “segretario reggente” del Pd, ha recentemente affermato che, «all’opposizione lavoreremo per i più deboli». Al Governo del Paese non sembra però che l’abbia fatto granché! Ricordiamo solo un caso. Da ministro dell’agricoltura, infatti, l’esponente della sinistra renziana (Martina è stato Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali del Governo Renzi dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016) ha promosso la legge che ha permesso il fenomeno, ben poco “popolare” a dire il vero, della vendita sul mercato di varie tipologie di prodotti “Cannabis Light”. Prodotti cioè a base di cannabis con un tenore di THC e CBD (i principi attivi della droga, quest’ultimo acronimo di cannabidiolo) inferiori a determinati livelli stabiliti dal ministero della salute (attualmente lo 0,6 per cento). Stiamo parlando del “meraviglioso mondo” della “Cannabis Light”, detta anche chiamata “Cannabis Sativa L.”, la cui esposizione è ormai sotto gli occhi di tutti nelle tabaccherie, nelle edicole e nei negozi “in franchising”. A Roma ne siamo pieni di questi “punti vendita” (Cannabis Shop). Le relative lobbies ringraziano, naturalmente, il ministro Martina (in primis “Easyjoint”, azienda che con 450 punti vendita ha conquistato l’85 per cento del mercato in Italia), meno i poveri e, lasciatecelo dire, le famiglie italiane… Martina, il ministro “dei più deboli”, è stato il proponente della legge n. 242/2016, recante “Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” che, entrata in vigore il 14 gennaio 2017, è stata promulgata il 2 dicembre 2016 a soli 4 giorni dal “commiato finale” dell’esecutivo guidato dal fenomeno di Rignano! Naturalmente l’iniziativa sull’apposita legge popolare per la legalizzazione della cannabis che ha dato il “La” alla normativa fatta approvare da Martina, è stata appannaggio dell’immancabile Associazione Luca Coscioni e di Radicali Italiani, con l’appoggio di «decine di consiglieri comunali di Sinistra Italiana e anche del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico nonché di liste civiche e indipendenti», come informano sul sito legalizziamo.it. La legge 242 è stato l’ultimo regalo agli Italiani da parte del governo Renzi, con l’appoggio, ricordiamolo, anche dai vari esponenti “cattolici” dell’Ncd… Il Ministro della salute “cattolico” Beatrice Lorenzin ha stabilito infatti il limite del principio attivo THC e, così, ora abbiamo con la benedizione dello Stato la “cannabis light”, che avvia i giovani all’edificante “cultura dello sballo”. Ma la Cannabis Light è posta in vendita solo per i maggiorenni e a basso dosaggio, ci rassicurano le anime belle. Come testimoniano anche amici che devono vendere questi “prodotti” nelle loro tabaccherie, non è difficile trovare maggiorenni compiacenti che, acquistato il prodotto “Cannabis Light”, lo cede non appena uscito dal negozio ad adolescenti o post-adolescenti depressi, senza valori, disadattati o già stanchi della vita. Visto che viene usata come palliativo medico le lobbies sono riuscite a far passare la cannabis come “cura” e, ormai, sui grandi media, la si associa ad un qualcosa di “innocuo” e che, anzi, può fare del bene. Ma gli studi medici confermano che è una droga vera e propria che, pertanto, non può che danneggiare i neuroni dei ragazzi, soprattutto di quelli, come adolescenti e post-adolescenti, che sono ancora in fase di sviluppo neuronale. A chi ancora non lo sapesse, quindi, comunichiamo che da un anno e mezzo a questa parte possiamo trovare in libera vendita a maggiorenni “prodotti” a base di cannabis come “Super Cheese”, confezione da 5gr., «al sapore di formaggio, dai terpeni naturali della pianta, esperienza unica, inconfondibile aroma deciso e intenso, con CBD < 10% – THC < 0,2%, € 42,50» (fonte: www.cannabislightitalia.com). Oppure “Sweet Devil”, confezione in questo caso più piccola (2gr.) e, quindi, più a buon mercato (€ 22) ma, sicuramente, non alla portata dei “più deboli”.Tutti questi sono “prodotti” che, ci assicura la federazione “Cannabis light Italia”, non sono di tipo «alimentare o medico/terapeutico», bensì «ad uso tecnico». Ecchevordì? Vuol dire che sono prodotti, come dire, “da collezione” e, quindi, se pure dovessero superare il dosaggio di cannabidiolo o THC non sono sequestrabili. Noi Italiani siamo Paese di avvocati, lo sappiamo! Questi accorgimenti sono stati resi necessari perché, in un Paese da questo punto di vista più serio come la Svizzera, le autorità federali dopo una prima “legalizzazione” della cannabis light hanno fatto subito marcia indietro. Il passaggio successivo alla cannabis, infatti, è la marijuana a basso tenore di THC e, come ha chiarito ad esempio di recente la polizia cantonale ticinese (febbraio 2017), l’una e l’altra si possono vendere, coltivare e consumare in Svizzera, ma solo a certe condizioni. La vendita anche nel Paese elvetico è limitata solo ai maggiorenni ma, per la sua coltivazione, serve un’autorizzazione o una notifica delle autorità. La polizia ricorda in particolare che se si tratta di cannabis destinata a essere fumata, vanno rispettate anche altre normative federali. La cannabis, insomma, in Svizzera è sempre ritenuta uno stupefacente e resta il divieto di coltivazione, vendita e consumo, nel caso in cui vi sia un alto tenore di THC. Nell’eventualità di contestazioni sul contenuto di principio attivo si attua una procedura ordinaria che prevede un verbale d’interrogatorio, il sequestro della sostanza e un rapporto al Ministero pubblico o al giudice dei minori. Una volta analizzata la cannabis, se il THC supera l’1% è considerata una droga e il consumatore sarà sanzionato in base alla Legge federale sugli stupefacenti (cfr. il Comunicato stampa della Polizia cantonale del Canton Ticino, del 5 febbraio 2017). Invece da noi dall’approvazione della “legge Martina” invece di fare marcia indietro si è verificato un vero boom commerciale della Cannabis light, liquidata dai consumatori come “cannamilla” (cioè tipo camomilla e, infatti, l’obiettivo è solo d’iniziare a far abituare i giovani, ai quali sarà poi offerta roba ben più forte…). Leggiamo così in uno dei vari siti “anti-proibizionisti”: «OK va bene la cannamilla… ehm.. cannabis light. Ma… quando la legalizziamo quella vera?» (v. https://fotocannabisti.wordpress.com/). Questo mercato ha letteralmente travolto l’Italia negli ultimi 18 mesi, entrando prepotentemente nella vita di tutti i giorni, occupando scaffali dei “canapa shop”, negozi dedicati alla canapa che ora, hanno incentrato il proprio business sui fiori di canapa industriale, più che su creme, saponi ed altri prodotti cosmetici o alimentari. Ma ora che il mercato si sta allargando ed i “Canapa Shop” continuano ad aprire nelle principali città italiane, stanno anche aumentando i sequestri di Cannabis Light da parte della Guardia di finanza, che registrano “prodotti” con percentuali di THC/CBD superiori a quelli previsti dalla legge. Esito scontato, in un Paese “di Pulcinella” come il nostro. Ma esito del quale la politica non ha preso atto, mettendo così in difficoltà i commercianti che, spesso a loro insaputa, si trasformano in spacciatori, con una denuncia appunto per spaccio di sostanze stupefacenti a proprio carico. A chi giova la cannabis light legale? Facciamo il caso di Vieste, dove sono state recentemente confiscate 19 confezioni di Cannabis Light e, il proprietario, è stato denunciato per spaccio di sostanza stupefacente dai ligi finanzieri perché, nonostante il proprietario del negozio abbia mostrato le dichiarazioni di conformità del “prodotto”, hanno proceduto comunque a riscontro che ha indotto al sequestro della sostanza. La Cannabis Light, quindi, può essere sottoposta a sequestro, come ha chiarito la Polizia scientifica e, più precisamente, il “Direttore tecnico-chimico” Anna Maria Caputo: «La legge 242 del 2016, non riguarda la legalizzazione della cannabis ma promuove la coltivazione della canapa industriale ed è rivolta solo agli agricoltori. La canapa legale fa riferimento a questa legge ma questa non è quella a cui fa riferimento la polizia quando deve analizzare sostanze stupefacenti». Siamo quindi davanti all’ennesimo pastrocchio compiuto dalla XVII legislatura, operato esclusivamente per “pagare prezzo” a qualche lobby… Un altro esempio di sequestro è Cassino, dove la polizia ha sequestrato un chilo di “erba” di dubbia provenienza ed è stato così denunciato per spaccio di sostanze stupefacenti, non essendo stato in grado di presentare le certificazioni per dimostrare l’origine lecita della sostanza presente nel negozio. La polizia ha contestato anche il fatto che il commerciante abbia immesso sul mercato un prodotto proveniente dall’estero, ma senza essere in grado di indicarne le varietà di origine della canapa commercializzata. Questi e gli altri sequestri, assicurano però gli esercenti, «non mettono a rischio il mercato, lo andranno invece a pulire da chi ha abusato di questo clamore mediatico portando in Italia prodotti che non possono essere commercializzati» (www.canapiamo.net). Mah! Dal rapper milanese J-Ax a Milano per arrivare fino al “J-Ax del Molise” a Campobasso, dalla cannabis si è passati subito a fare affari (come ampiamente previsto) anche con la “marijuana legale”, con un principio attivo cioè teoricamente più basso dello 0,6%. Tutte “foglie di fico” perché, come sanno anche i bambini, l’assuefazione è dietro l’angolo e, nonostante si consumino “prodotti” con percentuale di THC inferiori a quelli previsti dalla legge, facilmente si potrebbero causare incidenti alla guida di automobili o due ruote e, oltretutto, risultare positivi ai test antidroga. La Cannabis Light, spergiurano i venditori, l’acquistano i ragazzi con un’età media intorno ai 27 anni, ma la domanda è, come detto, chi la consuma davvero? A chi la comprano la “cannamilla” questi fratelli maggiori, cugini, amici compiacenti? All’Unipol Arena di Bologna è appena terminata persino la “fiera di settore” della Cannabis Light, con la denominazione esoterica di “IndicaSativa Trade”. Come si diffonde il Cannabusiness nell’indifferenza dei politici (e della gran parte dei genitori) italiani… I poveri Falcone e Borsellino si stanno rivoltando nella tomba.
Giuseppe Brienza
12/06/2018
(http://www.lacrocequotidiano.it/articolo/2018/06/12/societa/il-boom-della-cannabis-light-in-italia)